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venerdì 29 aprile 2011

Portogallo e Grecia ancora sotto pressione mentre la Ue apre un'inchiesta sui Cds

Mentre le borse europee hanno chiuso l'ennesima giornata in territorio positivo la situazione del Portogallo e della Grecia si fa giorno dopo giorno più preoccupante: 
L'interesse dei titoli a 10 anni di Lisbona  è balzato al record del 9,76%
Nuovi record anche per il rendimento dei bond ellenici a due anni, salito al 26,01%, mentre quello sui titoli decennali ha toccato il 16,01%
Lo spread tra il decennale greco e il corrispettivo bund tedesco si attesta a 1.275 punti, mercoledì 27 aveva segnato il record dall'introduzione dell'euro a 1.307 punti. 
A questo punto sembra che la Grecia non possa farcela ad uscire da questa situazione e che una ristrutturazione parziale del debito sia inevitabile. 
Tuttavia è il Portogallo ora ad essere sotto pressione in quanto entro giugno Lisbona dovrà rimborsare prestiti per 5 miliardi di euro. Per non arrivare impreparata all'appuntamento il Paese ha messo in calendario un'asta per raccogliere fino a un miliardo la prossima settimana, il 4 maggio.
Il piano di salvataggio per il Portogallo sarà pronto entro il 16 maggio", ha assicurato il primo ministro portoghese ad interim, Jose Socrates, ma i mercati rimangono alla finestra in attesa di saperne i dettagli. 
Nel frattempo il mercato dei Credit Default Swaps(i famosi Cds, cioè i derivati che assicurano sul rischio fallimento) è finito sotto inchiesta dell'Antitrust Ue. La Commissione europea ha infatti deciso di avviare due indagini. La prima è per verificare se ci sia stato un abuso di posizione dominante e riguarda 16 banche d'investimento internazionali (JP Morgan, Bank of America, Merrill Lynch, Barclays, BNP Paribas, Citigroup, Commerzbank, Credit Suisse, First Boston, Deutsche Bank, Goldman Sachs, HSBC, Morgan Stanley, Royal Bank of Scotland, UBS, Wells Fargo Bank/Wachovia, Credit Agricole and Societè Generale) e la società Markit, il principale provider di informazioni finanziarie sui Cds.
In pratica Bruxelles sospetta che le banche abbiano avuto un accesso privilegiato alle informazioni di Markit.

L'altra inchiesta riguarda invece i rapporti tra la clearing house leader per i Cds, la Ice Clear Europe, e nove banche che avrebbero usufruito di notevoli vantaggi finanziari: ( Bank of America Corporation, Barclays Bank, Citigroup , Credit Suisse, Deutsche Bank , Goldman Sachs , JP Morgan Chase , Morgan Stanley , UBS ).
I contratti  tra la  società The Clearing Corporation, di proprietà di Ice, e  le nove banche contengono una serie di disposizioni (tariffe preferenziali e partecipazione ai profitti) che potrebbero indurre le banche a rivolgersi unicamente a Ice come camera di compensazione. In tali condizioni, dice l'Antitrust europeo, le altre camere di compensazione potrebbero avere difficoltà a farsi largo nel mercato e gli altri soggetti del settore non avrebbero possibilità reale di scelta per compensare i contratti.

Personalmente ritengo sempre più urgente una riforma internazionale dei mercati finanziari basata sulla trasparenza e sulla riduzione delle leve finanziarie. A mio avviso i Cds andrebbero innanzitutto regolamentati con normative molto rigide e severe sugli scambi di questi strumenti, e in secondo luogo dovrebbero essere visibili da parte di tutti e non solo da parte degli operatori specializzati ( Trovare i valori aggiornati dei Cds in rete è ormai davvero un'impresa ). 
Terzo punto: ridurre la leva finanziaria e l'uso dei derivati in mano alle banche. Sono passati circa 3 anni dallo scoppio della bolla dei mutui-subprime ma la speculazione sui mercati delle materie prime e su tanti altri strumenti tramite i derivati invece di diminuire è aumentata a dismisura...e tutti sappiamo poi cosa è successo a settembre 2008....


L'inflazione in europa inizia a far paura

Già da qualche mese la situazione dei prezzi inizia a destare qualche preoccupazione in europa. 
I dati odierni lasciano poco spazio all'immaginazione: 
L'inflazione media dell'area euro è salita al 2,8% rispetto a un anno fa, nonostante il rialzo dei tassi di interesse adottato dalla Bce ad inizio aprile. Il grafico sottostante mostra la tendenza rialzista dell'indice dei prezzi al consumo europei a partire da luglio 2010. 
Appare evidente come sia necessario adottare una ulteriore politica restrittiva per rallentare la crescita dei prezzi che a questo punto è ben lontana dall'obiettivo del 2%.
Non a caso i tassi euribor scontano ulteriori rialzi dei tassi da parte della Bce in futuro. Il grafico sottostante mostra l'andamento dell'euribor a 12 mesi da maggio 2010 ad oggi e come si può osservare negli ultimi tre mesi ha subito una netta accelerata... e anche i vostri mutui stanno diventando più cari giorno dopo giorno. 
Grafico a un anno dell'Euribor a 12 mesi (365 Giorni)
Gli altri tassi euribor di oggi sono : 
Euribor a 1 mese  1,254%
Euribor a 3 mesi   1,404% 
Euribor a 6 mesi   1,698%
Euribor a 9 mesi   1,936%
Euribor a 12 mesi 2,162%


Primo Restyling per The Best Trader

Dopo oltre un anno ho deciso di apportare un piccolo restyling al blog The Best Trader. 
Cinque le novità principali:
1) Una nuova sessione di pagine del blog appena sotto il titolo: Ftse Mib, Dow Jones, Calendario Macro e Forex, Indici asiatici e Mondiali, Commodity, le mie 26 regole del trading, il mio modello di trading, About Me e Disclaimer
Cliccando su ciascun link potrete visualizzare le quotazioni in tempo reale di indici, futures, valute e commodity, nonchè leggere con attenzione il Disclaimer o le informazioni su di me. 
2) Una nuova sessione sulla destra dedicata agli ultimi articoli che sono stati pubblicati per rendere più semplice la lettura degli ultimi post. 
3) Sulla sinistra ho inserito una ricerca specifica sul blog attraverso il gadget cerca nel blog di google. Provate a cercare qualche parola di articoli precedenti o semplici curiosità e verrà aperta una finestra specifica all'interno del blog. Questo permetterà delle ricerche molto veloci e mirate su determinati argomenti di cui ho parlato in passato. 
4) Sulla sinistra ho inserito un elenco dei post più letti e più popolari che magari qualche lettore ha voglia di rileggere. 
5) Ultimo aggiornamento riguarda lo sfondo sotto il titolo. Al momento si tratta di un esperimento rispetto al titolo semplice e gradirei qualche vostro commento a riguardo. 
Per chi volesse sostenere il blog c'è il pulsante per le donazioni, anche se al momento è stato utilizzato solo una volta. ( spero che con il tempo qualche volenteroso contribuisca attivamente al blog) 
Colgo l'occasione per salutare tutti i miei lettori affezionati e non, e per ringraziarli per i loro commenti e per le loro considerazioni e ovviamente per le numerose visite. Grazie 



giovedì 28 aprile 2011

Il giappone e l'effetto tsunami: la produzione di auto crolla del 57%

Sono passati circa cinquanta giorni dalla tragedia che ha colpito il Giappone l'11 marzo scorso ( vedi il terremoto in giappone scuote anche le borse europee) e le conseguenze iniziano a vedersi anche da un punto di vista economico. 
La produzione di auto in Giappone a marzo e' crollata del 57,3% sull'anno precedente
L'Associazione nazionale dei produttori di vetture giapponesi (Jama) ha annunciato che il mese scorso sono state fabbricate solo 404.039 vetture. La catastrofe ha colpito duramente anche l'export, con un calo a marzo del 26,1% a 312.478 unita'.
La produzione domestica ha segnato crolli record per tutti i big del settore:
Non ho i dati precedenti ma penso che si tratti del peggiore calo di sempre su un singolo mese:
 -62,7% per Toyota a 129.491 unita', -62,9% per Honda a 34.754 unita' e -52,4% per Nissan a 47.590 unita'.

Gli altri dati macro giapponesi di oggi sono terrificanti:
Consumi delle famiglie giapponesi -8,5% dall'anno scorso
Produzione Industriale -15% dal mese scorso 
Il grafico sottostante parla da solo.....

Nuovi cantieri edili residenziali -2,4% rispetto all'anno precedente 

Credo che il giappone vivrà ancora dei mesi piuttosto difficili ma nella seconda metà dell'anno mi auguro che possa riprendere a pieno la propria attività produttiva ed industriale e tornare ai livelli pre-tsunami. 

Bernanke spinge Wall Street sui massimi dell'anno

Questa sera la Fed ha deciso di lasciare i tassi di interesse invariati tra lo 0% e lo 0,25% ( minimo storico a cui si trovano da dicembre 2008). Nessuna novità invece per quanto riguarda il piano di Quantitative Easing: il piano di acquisto da 600 miliardi di dollari  dovrebbe essere portato a termine nei prossimi mesi ( giugno 2011) senza ulteriori rinnovi. Nel comunicato si legge che la ripresa economica  sta procedendo a ritmo moderato e che le condizioni del mercato del lavoro continuano a migliorare gradualmente. Resta tuttavia depresso il settore immobiliare; continua invece il trend di espansione per i consumi e per gli investimenti delle imprese.
Bernanke ha detto, inoltre, di attendersi un primo trimestre «relativamente debole», sotto il 2 per cento di crescita del Pil, mentre nel 2011 dovrebbe arrivare al 3,1%-3,3% ( contro la precedente stima fissata a 3,4% a 3,9%). La Fed si attende un'accelerazione della crescita economica nel 2012 e nel 2013.
In miglioramento le stime sulla disoccupazione 2011 che sono state tagliate al 8,4-8,7% da 8,8-9%.

Wall street ha festeggiato queste notizie portandosi sui nuovi massimi dell'anno: 
Dow Jones a 12700 punti (+ 0,8%) , Sp500 a 1355 punti (+0,7%), Nasdaq 2869 punti (+0,8%).
Guardando questo grafico di lungo periodo sembra che l'indice Dow Jones possa continuare la propria salita verso i 13000 punti nelle prossime settimane anche perchè la rottura dei massimi precedenti ha riportato la fiducia degli investitori sull'attuale trend rialzista di lungo periodo iniziato a marzo 2009. 

Volendo fare una valutazione macroeconomica il mercato americano appare a mio avviso sopravvalutato rispetto ai valori fondamentali. I rischi di inflazione appaiono ogni giorno più evidenti ed il rialzo record dell'oro, salito a 1530 dollari l'oncia, e del petrolio, tornato a 113 dollari al barile dovrebbero far riflettere molto i vertici delle banche centrali del mondo, in particolare la Fed che continua con la propria politica espansiva a gonfiare una bolla azionaria che prima o poi è destinata a scoppiare. 

Vi lascio con i valori serali dei cds tratti dal sito Cnbc.
Per la cronaca i rendimenti dei titoli a due anni della grecia sono saliti al 24,5% 


martedì 26 aprile 2011

I debiti aumentano ma Wall Street festeggia

Gli ultimi dati macroeconomici parlano chiaro. La situazione dei debiti pubblici dell'area euro è ufficialmente allo sbando:
Italia: L'Italia, nel 2010, ha fatto registrare un rapporto Deficit/Pil al 4,6% e un debito al 119% del Pil. I dati se si confrontano con quelli del 2009 sono piuttosto negativi : Deficit/pil 2009 al 5,4% e debito pari al 116,1 % del Pil. 
In lieve calo la spesa pubblica, che nel 2010 si attesta al 50,5% del Pil, rispetto al 51,8% dell'anno precedente. In leggero ribasso anche le entrate al 46% del Pil rispetto al 46,5% del 2009.
La poco invidiabile classifica dei debiti pubblici dell'area euro è dominata dalla Grecia salita al 142,8% del proprio Pil, mentre l'Italia conquista un onorevole secondo posto con il 119%....A seguire ci sono il Belgio (96,8%), l'Irlanda (96,2%), il Portogallo (93%), la Germania (83,2%), la Francia (81,7%), l'Ungheria (80,2%), il Regno Unito (80%), l'Austria (72,3%), Malta (68%), Paesi Bassi (62,7%), Cipro (60,8%) e Spagna (60,1%). 
A proposito della Grecia l'Eurostat ha comunicato oggi che il deficit/pil greco nel 2010 si e' attestato al 10,5%, oltre le stime del governo di Atene, fissate al 9,4%. Anche il debito, supera le stime governative..... ( casualmente le stime ad Atene sono sempre sbagliate per difetto)
Nel 2009, la Grecia, prosegue Eurostat, ha fatto registrare un deficit/pil al 15,4% e un debito al 127,1%.
Contemporaneamente i rendimenti dei titoli greci hanno registrano nuovi record: i bond a 10 anni hanno toccato il 15% di rendimento mentre il titolo con scadenza a 2 anni ha raggiunto il 24%.
Ovviamente i Cds a 5 anni dei Piigs hanno subito una nuova impennata ed in particolare quelli della grecia:
Grecia  1474 ( nuovo record storico)
Portogallo 668
Irlanda 663
Spagna 250
Italia 155


Nel complesso nel 2010 il deficit/pil nell'Eurozona nel 2010 è calato dal 6,3% al 6%, mentre è aumentato il debito/Pil dal 79,3% all'85,1%. Analogo andamento nella Ue: il deficit scende da 6,8% a 6,4%, il debito aumenta da 74,4% a 80%. Dell'Irlanda il deficit più alto (32,4%).


In una intervista  Jose Manuel Gonzalez-Paramo, membro spagnolo del direttivo della Bce ha detto: 
«Un'eventuale ristrutturazione (attraverso il taglio del valore nominale dei titoli greci ndr.) avrebbe effetti sistemici dalle conseguenze difficilmente calcolabili» ha detto Paramo parlando a un convegno a Cordoba. Il banchiere centrale è convinto che tale eventualità avrebbe «un impatto addirittura più pesante del collasso della Lehman Brothers perché colpirebbe duramente i bilanci degli stati, mettendo in discussione la loro stessa solvibilità. Letale poi sarebbe sarebbe il colpo alla credibilità del sistema creditizio».



Se l'Europa trema l'America non può dirsi certamente serena. La situazione macroeconomica americana rimane estremamente debole e gli ultimi dati sul settore immobiliare lo dimostrano: L'indice Case Shiller è sceso del 3,3% dai livelli di febbraio 2010. Tale indice
esamina le variazioni nel valore (prezzo di vendita) del mercato immobiliare in 20 regioni degli Stati Uniti nello scorso anno.
Illustra quindi la forza del mercato immobiliare americano, che favorisce l'analisi dell'economia nel suo insieme.


Il grafico sottostante preso dal blog  Calculated Risk è molto chiaro e mostra il nuovo indebolimento del mercato americano. 
Se questa la chiamate ripresa economica.....


Al contrario Wall Street festeggia queste notizie portandosi sui nuovi massimi dell'anno: 

Dow jones +0,7% a 12570 punti
Sp500  + 0,8% a 1346 punti 
Nasdaq +0,8% 2848 punti



A milano la situazione rimane invece piuttosto complicata; nonostante il rally di Parmalat (+11% post opa di Lactalis , vedi articolo opa su parmalat a 2,60-euro ad azione) e la corsa di Fiat (+3,5%), l'indice quest'oggi ha chiuso in rialzo dello 0,56% a quota 21932 punti. 
Il mercato rimane compresso in una zona piuttosto ristretta e solo la rottura dei 22000 punti potrebbe innescare nuovi acquisti con target 22200-22300 punti.  Ancora deboli invece i titoli bancari : unicredit ( -0,2%) e intesa (-0,3% )
Vedremo come andrà a finire. 
Come ultima notizia vi segnalo il tasso di cambio euro dollaro arrivato a quota 1,465 ai massimi degli ultimi 16 mesi e il tasso euribor a 3 mesi salito all'1,38% ( mutui più cari per tutti....) . 


Opa su Parmalat a 2,60 euro ad azione ed il titolo vola

Apertura molto positiva quest'oggi per il titolo Parmalat. 
Il gruppo Lactalis, che al momento detiene il 28,969% delle azioni Parmalat, stamane ha lanciato un'Offerta Pubblica di Acquisto (Opa) ad un prezzo di 2,60 Euro ad azione, circa il 12,5% in più del prezzo di chiusura di giovedì scorso. Il titolo sospeso fino alle 9 e 40 si è portato immediatamente a ridosso di questo valore e ora viene scambiato a 2,5860. 

Lactalis ha comunicato alla Consob che per l'acquisizione della quota rimanente del gruppo di Collecchio sarà finanziata da quattro banche: Credit Agricole, Hsbc, Natixis e Société Générale.
Le azioni oggetto dell'offerta sono complessivamente 1.298.186.659 per un controvalore di 3,375 miliardi di euro. Il prezzo offerto incorpora un premio del 21,3% circa rispetto al prezzo di borsa delle azioni di Parmalat degli ultimi dodici mesi. Lactalis rende noto inoltre che intende mantenere Parmalat quotata alla Borsa di Milano e procederà, se necessario, al ripristino del flottante sufficiente ad assicurare il regolare andamento delle negoziazioni.
Lactalis "ribadisce la sua volonta' di sviluppare il proprio piano nel rispetto dell'italianita' di Parmalat , mantenendo la sede in Italia, salvaguardando gli asset produttivi, i dipendenti e la filiera italiana del latte, nell'interesse dell'economia del territorio". Lo rende noto la societa' francese nel comunicato con cui annuncia l'Opa sull'azienda di Collecchio. "Noi", ha dichiarato il presidente Emmanuel Besnier, "abbiamo un progetto di crescita ambizioso per Parmalat: farne il gruppo italiano di riferimento nel latte confezionato a livello mondiale, con sede, organizzazione e testa in Italia" .
Il prezzo dell'Opa lanciata dai francesi, pari a 2,6 euro per azione è inferiore ai 2,73 euro che sono il prezzo massimo pagato da Lactalis per acquisire azioni Parmalat negli ultimi mesi.
A questo punto gli azionisti di minoranza sono stati tutelati e anche loro potranno partecipare all'opa lanciata da Lactalis. Il mercato ora potrebbe scommettere su una contromossa della Cordata Italiana capeggiata da Intesa San Paolo. A mio avviso credo che il governo e il resto degli imprenditori italiani potrebbero scendere in campo con un'offerta pari a 2,80-3 euro ad azione e a quel punto Lactalis potrebbe abbandonare la partita. 

Ricordiamo qualche dato contabile di Parmalat: 
Ricavi 2010: 4360 Milioni di Euro
Profitto Lordo 2010 : 900 Milioni di Euro
Risultato operativo 2010 : 334 milioni di Euro
Reddito Netto 2010: 282 milioni di Euro

Andando a guardare lo stato patrimoniale del Bilancio di Parmalat si può intuire la bontà della società e il perchè Lactalis sia scesa in campo per acquisirla.
A partire dal 2005 il totale dei debiti finanziari di Parmalat sono scesi da 597 milioni di euro a 13,7 Milioni di euro ( nel 2010). Contemporaneamente le riserve e gli utili trattenuti sono passati da 221 Milioni di euro ( 2005) a 1720,8 Milioni di euro nel (2010). 
A fine 2010 inoltre in Cassa e Mezzi equivalenti risultavano 318 Milioni di euro. 

Vedremo se l'Italia combatterà per difendere questa bellissima società che è Parmalat. 



sabato 23 aprile 2011

Buona Pasqua 2011

Auguro una Buona Pasqua a tutti i miei lettori, con la speranza che questi giorni di festa siano lieti e sereni per tutti e che ognuno di voi li trascorra in famiglia o con gli amici ma, in ogni caso, con le persone a cui vuole bene.
Spero che la Pasqua possa portare anche un pò di serenità a livello internazionale dopo le tensioni degli ultimi giorni. 
Vi ricordo che la borsa italiana riaprirà martedì 26 aprile come potete controllare dal Trading Calendar 2011.

mercoledì 20 aprile 2011

Le borse tornano a correre,i problemi dei Piigs restano e l'oro sfonda i 1500 $

Borse in netto recupero quest'oggi. A spingere al rialzo i listini le trimestrali dei colossi americani dell'Informatica come Intel.
Pochi minuti fa l'indice Dow Jones ha aggiornato i massimi dell'anno portandosi a quota 12470 punti, ad un soffio dal livello chiave dei 12500 punti. 
Così la chiusura delle borse europee: 
Dax tedesco +2,9%
Cac francese +2,4%
Ftse Mib italiano +1,2%
Ftse 100 Inglese +2,1%
Ibex spagnolo +1,4%

Milano è stato il fanalino di coda delle piazze finanziarie europee quest'oggi a causa del settore bancario: Banco Popolare (-5%) Banca Popolare di Milano (-8,6%) Unicredit (-1%) Intesa (-0,4%) dopo le numerosi voci di possibili aumenti di capitale nei prossimi mesi sull'intero settore. 
Al momento il settore bancario è estremamente debole ma nei prossimi giorni potrebbe tornare interessante e si potrebbe tentare qualche acquisto qualora le condizioni tecniche migliorassero. 
Buoni rialzi invece per Fiat ( +4,6%), Saipem (+2,1%), dopo i risultati aziendali e per Stm(+4,8%).
Per quanto riguarda i debiti pubblici dei paesi europei la situazione rimane ancora preoccupante: 
I rendimenti dei titoli di stato a 5 anni della Grecia hanno toccato un nuovo record storico al 19,95%.
I rendimenti di titoli di stato a 3 e 6 mesi del Portogallo hanno  superato il 5% mentre il rendimento dei titoli con scadenza a 2 anni hanno superato il 10%.
L'asta spagnola in programma oggi è andata piuttosto bene: sono stati assegnati 3,4 miliardi di euro con scadenza nel 2021 e nel 2024 ( il target fissato era tra i 2,5 e i 3,5 miliardi di euro) tuttavia, la reazione del mercato ha rivelato ancora il persistere della tensione presente sui titoli di stato. I rendimenti sui bond spagnoli a dieci anni sono saliti al 5,472% rispetto al 5,162% di marzo. La Spagna si è trovata costretta così a pagare 31 punti base in più rispetto al mese scorso. 

In questo contesto l'oro, il bene rifugio per eccellenza ha toccato un nuovo record storico portandosi oltre i 1500 dollari l'oncia. Il grafico sottostante mostra l'incredibile rialzo iniziato nel lontano 2006. In soli 5 anni l'oro è passato da 400 dollari a 1500 dollari. Questo dimostra in tutta la gravità la reale situazione economica dei vari stati del mondo.


Per quanto riguarda il nostro indice che ha chiuso in rialzo dell'1,12% a quota 21502 punti, la situazione appare piuttosto incerta. Infatti sebbene il trend di brevissimo termine sia diventato rialzista dopo il test dei 21100 punti del 18 aprile, nel finale di seduta si è assistito ad una riduzione dei guadagni a seguito della mancata rottura dei 21600 punti. Questo potrebbe segnalare una certa debolezza nella mattinata di domani con target 21400-21350 punti ed eventualmente a 21250 punti. In caso di ulteriori ribassi le quotazioni dovrebbero riportarsi attorno ai 21100 punti. 
Al contrario in caso di nuovi rialzi l'eventuale rottura dei 21600 punti dovrebbe innescare ulteriori acquisti con target 21700 ed eventualmente 21800 punti. 


martedì 19 aprile 2011

Dividendi del Ftse Mib 2011

 Ecco l'elenco dei dividendi del 2011 per i titoli che fanno parte dell'indice Ftse Mib dal sito Soldi On Line.




La Grecia preoccupa ancora ma le borse provano un rimbalzo

Torniamo a parlare di Grecia anche oggi. Ormai è il tema principale sulle piazze finanziarie di tutto il mondo e le ultime notizie non sono per nulla confortanti.  I rendimenti dei titoli di stato a 10 anni della Grecia hanno toccato quest'oggi il 14,65% , l'ennesimo record storico da quando è nato l'euro. Situazione ancor più allarmante per i titoli a 2 anni che hanno toccato un rendimento del 20,52%!! 
I rialzi dei rendimenti odierni sono dovuti all'esito negativo dell'asta a 3 mesi dei titoli Greci. Infatti, sebbene siano stati collocati tutti 1,625 Miliardi di euro di titoli con scadenza a 13 settimane, il rendimento è salito  al 4,10% dal 3,85% dell'asta di Febbraio. Il Bid to cover ( cioè il rapporto tra domanda e offerta durante l'asta) è stato di 3,45 volte ma in calo dal 5,08 dell'asta precedente. 
Insomma gli investitori rimangono alla finestra e non vogliono prendersi troppi rischi acquistando bond della Grecia. 

In clima sereno, dopo i venti di tempesta di ieri, le borse hanno tentato un timido recupero sgonfiatosi parzialmente nel finale di seduta. A fine seduta il Ftse Mib ha chiuso in rialzo dello 0,31% a quota 21249 punti. Graficamente parlando la situazione di debolezza appare evidente e il rimbalzo odierno può essere considerato come una pausa salutare dopo i ribassi dei giorni scorsi. 
Probabile un ritorno in area 21200 e successivamente a 21100 punti già nella mattinata di domani. L'eventuale rottura dei 21000 punti potrebbe portare l'indice italiano al test dei 20800 punti, sui minimi dell'anno. Al contrario in caso di nuovi allunghi rialzisti le prime resistenze si trovano attorno ai 21350 punti e successivamente a 21400 e 21500 punti. 

lunedì 18 aprile 2011

Aggiornamento Cds, Grecia oltre i 1300 punti

A conclusione di questa giornata piuttosto movimentata vi lascio con l'ultimo aggiornamento dei Credit Default Swaps (Cds). Dopo tutte le notizie negative il Cds greco ha sfondato tutti i precedenti record portandosi a quota 1325 punti. Sappiamo che questi contratti non sono regolamentati e sono oggetto di speculazioni di massa ma un valore del genere è davvero oltre ogni limite. Il mercato ormai sta scontando lo scenario peggiore e il rendimento dei titoli di stato a 2 anni della Grecia ha raggiunto il 19,13%. Per fare un paragone se fate una scommessa sportiva sul Milan vincitore del campionato italiano di Calcio ( al momento quotato a 1,04) fate un investimento molto meno rischioso rispetto al comprare un titolo di stato Greco. 

Il grafico qui a lato è invece relativo ai Cds degli Usa quest'oggi saliti del 16,2% a quota 49,3 punti. Nei prossimi giorni sarà molto importante monitorare eventuali salite oltre i 52 punti che sarebbero un chiaro segnale di allerta per i listini americani e di conseguenza per i listini azionari internazionali. 

Tra Grecia e Usa, Milano crolla del 3%!!

Giornata campale quella odierna per gli operatori di borsa. Dopo un'avvio in ribasso il listino milanese Ftse Mib è crollato del 2,92% chiudendo a quota 21184 punti. Come avrete letto nei precedenti tre articoli, che vi consiglio di leggere,

le cattive notizie non sono di certo mancate nelle ultime 24 ore. 
In particolare preoccupa la situazione greca dove i rendimenti dei titoli decennali hanno raggiunto un nuovo record : 13,93%
Secondo un quotidiano greco , Atene avrebbe chiesto la ristrutturazione del debito all'Unione Europea e al Fondo Monetario internazionale e tale richiesta dovrebbe essere discussa a giugno insieme al ministro delle finanze greco. Atene ha ufficialmente smentito tale richiesta ma i rumors di borsa spesso celano profonde verità....
Nel pomeriggio la notizia di peggioramento dell'outlook americano da parte della società di rating S&P ha gettato gli investitori nel panico e nel giro di pochi minuti tutti gli indici europei sono crollati violentemente. Contemporaneamente il rendimento dei titoli di stato americani a 10 anni sono saliti dal 3,36% al 3,452%
Il Vix,che misura la volatilità dei mercati (comunemente detto l'indice della paura) sta salendo del 18% a quota 18,2 punti. 

A fine giornata il bilancio per Piazza Affari è stato piuttosto pesante. Tutti i titoli bancari hanno accusato profonde perdite riportandosi sui minimi delle ultime settimane. 
Graficamente parlando la rottura dei 21650 punti ha innescato un nuovo trend ribassista che dovrebbe avere un target finale di 21000 punti. La rottura di numerose medie mobili e altri importanti indicatori indica una netta pressione ribassista sul nostro indice. Per domani si prospettano due scenari. Da una parte il mercato potrebbe rimbalzare attorno ai 21300 e forse 21400 punti. Dall'altra è probabile una continuazione del movimento ribassista con primi supporti a 21100 punti e successivamente a 21000 punti. L'eventuale rottura dei 21000 punti potrebbe portare l'indice al test dei 20800 punti ( minimo di qualche settimana fa e di estrema importanza per il medio-lungo periodo). 

Per quanto riguarda l'america la situazione appare in bilico. Come avevo segnalato lo scorso 12 aprile in questo articolo ( venti di tempesta in agguato a wall street) sembra in formazione una sorta di doppio massimo di lungo periodo sul listino americano. L'eventuale rottura dei 1290 punti dell'sp500 dovrebbe innescare un ulteriore affondo verso quota 1280 e successivamente a 1250 punti. Solamente la rottura dei 1350 punti darebbe un segnale di forza del listino americano ma in questo momento tale scenario appare poco probabile. 

La Grecia spaventa e le borse Crollano

Nuvole scure volteggiano sopra la Grecia. I rumors sull'imminente Default Greco si fanno giorno dopo giorno sempre più insistenti e i vari analisti cercano di capire l'eventuale impatto di una ristrutturazione del debito.
In Borsa quest'oggi soffrono in particolare i titoli finanziari che rischiano importanti svalutazioni sui bond governativi greci in portafoglio.

Di seguito le esposizioni a dicembre 2010 per i titoli coinvolti in Piazza Affari.

L'esposizione netta di Generali è pari a 500 milioni di euro ( ricade su tutti i conti della compagnia), mentre l'esposizione Lorda è pari a 3 Miliardi di euro (l'esposizione ricade sulle polizze dei clienti). 
Unipol ha una esposizione netta di 30 Milioni di euro, lorda di 93 milioni.
Fondiaria-Sai ha una esposizione netta di 84 Milioni di euro, lorda di 155 milioni di euro. 
Milano assicurazioni ha una esposizione netta di 27 milioni, 41 milioni al lordo.
Unicredit ha 900 Milioni di Euro di bond greci, Intesa-San Paolo ne ha 600 Milioni di Euro. Banco Pololare ha 80 Milioni di euro di bond Greci. Mediobanca ha una esposizione di circa 200 Milioni di Euro. Banca Mediolanum ha 140 Milioni di euro sui governativi greci. 

Complessivamente quindi stiamo parlando di una esposizione lorda di 5,2 Miliardi di euro per le nostre aziende e le ripercussioni in tal senso sarebbero piuttosto gravi. 
Molto interessante è il grafico sottostante delle esposizioni complessive dei paesi europei sui titoli dei Pig ( Portogallo, Irlanda, Grecia). 
Come potete notare Germania e Gran Bretagna che spesso vengono considerati dei porti sicuri sono estremamente esposti sui paesi periferici dell'area Euro. 
Di notevoli dimensioni anche l'esposizione francese ed Americana 
Di conseguenza un eventuale Default seppur parziale di questi paesi provocherebbe un effetto domino di proporzioni colossali, a mio avviso ben peggiori del tristemente noto fallimento di Lehman Brothers. 



Altra tabella molto interessante è questa relativa all'indebitamento dei paesi europei.
Il rapporto Debito Pubblico/Pil della Grecia è salito al 152% mentre quello Italiano si attesta al 120% e quello Irlandese al 114%. 



Allarme rosso: outlook negativo per gli Usa



Pochi istanti fa la società "Standard & Poor's ha lasciato invariato il rating americano al livello AAA ma ha rivisto a negativo l'outlook sugli Usa". La notizia ha avuto effetti disastrosi sui listini azionari. In pochi minuti il Ftse Mib è passato da -1,8% a -2,7%. Vedremo cosa accadrà a fine giornata.

domenica 17 aprile 2011

L''Europa esiste ancora?

Era il 7 Febbraio 1992 quando venne firmato il trattato di Maastricht ( entrato poi in vigore dal 1993),  che decretava l'inizio dell'Unione Europea (UE), un soggetto politico a carattere sovranazionale ed intergovernativo. L'Unione, dal 1 Gennaio 2007, comprende 27 paesi membri, indipendenti e democratici, 17 dei quali adottano una moneta unica (Euro) e sono regolamentati dalla Banca Centrale Europea (Bce).
Cosi come è stata creata l'Unione consiste in una zona di libero mercato, in una unione doganale nata nel 1957 con il trattato di Roma, e completata tra i paesi aderenti agli accordi di Shengen che garantiscono ai loro cittadini libertà di movimento, lavoro e investimento all'interno degli stati membri. 
L'Unione europea presenta inoltre una politica agricola, commerciale ed una politica della pesca comune.

Questa è in breve l'Europa, o almeno quello che doveva essere circa 20 anni fa, quando esistevano dei progetti comuni, delle idee comuni e soprattutto la volontà di affrontare insieme un percorso di crescita economica.
Cosa è oggi l'Europa? Un insieme di stati che fanno finta di cooperare ma che nella pratica pensano al proprio destino e ai propri interessi economici.
Le differenze in questi 20 anni non si sono colmate, anzi, molti paesi hanno peggiorato la loro situazione economica e la moneta unica ha legato le mani alle azioni di politica economica e fiscale nei paesi più deboli. 

Mai come in questi giorni l'Italia si è trovata sola in ambito Europeo, sia a livello politico che a livello economico. Le tensioni tra Francia e Italia stanno salendo giorno dopo giorno a causa dell'immigrazione dei profughi di guerra provenienti dalla Libia. 
La notizia del giorno è piuttosto scioccante: i convogli ferroviari provenienti dall'Italia sono stati bloccati (per maggiori informazioni vi lascio all'articolo della Repubblica la francia blocca i treni).
La Francia è stata la prima a lanciare l'attacco aereo sulla Libia e ora chiude le frontiere. Personalmente non mi sembra un comportamento corretto e probabilmente è in contrasto con numerose normative europee ( non sono esperto a riguardo quindi potrei sbagliarmi).
Resta il fatto che le tensioni economiche e politiche tra Francia e Italia potrebbero avere notevoli conseguenze considerando che alcuni partiti politici hanno consigliato di boicottare i prodotti francesi ( umberto bossi: giusto boicottare prodotti francesi ).
Il resto d'Europa vacilla a causa della crisi economica che attanaglia il mondo ormai da 3 anni e a causa dell'impennata dell'inflazione e delle materie prime ( petrolio in primis). 

Da un punto di vista finanziario la situazione è drammatica. L'europa doveva permettere una maggiore crescita e una maggiore omogeneità tra i vari paesi. 
Nel progetto iniziale l'europa doveva essere solida, unita, capace di affrontare al meglio le crisi economiche ma in questo momento ognuno sembra pensare a se stesso. 
Adesso ci troviamo di fronte a paesi in buona crescita ( Germania e Francia) e paesi ad un passo dal fallimento ( Grecia, Irlanda, Portogallo). 
I mercati finanziari già da tempo mostrano queste spaccature e i rendimenti a 10 anni dei vari titoli di stato esprimono più di mille parole le differenze ormai incolmabili tra i vari paesi: 
I Titoli Tedeschi a 10 anni hanno un rendimento del 3,4%
I Titoli Italiani a 10 anni hanno un rendimento del 4,7%
I Titoli Spagnoli a 10 anni hanno un rendimento del 5,4%
I Titoli Portoghesi a 10 anni hanno un rendimento del 9%
I Titoli Irlandesi a 10 anni hanno un rendimento del 9,5%
I Titoli della Grecia a 10 anni hanno un rendimento del 13,3%

A mio avviso il progetto di Europa si sta sgretolando giorno dopo giorno e credo che tra qualche anno alcuni paesi potrebbero decidere di abbandonare l'Unione Europea per salvaguardare i propri interessi. 
Ho sempre creduto nell'Europa come istituzione e come progetto per il futuro ma ora sinceramente inizio a dubitarne anche io.