Dal passato spesso si capisce il futuro.... guardando questi titoli di giornali degli anni scorsi viene la pelle d'oca. Sono passati 5 anni da quando l'Italia si è avvitata nella peggiore recessione della sua storia e sono 5 anni che politici e non solo ci assicurano che la ripresa è dietro l'angolo. Purtroppo le aspettative per il futuro non sono assolutamente incoraggianti.
Le previsioni sulla crescita del Pil italiano di qualche mese fa sono da prendere e buttare dalla finestra.
Il governo, nel Def di aprile, ha stimato un Pil a +0,8% quest'anno e a +1,3% l'anno prossimo, contro il +1% paventato per il 2014 dello scorso settembre.
Il rapporto dell'Ocse di ieri è stata una vera doccia gelata.
Dopo la forte recessione del 2012 e del 2013 (il Pil reale è tornato indietro dell'8,5% dai valori di fine 2007), il 2014 vedrà l'ennesimo anno di recessione per l'Italia con una stima di -0,4%. Ancora più violenta la revisione al ribasso per il 2015 che vede il Pil italiano ad un pallido +0,1% dal +1,1% precedente stimato ad Aprile. Anche l'agenzia Standard and Poor's ha tagliato la stima sul Pil italiano nel 2014, portandola a zero dal +0,5% previsto in giugno.
Come si evince dal grafico sottostante l'Italia è l'unico paese tra i grandi ad accusare una nuova recessione nel 2014 e a stentare nel 2015.
quest'oggi anche Centro Studi di Confindustria ha tagliato nuovamente le stime del Pil: nel 2014 scenderà dello 0,4% contro il +0,2% calcolato a giugno scorso. Dimezzate le stime per il 2015: il recupero ci sara', ma il Pil crescera' solo dello 0,5% (dal +1% precedentemente stimato).L'inaspettato calo del Pil nel secondo trimestre (-0,2% congiunturale) ha costretto il Csc, negli ultimi Scenari economici, a rivedere al ribasso le stime per quest'anno. Inoltre, nelle nuove previsioni i successivi due trimestri del 2014 registreranno nuovi cali (-0,2% sia nel terzo sia nel quarto).
Nelle nuove stime diffuse oggi, l'inflazione salirà infatti dello 0,3% nel 2014 e dello 0,5% nel 2015. Le stime di giugno indicavano un aumento dello 0,5% nel 2014 e dello 0,9% nel 2015.
Il debito italiano invece cresce a nuovi record giorno dopo giorno raggiungendo la cifra incredibile di 2169 miliardi di euro. Da notare il balzello negli ultimi 4 anni....
In base ai calcoli di confindustria il rapporto debito/pil dovrebbe andare al 137% nel 2014 e al 138% circa nel 2015.
Provando a stimare un valore di debito a fine 2014 simile a quello attuale e un pil in calo dello 0,4% , e con una inflazione 0% a fine anno, in base alle mie informazioni dovremmo chiudere il 2014 al 139,7% come rapporto Debito/Pil.
Per il 2015 a mio avviso la situazione rischia di peggiorare ulteriormente.
La correlazione tra produzione industrale e Pil (GDP) appare evidente.
L'ultimo dato disponibile parla di una contrazione della produzione industriale dell'1,8% nell'ultimo anno cosa che si traduce in un calo vicino allo 0,5% (occhio e croce) di Pil per i prossimi 12 mesi. Sempre se tutto va bene e non consideriamo il periodo di mal tempo che ha inciso notevolmente sull'Estate e sui consumi degli Italiani e senza considerare alcun impatto dalle sanzioni europee varate verso la Russia.
In altre parole volendo essere più realistici il pil 2014 si chiuderà facilmente con un -0,6% e il 2015 vedrà nuovamente il segno meno davanti con un -0,2%.
Se analizziamo l'andamento della produzione industriale dei paesi sviluppati dal 2000 a oggi la situazione appare imbarazzante. Escludendo la Grecia che a causa della Troika ha visto sparire il 30% della propria produzione industriale, l'Italia è sotto di quasi il 22% rispetto ai valori di 14 anni fa! La Germania al contrario è cresciuta di quasi il 25% e l'America del 15%. Lascio a voi ogni commento.
La cosa preoccupante di tutto ciò che lo spread è sceso a 135 bps nei confronti del Bund e mai nella storia il costo degli interessi dei titoli di stato dell'Italia è stato così basso (in termini percentuali). Se l'Italia non è riuscita a riprendersi in un contesto idilliaco sui mercati finanziari con borse salite mediamente oltre il 30% dal 2009 ad oggi e con i rendimenti più che dimezzati sul Btp decennale, che cosa accadrà alla prossima tempesta finanziaria o al prossimo ciclo di rialzo dei tassi varato dalla FED?
Cosa accadrebbe al Pil italiano e al Rapporto Debito/Pil in quel caso ?
Cosa accadrà ai milioni di italiani che già si trovano sulla soglia di povertà e che rischiano di perdere il lavoro??
Il tempo della speranza è passato, bisogna agire.
1) Il governo Renzi dopo deve assolutamente varare le riforme strutturali di cui il paese ha bisogno. (in primis la riduzione delle tasse sul lavoro, in modo da attrarre nuovamente gli investitori e rendere più equa la tassazione per chi ad oggi va a lavorare solo per pagare le tasse allo stato e a mala pena arriva a fine mese).
2) Maggior efficientamento della struttura organizzativa pubblica (minori sprechi e maggior investimenti). P.s ma poi i comuni, le province, e quella miriade di costi inutili della macchina governativa non dovevano essere aboliti?
3) Riforma della magistratura. Ridurre da 45 a 30 i giorni di ferie per i magistrati sembra una cosa piuttosto veloce da poter approvare e ridurrebbe la durata dei processi di almeno il 10%, con un enorme risparmio di risorse economiche per non parlare della maggior credibilità del sistema giudiziario italiano.
4) Sgravi fiscali quasi totali per almeno 5 anni a chi crea una nuova azienda o assume dipendenti a tempo indeterminato. L'esigenza di far ripartire l'economia si attua attraverso il nuovo lavoro e non attraverso nuove tasse che stritolano sempre di più gli Italiani come un cappio al collo fino a farli svenire esanimi a terra senza più speranze e senza più futuro.
Se tutto ciò non accadrà per l'Italia si prospettano 10 anni disastrosi nel prossimo futuro.