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lunedì 27 febbraio 2012

Milano torna a scendere ma il finale lascia ben sperare....


Chiusura in ribasso per l'indice Ftse Mib quest'oggi. A fine seduta il principale listino italiano ha accusato un calo dell'1,08% a quota 16308 punti ma in deciso recupero rispetto ai minimi di seduta. A pesare su Piazza Affari è stata   la decisione della Consob, confermata già venerdì 24 febbraio, di abolire il divieto delle vendite allo scoperto e che ha permesso agli operatori di tornare a praticare il loro sport preferito (lo short selling appunto). A mio avviso avrei prolungato questo divieto per qualche altra settimana, almeno fino a quando la situazione economica non fosse migliorata ulteriormente.  
Osservando il grafico con candele orarie si può notare il violento recupero partito nell'ultima ora di contrattazione che ha permesso al nostro indice di dimezzare le perdite e che preannuncia una buona partenza anche per domani mattina. A questo punto va sottolineato che la tenuta del supporto dei 16150-16140 punti potrebbe aver innescato un nuovo trend rialzista di breve periodo che potrebbe durare per i prossimi 2-3 giorni. Infatti anche l'oscillatore Macd (rappresentato dalle due linee al di sotto dei prezzi) sembra essere pronto ad una inversione rialzista che potrebbe riportare l'indice dapprima a 16500 punti e successivamente attorno ai 16600 e 16800 punti. Per gli investimenti di lungo periodo va ricordato che soltanto una chiusura al di sopra dei 16800 punti dell'indice decreterebbe la fine del trend ribassista di lungo periodo ma al momento il mercato non ha ancora avuto la forza di violare questi livelli. 
In caso di nuovi ribassi, un ritorno al di sotto del supporto chiave dei 16150 punti sarebbe piuttosto allarmante e potrebbe innescare nuove vendite con primi target a 16000 punti e successivamente a quota 15800 punti. 



Sul fronte macroeconomico va sottolineato l'ottimo esito delle aste dei titoli di stato italiani di venerdì scorso e di quella odierna. 

Il Tesoro italiano infatti venerdì 24/02 ha collocato 3 miliardi di euro di bond con scadenza nel 2014 ad un tasso del 3,013%, inferiore a quello dell'asta precedente, che era stato del 3,763%. 
Il rapporto bid-to-cover è salito a 1,93, contro gli 1,71 dell'ultimo collocamento dello scorso 26 gennaio avente per oggetto i titoli con la stessa scadenza. 


Quest'oggi invece l'Italia ha collocato il massimo target prefissato, superiore ai 12 miliardi di euro di titoli di stato. Il Tesoro ha offerto Bot con scadenza a sei mesi a un rendimento dell'1,202%, in ribasso rispetto al tasso dell'1,969% dell'ultimo collocamento avente per oggetto gli stessi bond, avvenuto lo scorso 27 gennaio. Il rapporto bid to cover si è attestato a 1,36.

Sono stati inoltre collocati anche titoli di stato a 295 giorni, a un tasso dell'1,29%; in questo caso il bid to cover è stato pari a 2,19. 
Complessivamente si può parlare in tutta tranquillità di un ottimo esito di queste aste. Va sottolineato  infatti sia il netto calo dei rendimenti offerti, sia la buona domanda registrata nelle aste. Dato molto importante questo alla luce dell'importo rilevante , superiore ai 12 Miliardi di Euro, collocato quest'oggi . 

Piuttosto stabile invece lo Spread Btp-Bund a 10 anni a quota 359 punti base. 

giovedì 23 febbraio 2012

Milano chiude in rosso: prese di beneficio o fine del Rally?


Chiusura in deciso ribasso per la borsa di Milano quest'oggi. A fine seduta il Ftse Mib ha accusato un calo dell'1,48% chiudendo a quota 16312 punti, vicina ai minimi di seduta. A penalizzare il listino sono stati sopratutto i titoli bancari (Unicredit -6%, intesa -2,2%) e Fiat (-4,5%) dopo i rialzi dei giorni scorsi. 
Graficamente si può osservare che la situazione appare in deciso peggioramento rispetto ai giorni scorsi e la chiusura al di sotto della media a 200 giorni (segnalata dalla linea blu) potrebbe essere interpretato come un segnale d'allerta. Va sottolineato che il doppio massimo decrescente realizzato in area 16800 punti in questa settimana, unita alla rottura al ribasso della trendline rialzista partita a inizio gennaio lasciano più di qualche dubbio sulla prosecuzione dei rialzi di breve periodo. A questo punto è ipotizzabile un test del primo supporto passante in area 16200 punti ed in caso di rottura fino 16000 punti. L'eventuale break-out dei 16000 punti potrebbe innescare ulteriori ribassi con successivi target a 15800 punti ed eventualmente anche a 15600 punti. 
Al contrario in caso di nuovi spunti rialzisti il ftse mib dovrebbe riportarsi in area 16400 punti e successivamente a quota 16500 punti. ulteriori allunghi potrebbero proiettare il nostro indice in area 16600 punti ed eventualmente a 16800 punti. 
Tuttavia, osservando con attenzione la figura venutasi a formare negli ultimi giorni questo secondo scenario appare a mio avviso meno probabile e va sottolineato che, se non sbaglio, da lunedì sarà sospeso il divieto di vendite allo scoperto sui titoli italiani ( cosa molto sospetta visto che la crisi è tutt'altra che finita )...

Vi lascio con un ultimo grafico: 



Si avete letto bene il rendimento dei titoli della Grecia a 1 anno ha raggiunto il 730%. Ma come lunedì è stato approvato il piano salva-grecia da 130 Miliardi e i rendimenti salgono ?? C'è qualcosa che non mi torna (il default è sempre più vicino).  

martedì 21 febbraio 2012

Il Dow jones tocca i 13000 punti ma poi scende


Sono passati 4 anni dall'ultima volta che il Dow Jones aveva toccato i 13000 punti e quest'oggi questo momento tanto atteso dai trader di Wall Street è finalmente arrivato. Tuttavia nel giro di pochi minuti il clima di euforia è improvvisamente cambiato e il Dow Jones è sceso di quasi 90 punti nella successiva ora lasciando qualche dubbio sulla possibile prosecuzione di questo rally nel breve periodo. 
A fine seduta il principale listino americano ha recuperato terreno e ha chiuso l'ennesima giornata in territorio positivo a quota 12966 punti in rialzo dello 0,12%. 
Va sottolineato che dai minimi del 4 ottobre 2011 l'indice americano è salito del 25% passando da 10400 punti ai 13000 punti odierni. Inoltre nelle ultime sedute i vari oscillatori iniziano a segnalare una preoccupante fase di ipercomprato che raramente si è verificata in passato (parliamo di 2-3%). 


Ad esempio si può osservare che il Roc % a 133 giorni ha raggiunto un valore che è stato toccato solo l'8 marzo del 2011 e precedentemente nei giorni precedenti al flash crash di maggio 2010 (http://thebesttrader.blogspot.com/2010/05/paura-wall-street.html). A mio avviso il mercato americano è in questo momento un po' troppo euforico e non sarei sorpreso da dei violenti cali anche nell'ordine del 3-4% in poche sedute. In tal senso i primi target ribassisti potrebbero trovarsi a quota 12750 punti e successivamente a 12500 e 12250 punti dove transita un importante supporto statico di lungo periodo. 


lunedì 20 febbraio 2012

I mercati scommettono sul salvataggio della Grecia e Milano rompe al rialzo la media a 200 giorni

20/02/2012 questa data forse rimarrà impressa in molti investitori perché nel bene o nel male questa sera accadrà qualcosa di importante sul futuro economico della Grecia, sul futuro economico dell’Europa e dell’Euro e probabilmente sulle sorti dell’economia Globale. I mercati finanziari quest’oggi complice la chiusura di Wall Street hanno vissuto una giornata caratterizzata da bassa volatilità (non accadeva da mesi una giornata così tranquilla) e dal rialzo delle quotazioni dei vari titoli. Guardando i grafici sembra che gli investitori diano ampia fiducia al varo dei 130 Miliardi di euro per il salvataggio della Grecia e i dati di chiusura di Milano sono senz’altro positivi. 




L’indice Ftse Mib è salito dell’1,07% chiudendo a quota 16724 punti e al di sopra della Media Mobile semplice a 200 giorni segnalata in blu nel grafico(da sempre un ottimo strumento  utilizzato anche dai principali fondi comuni per calibrare le proprie scelte di investimento nel lungo periodo). Era da Maggio 2011 che l’indice Italiano non si trovava al di sopra di questa media mobile e ciò potrebbe innescare ulteriori acquisti nei prossimi giorni, soprattutto se venissero violate le successive resistenze statiche poste in area 16800 punti e successivamente a 17000 punti. L’eventuale rottura di questi livelli contribuirebbe ad alimentare un rinnovato ottimismo sul mercato italiano con successivi target a 17500 e 18000 punti nelle prossime settimane.
Al contrario se questa sera dovessero sopraggiungere notizie infauste sul salvataggio della Grecia con conseguenti nuovi crolli borsistici, la rottura odierna al rialzo di tale media mobile dovrebbe essere interpretata come un falso segnale e bisognerebbe assumere una posizione difensiva del proprio portafoglio azionario. Difficile capire cosa accadrà questa sera anche perché il rendimento dei titoli di stato della Grecia a 1 anno è salito al 615%...

Andando invece ad analizzare l’andamento dei rendimenti dei titoli di stato si possono riscontrare numerosi aspetti positivi per ciò che riguarda l’Italia:

I btp a 10 anni quest’oggi offrono un rendimento del 5,48% (ai minimi da ottobre 2011) e al di sotto dell’importante soglia di guardia del 6%.  
I btp a 5 anni offrono un rendimento del 4,32% (ai minimi da settembre 2011)
I titoli di stato a 2 anni offrono un rendimento del 2,97% ( ai minimi da aprile 2011).

Contemporaneamente lo spread tra btp e bund tedeschi a 10 anni si è ridotto a 352 punti base (ai minimi da settembre 2011).


Tali valori esprimono più di mille parole l’efficacia e la rinnovata stima a livello nazionale ed internazionale dell’Italia (merito a mio avviso soprattutto dell’impulso dato dal nuovo premier Mario Monti che ha attuato delle manovre di urgenza per salvare il paese dal collasso economico).
In tal senso infatti va sottolineato che i rendimenti dei titoli di stato italiani sono scesi nell’ultima settimana senza alcun intervento da parte della BCE ( non sono stati acquistati titoli di stato di nessun paese dell’area euro). Va evidenziato che la scorsa settimana i valori dei bond italiani sono balzati per la sesta settimana consecutiva, mettendo a segno l'arco temporale più lungo di rialzi dall'agosto del 2006, non male per un paese in piena crisi economica.
La prossima importante sfida che il governo dovrà affrontare riguarda la Crescita Economica. A mio avviso era necessaria una politica di lacrime e sangue per assestare i conti dell’Italia e per evitare il default ma a questo punto si rende necessario attuare una politica economica volta alla crescita, al futuro dei giovani (riduzione del valore spaventoso del 31% di disoccupazione giovanile) e al futuro del 15% della popolazione che ora si trova al limite della povertà. Un paese oltre a contenere le spese deve essere in grado di produrre e di dare un futuro alle nuove generazioni altrimenti non potrà far altro che fallire nel lungo periodo. 

mercoledì 15 febbraio 2012

L’Italia è in recessione mentre la Grecia è vicina al collasso.


Gli ultimi dati macroeconomici parlano chiaro: il Pil dell'Eurozona nel quarto trimestre del 2011 è sceso dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, mentre ha registrato un incremento dello 0,7% rispetto al corrispondente periodo dell'anno scorso.
In altre parole il 2011 è stato un anno di debole crescita economica in Europa ed il rallentamento registrato durante l’ultimo trimestre è stato piuttosto significativo. Osservando i singoli paesi si può osservare che ci sono enormi differenze tra paesi come Francia e Germania che hanno visto il loro Pil registrare lievi crescite e paesi come Grecia ed Italia che si trovano in recessione. A mio avviso il primo trimestre del 2012 potrebbe essere altrettanto negativo e la vera ripresa economica potrebbe iniziare tra la fine del 4 trimestre del 2012 e l'inizio del 2013. 
Grecia:
L'economia greca ha subito una contrazione del Pil pari al 7% tendenziale nel quarto trimestre. Si tratta di un dato ancora peggiore delle ultime stime, che prevedevano una contrazione del 6% legata all'impatto dei tagli alle retribuzioni e degli aumenti delle tasse chiesti da Ue e Fmi. A seguito dell’ulteriore piano di austerity votato qualche giorno fa l’economia Greca rischia di avvitarsi sempre di più in un vortice di debiti e di recessione.
Le tensioni politiche di questi giorni, in merito allo slittamento del pacchetto di aiuti da 130 miliardi di euro da consegnare ad Atene, contribuiscono alle tensioni sui mercati finanziari, in particolare per quanto riguarda la borsa greca ( ATHEN INDEX COMPOS -5,1% quest'oggi a quota 776 punti). 



Italia:
Il prodotto interno lordo dell'Italia è sceso dello 0,7% su base trimestrale e dello 0,5% su base annua. Il dato è risultato peggiore delle previsioni, in quanto gli analisti si aspettavano una flessione dello 0,4% su base trimestrale. Si tratta del secondo trimestre negativo per l'economia italiana (-0,2% in quello precedente), cosa che da un punto di vista economico fa parlare di Recessione Tecnica per l'Italia. L'ultima volta in cui l'Italia ha versato in condizioni di recessione è stato nel 2009, quando il prodotto interno lordo è crollato -5,1%.

Se a questi numeri aggiungiamo che le famiglie italiane hanno perso circa un 4% (è una mia stima ottimistica) del loro potere di acquisto a causa dell'inflazione (2,5% circa) e dell'aumento della pressione fiscale possiamo concludere che il 2011 è stato un anno molto negativo per l'economia italiana e il 2012 rischia di essere altrettanto negativo.  
Il paragone con l'andamento dei Pil francese e tedesco, mette evidenza ancora una volta le condizioni negative in cui versa il paese. 
Francia
Infatti il Pil Francese, con il  che è salito dello 0,2% su base trimestrale (dato preliminare del quarto trimestre del 2011), contro il -0,2% atteso. Su base annua, la crescita è stata +1,4%
Germania
Meglio delle stime è stato anche il Pil tedesco, in calo -0,2% su base trimestrale, che parlavano di una contrazione pari a -0,3%. Inoltre, l'ufficio di statistica tedesco ha rivisto al rialzo la crescita tedesca della Germania del terzo trimestre a +0,6% da +0,5% comunicato inizialmente.

Personalmente credo che l'Europa sia sempre più divisa sia da un punto di vista politico che da un punto di vista economico. Le disparità si stanno allargando sempre di più e le condizioni economiche in cui versano i cittadini europei sono estremamente diverse a seconda del paese di residenza, basti pensare alle drammatiche condizioni in cui sono costretti i cittadini greci a causa del piano di Austerity. 

Per risolvere la situazione attuale credo sia necessario un grande impegno politico da parte dei principali leader europei  in tal senso l'incontro tra il premier Mario Monti e la cancelliera tedesca Angela Merkel di venerdì potrebbe essere determinante per decidere le sorti della Grecia) e un grande impegno finanziario da parte della Bce. In tal senso credo che l'europa possa giocare ancora due carte per salvare la Grecia e per salvare l'euro dal collasso:
1) Attuare una manovra espansiva attraverso il taglio dei tassi di interesse allo 0% ( così come è stato fatto dalla Fed in precedenza) 
2) Attuare un prestito per il rilancio dell'Economia Greca magari stile LTRO ( prestiti all'0,5-1% per 3 anni per finanziare nuovi progetti industriali, nuove attività produttive, nuovi investimenti nel settore delle costruzioni a livello pubblico in grado di riattivare il ciclo economico attualmente avvitato tra disoccupazione, pressione fiscale e recessione).
Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni in tal senso...

lunedì 13 febbraio 2012

L'asta dei Bot delude e Milano chiude in pari


Il Tesoro italiano ha collocato sul mercato 8,575 miliardi di euro di bot con scadenza a dodici mesi (15/02/2012) ad un tasso di interesse del 2,23%, in calo rispetto al rendimento del 2,735% dell'asta precedente. Tuttavia il bid to cover ha registrato una flessione a 1,09, in calo dall' 1,27 precedente. Tale valore risulta estremamente preoccupante, infatti la domanda è stata appena superiore all'offerta, risultando pari rispettivamente a 9,272 miliardi di euro a fronte dei 8,575 miliardi di euro collocati. La Banca d'Italia in merito ha fatto sapere che su questo risultato può aver influito un problema tecnico che ha indotto un rallentamento nella ricezione delle domande inviate da diversi operatori, pervenute in Banca d'Italia dopo il termine delle 11 e che quindi sono state scartate dalla procedura d'asta". 
Inoltre sono stati emessi anche dei bot con scadenza a 127 giorni (giugno 2012), ovvero a quattro mesi, all'1,546%. La domanda è stata pari a circa 8,5 miliardi a fronte di 3,5 miliardi di Bot collocati. In questo caso il bid to cover è stato pari a 2,45 un valore decisamente soddisfacente. 
A mio avviso questo l'esito delle due aste odierne è di difficile interpretazione. Da una parte risulta piuttosto deludente sul fronte della domanda da parte degli investitori in merito ai titoli a 1 anno (al di la dell'errore tecnico credo che la domanda sia stata decisamente debole) mentre è soddisfacente in relazione al calo dei rendimenti offerti rispetto alle ultime aste. 
Osservando i rendimenti sul mercato secondario dei titoli di stato a 10 anni quest'oggi si registra un valore del 5,60%, ben lontano dai livelli record registrati a fine 2011 ma ancora troppo elevati per poter parlare di ripresa economica e di fine della crisi finanziaria. 
Da segnalare il rialzo nelle ultime ore di contrattazione dello spread con i titoli tedeschi a 10 anni balzato da 347 punti base (minimo odierno) ai 367 punti della chiusura.  



Per quanto riguarda l'indice Ftse Mib lo scenario ribassista ipotizzato  nell'articolo di giovedì scorso (http://thebesttrader.blogspot.com/2012/02/fine-del-rally-per-milano.html ) sembra trovare conferme giorno dopo giorno. Infatti la chiusura odierna sui minimi di seduta (+0,05% a quota 16369 punti) evidenzia la debolezza dell'indice negli ultimi 3 giorni che a questo punto sembra essere proiettato verso quota 16200 punti ed eventualmente fino a 16000 punti. A supporto di tale ipotesi si può notare la mancata rottura della media mobile a 200 giorni (linea blu) che denota la permanenza del trend ribassista di lungo periodo e il contemporaneo taglio ribassista dell'oscillatore stocastico rappresentato al di sotto del grafico dei prezzi. In tale contesto cercherei di evitare acquisti affrettati se non per operazioni intraday e con stop loss rigidi e vicini ai prezzi di ingresso. 

Atene dice di si al piano di Austerity ma Atene è in fiamme


Con 199 voti a favore e 74 contrari il parlamento greco ha votato a favore del piano di Austerity lacrime e sangue previsto dal governo del primo ministro Lucas Papademos.
Il pacchetto prevede una radicale riforma del mercato del lavoro, con una profonda deregulation; una diminuzione di oltre il 20% del salario minimo garantito e un taglio delle pensioni; una drastica economia di spesa in settori come la difesa, gli ospedali e le autonomie locali; la vendita dei gioielli di famiglia, come le quote pubbliche in petrolio, gas, acqua e lotteria. 

"La scelta non è tra i sacrifici e non fare sacrifici, ma tra i sacrifici e qualcosa di inimmaginabile", queste le parole del premier greco per convincere il Parlamento a votare a favore di questo nuovo intervento. 


All'esterno del parlamento la protesta di migliaia di manifestanti è sfociata in guerriglia urbana. Negozi devastati, incendi, feriti, scontri con la polizia. 

Sono molto vicino alla popolazione greca in questi momenti difficili e mi auguro che la situazione economica possa migliorare miracolosamente in breve termine ma se devo essere realista credo che a questo punto il Default e l'eventuale uscita dall'euro possa essere considerata un opzione (nel breve periodo sarebbe una tragedia ma nel lungo periodo non necessariamente sarebbe la peggiore soluzione per la popolazione greca). 
Gli ultimi dati macroeconomici parlano di un tasso di disoccupazione giovanile a novembre 2011 salito al 48%. Con queste ulteriori manovre di Austerity quale futuro potrà esserci per i giovani greci e sopratutto quale futuro potrà avere la Grecia? 



giovedì 9 febbraio 2012

Fine del rally per Milano?


Chiusura in leggero ribasso quest'oggi per il Ftse Mib (-0,09%) a quota 16653 punti. Da un punto di vista grafico la situazione mi sembra alquanto preoccupante per svariati motivi sia di natura grafica che di natura macroeconomica:
1) La chiusura in territorio negativo e ben al di sotto del valore di apertura di circa 16800 punti. Inoltre domani è venerdì, giornata in cui solitamente scattano le prese di beneficio.
2) La mancata rottura della media mobile a 200 giorni.Sia ieri che oggi il listino italiano ha testato già due volte la resistenza chiave dei 16840-16850 punti (dove appunto transita la media mobile a 200 giorni segnalata dalla linea blu). La giornata di domani sarà determinante il tal senso. Qualora l'indice dovesse essere respinto per la terza volta da questo valore credo che dovremo aspettarci alcuni giorni di ribassi con target intermedi a 16500 punti e successivamente anche a 16200 e  16000 punti.
3) Si è formato un gap di prezzo due sedute fa che potrebbe essere interpretato come gap di esaurimento dell'uptrend in corso dal 10 di gennaio.
4) Al di sotto del grafico si può osservare che l'oscillatore stocastico ha raggiunto un livello di ipercomprato notevole (vicino a quota 90) e sembra vicino ad un taglio ribassista della linea verde che segnalerebbe una chiara inversione del trend rialzista in atto. Da segnalare che quando si era verificato uno scenario simile ad ottobre 2011 tale l'indice italiano passò da 17000 punti a 14000 punti nel giro di poche settimane.
5) Dal 10 di Gennaio 2012 l'indice Ftse mib ha registrato un incremento di quasi 2400 punti passando dai 14400 punti ai 16848 registrati oggi, pari ad un rendimento del +16,5% in un mese! 
6) I grafici degli indici americani mostrano dei valori di ipercomprato estremamente accentuati. 
In particolare l'indice Sp500 dai minimi registrati il 04/10/2011 ha realizzato un incremento superiore al 25% passando dai 1074 punti ai 1352 punti odierni. Va tuttavia segnalato che l'indice americano ha chiuso le ultime 6 settimane sempre in territorio positivo e i valori registrati dall'oscillatore stocastico  di 96,35% a livello giornaliero e del 96,25% a livello settimanale mostrano una chiara situazione di ipercomprato. Difficile capire quando ci sarà un'inversione di tendenza in tal senso ma va segnalato che valori simili erano stati registrati a febbraio 2011 e che segnalai in questo articolo  (http://thebesttrader.blogspot.com/2011/02/e-se-un-giorno-arrivasse-un-cigno-nero.html) e che vi consiglio di leggere.


Per la cronaca il giorno successivo la borsa di Milano iniziò il proprio trend ribassista accusando un calo del 3,6% e chiudendo a 22230 punti ( vedi   http://thebesttrader.blogspot.com/2011/02/la-libia-spaventa-piazza-affari-e.html  dove scrissi testuali parole:  "Molti saranno sorpresi del calo odierno, sopratutto con la borsa americana chiusa. Nella mia esperienza sui mercati posso dirvi che nulla accade per caso sui mercati finanziari , e se da domani anche gli indici americani iniziassero a scendere violentemente credo che dovremo abituarci a vedere il colore rosso sui nostri monitor per qualche settimana")
7) Da un punto di vista macroeconomico non dimentichiamoci della Grecia
Sebbene sia stato raggiunto l'accordo sui tagli al settore pubblico della Grecia e sui minimi salariali, l'eurogruppo non ha ancora sbloccato i 130 miliardi di euro (forse 145 miliardi di euro) per salvare Atene dall'imminente Default. Qualora la situazione dovesse collassare in tal senso ( la dead line è il 20 marzo come già scritto in questo post http://thebesttrader.blogspot.com/2012/01/la-grecia-ha-2-mesi-di-vitama-anche-il.html) credo che i listini torneranno rapidamente a scendere e sarà opportuno valutare oculatamente le proprie strategie di investimento. 

In conclusione, in questo momento propenderei per una posizione neutrale sul mercato in attesa dell'evoluzione degli scenari macroeconomici e degli scenari grafici sopra descritti.



martedì 7 febbraio 2012

Unicredit superstar: +100% in meno di un mese


Non è passato nemmeno un mese dal fatidico 9 gennaio 2012 quando nel primo giorno dell’aumento di capitale il titolo Unicredit toccò quota 2,20 euro ad azione. In quei giorni di panico il titolo era in caduta libera e scrissi un articolo piuttosto interessante il giorno dopo (http://thebesttrader.blogspot.com/2012/01/scatta-il-recupero-milano-3-unicredit-6.html) sulla possibile evoluzione azionaria della principale banca italiana quotata a piazza affari con un target fino a 4 euro. 
A conti fatti, dopo un mese, chi ha partecipato all’aumento di capitale di Unicredit è riuscito a recuperare gran parte delle perdite dell’ultimo periodo. Quest’oggi infatti il titolo ha chiuso a quota 4,38 euro ad azione, dopo aver toccato i 4,396 euro ad azione. 
Chi fosse riuscito ad acquistare il titolo a quei prezzi (2,20 euro ad azione) avrebbe realizzato un incredibile guadagno del 100% in meno di un mese, una performance che raramente si può osservare sui mercati finanziari, neppure nei periodi di alta volatilità come quelli degli ultimi mesi. Ancor più sbalorditiva è la performance degli investitori che hanno deciso di speculare al rialzo sui diritti proprio il 9 di gennaio (quando hanno toccato un valore di 0,47 euro). Nel giro di pochi giorni dall’inizio dell’aumento di capitale, i diritti sono saliti fin quasi a 3 euro realizzando una performance superiore al 500% . 
Come avevo sottolineato già dai primi giorni dell’aumento di capitale, i volumi mostravano una chiara inversione rialzista di lungo periodo che hanno sostenuto la crescita dei prezzi. Ciò risulta ancor più evidente nel grafico sottostante:


A questo punto sembra che il titolo dovrebbe proseguire la propria corsa fino ai 4,5 euro ad azione dove incontrerà le prime significative resistenze e successivamente verso i 5 euro ad azione. A supporto di tale ipotesi  va sottolineato che il prezzo di chiusura odierno si trova al di sopra delle medie mobili a 25 e 56 giorni che sono state violate al rialzo già nei giorni scorsi.  


Per quanto riguarda l’indice Ftse Mib (+0,62% a quota 16491 punti) la situazione appare in deciso miglioramento anche a seguito delle indiscrezioni provenienti da Atene (domani dovrebbero essere varate le nuove misure di austerity che potrebbero evitare il collasso della Grecia entro il 20 Marzo. Difficile capire cosa accadrà in tal senso anche perché il rendimento dei titoli di stato della Grecia a un anno ha raggiunto il 528%
Tuttavia ,da un punto di vista grafico appare evidente l’impostazione positiva dell’indice italiano che si avvia verso i 16500 punti e soprattutto verso il significativo test della media mobile a 200 giorni attorno ai 16830 punti. L’eventuale rottura di questo livello rappresenterà probabilmente la fine della situazione d’allerta sul mercato finanziario italiano. A mio avviso sarà estremamente importante monitorare la situazione nei prossimi giorni anche perché questa media mobile raramente ha dato falsi segnali al mercato ( basta guardare cosa è successo a maggio quando era stata rotta al ribasso) e l'eventuale mancata rottura dovrebbe essere interpretata come un chiaro segnale per alleggerire le posizioni rialziste in essere.  

Infine va segnalato il nuovo calo dei rendimento dei Btp decennali italiani scesi quest’oggi al 5,59%


A mio avviso, qualora tale rendimento dovesse andare al di sotto del 5,50% la situazione rientrebbe nella normalità e potremmo considerare passata la parte più acuta della crisi. Da segnalare inoltre anche il calo del rendimento dei Btp a 5 anni scesi al 4,30%. e dello spread con i titoli tedeschi a 10 anni a quota 363 punti base, al minimo degli ultimi mesi.

sabato 4 febbraio 2012

Torna la fiducia sui mercati: Milano recupera il 5% in una settimana

Sono bastati pochi giorni ai mercati azionari di tutta Europa per tornare ad essere più ottimisti sul futuro. Durante questa settimana il Ftse Mib ha messo a segno una delle migliori performance degli ultimi mesi registrando un incremento di quasi 800 punti rispetto ai minimi toccati a fine gennaio. 
Nella sola seduta odierna il listino è salito dell'1%, mettendo a segno il quarto rialzo consecutivo, trascinato ancora una volta dal settore bancario (Unicredit +3,6% , Banco Popolare +5,2%, Banco Popolare di Milano +9,2% e Intesa San Paolo +1,1% ). Da segnalare anche il boom di Unipol +19% a seguito delle dichiarazioni in merito all’operazione con Fondiaria Sai . Infatti, il presidente dell'Ania, Aldo Minucci ha detto che "mi sembra che, per come e' impostata l'operazione, non ci sia in campo nessun operatore straniero. Poi, la concorrenza e' libera e quindi, se hanno (Axa) la dimensione patrimoniale ed economica, cosa che hanno, comunque non ci deve fare paura".
Lo scenario macroeconomico sebbene mostri ancora alcune problematiche piuttosto critiche come quello della disoccupazione giovanile italiana (31%) appare in deciso miglioramento negli ultimi giorni. Ciò risulta evidente dal crollo dello spread tra titoli tedeschi e titoli italiani a 10 anni sceso a 373 punti base.


Ancora più emblematico è l’andamento dello Spread sui titoli a 2 anni crollato negli ultimi mesi dal 7,3% al 2,85% odierno.

Forse è ancora presto per dirlo ma il peggio della crisi finanziaria sembra essere alle nostre spalle, merito soprattutto degli sforzi profusi dalla Fed e dalla BCE con i loro quantitative easing e LTRO che hanno tenuto in piedi il sistema. Non a caso i dati macroeconomici americani sono risultati piuttosto incoraggianti. Sia il tasso di disoccupazione (8,3%) che i nuovi posti di lavoro nei settori non agricoli (+243.000) a gennaio sono stati superiori alle attese. Anche l'indice Ism servizi nel mese scorso (56,8) ha battuto le stime del consensus.
Nei prossimi mesi tuttavia ci saranno altri nodi importanti da risolvere ( Grecia e Portogallo in primis) e vedremo cosa accadrà in tal senso. 


Da un punto di vista grafico invece la situazione appare in deciso miglioramento. Come già segnalato in alcuni post precedenti, la rottura grafica della trendline ribassista e del successivo superamento della resistenza statica dei 15800 punti ha innescato una serie di acquisti che hanno riportato l'indice in breve tempo attorno ai 16500 punti. L’eventuale rottura di questo livello darebbe un ulteriore conferma rialzista del trend in atto con target successivi a 16700-16800 punti in un primo momento e successivamente a circa 17000 punti. Al contrario in caso di qualche presa di beneficio le quotazioni potrebbero ritornare in area 16200 punti e successivamente sul supporto dei 16000 punti, dove transita anche la media mobile a 10 giorni. 
Attenzione ad alcuni titoli che hanno già mostrato notevole forza nei giorni scorsi e che hanno rotto al rialzo alcune importanti medie mobili di lungo periodo. Come ad esempio Intesa San Paolo:


Come si può osservare nel grafico sovrastante la rottura al rialzo della media mobile a 200 giorni ha innescato una serie di acquisti che ha proiettato il titolo bancario da 1,43 a 1,57 euro ad azione nel corso di questa settimana. Tale rottura segnala una chiara inversione di tendenza di lungo periodo e rafforza (per il momento) la buona impostazione generale del comparto bancario italiano.