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lunedì 31 ottobre 2011

Torna la paura a Piazza Affari


Apertura di settimana in deciso ribasso per Piazza Affari. In questo momento il Ftse Mib accusa un calo del 2,7% a quota 16200 punti a causa delle tensioni sulla tenuta dei conti pubblici italiani.Intesa San paolo accusa un calo del 6% ed è stata sospesa pochi minuti fa. 
Lo spread tra Btp e Bund tedesco è tornato vicino ai massimi assoluti a quota 404 punti base, mentre il rendimento dei Btp a 10 anni ha superato il 6,15%. 

venerdì 28 ottobre 2011

Dopo i risultati delle aste dei titoli di stato Italiani Milano torna a scendere


Il Ministero dell'Economia ha collocato 7,935 miliardi di euro in quattro titoli a medio-lungo con un ammontare totale nella parte più alta della forchetta di offerta, compresa tra 5,25 e 8,5 e miliardi.
I rendimenti sono risultati in deciso rialzo e in particolare quello del Btp decennale è salito oltre la soglia chiave del 6%, segnando il massimo storico dall'introduzione dell'euro.

Del Btp luglio 2014 sono stati assegnati 3,084 miliardi, contro un range di 2,25-3,25, al rendimento di 4,93% - massimo da novembre 2000 - da 4,68% di fine settembre. Passa a 1,324 da 1,365 il rapporto tra domanda e offerta.

La quinta tranche del decennale marzo 2022 è stata collocata per 2,98 miliardi (tra 2 e 3 la forchetta) al tasso di 6,06% (da 5,86% messo a segno a fine settembre). Il 'bid-to-cover' di 1,27 da 1,374.

Il CCTeu 15 ottobre 2017 è stato aggiudicato a un tasso di 5,59% per un importo di un miliardo milioni su un'offerta fra 500 milioni e 1 miliardo.

Del Btp settembre 2019, infine, sono stati collocati 871 milioni (0,5-1,25 miliardi l'offerta) a un rendimento 5,81%.

Complessivamente l'esito dell'asta è piuttosto deludente in quanto i rendimenti sono saliti a livelli mai visti in precedenza e allo stesso tempo il rapporto tra domanda e offerta è sensibilmente calato in particolare sui Btp decennali. 

L'indice Ftse Mib che aveva aperto in territorio positivo sopra i 17000 punti è rapidamente sceso a seguito dell'esito dell'asta dei titoli di stato e adesso accusa un calo vicino all'1,3%. Vedremo se ci sarà un recupero da qui a fine seduta. 

giovedì 27 ottobre 2011

Le borse ripartono: Ftse Mib +5,5%


Dopo il vertice europeo di ieri sera, per contenere la crisi del debito sovrano in Eurozona (potenziamento il fondo salva-Stati fino a mille miliardi e riduzione del 50% del valore nominale dei bond governativi della grecia), i mercati europei ed americani sono tornati a galoppare mettendo a segno uno dei maggiori rialzi degli ultimi anni
A fine seduta il Ftse Mib ha guadagnato il 5,49% chiudendo a quota 16954 punti. Ottime le performance del settore bancario trascinato da Unicredit (+7%) , Intesa (+10% ) e  Mediolanum (+11%). 
Graficamente, la situazione appare in netto miglioramento per quanto riguarda l'indice italiano che sembra aver intrapreso un nuovo trend rialzista di medio periodo come si può osservare dal grafico sottostante. 


Infatti, dopo aver rotto la trend line ribassista di medio periodo l'indice è salito violentemente e nel giro di poche settimane è tornato vicino ai 17000 punti. L'eventuale rottura di questa resistenza aprirebbe nuovi scenari rialzisti con target a 17200 e successivamente a 17400 punti. Tuttavia dato il violento rialzo odierno è probabile qualche pausa di assestamento per la giornata di domani verso quota 16800 e successivamente a 16700 punti. 

Fra i titoli più interessanti spicca sicuramente Intesa San Paolo, che oggi ha messo a segno un rialzo superiore al 10% chiudendo sui massimi di seduta a quota 1,407 euro ad azione. Come si può osservare il titolo dopo aver testato quota 1,20 euro e la media mobile a 20 giorni è ripartito alla grande riportandosi immediatamente sui massimi precedenti. L'eventuale rottura di quota 1,42 dovrebbe innescare ulteriori acquisti con target a 1,45 e a 1,50 poi. Non escludo, a meno di inversioni tecniche, nelle prossime settimane ulteriori allunghi verso quota 1,60 e 1,65 euro ad azione. 




Da un punto di vista macroeconomico vanno segnalati gli ottimi dati americani:
Nel terzo trimestre il Pil Usa è crescito del 2,5% più delle attese degli analisti mentre i sussidi di disoccupazione continua sono scesi a quota 3,645 milioni  di unità, valore inferiore a quanto stimato dagli economisti. Stabili invece i sussidi di disoccupazione dell'ultima settimana a quota 402 mila unità. Inferiore alle attese invece il dato relativo alla vendita di abitazioni americane che sono scese del 4,6% nell'ultimo mese. 

Per quanto riguarda l'Italia va sottolineato il netto calo dello spread con i titoli tedeschi a 10 anni sceso al 3,67% dopo il picco del 4% dei giorni scorsi.


mercoledì 26 ottobre 2011

Scatta l'ora X per l'Europa

Finalmente ci siamo. Questa sera scatta l'ora X per l'Europa. Dopo tanti rinvii, i capi di Stato e di governo dell'Ue si rivedono questo pomeriggio a Bruxelles, a partire dalle 18, per una riunione che dovrebbe durare, secondo le previsioni, un'ora circa, dedicata alle soluzioni alla crisi finanziaria, e in particolare alla ricapitalizzazione delle banche.
Alle 19 invece, comincerà il vertice dei 17 paesi dell'Eurozona, dedicato più specificamente al potenziamento del Fondo di salvataggio Efsf e alla partecipazione dei creditori privati al secondo programma per Atene, con la svalutazione dei bond greci ben oltre il 21% già concordato a luglio (si negozia fra il 40 e il 60 per cento). 
Vedremo quali decisioni verranno prese in questi meeting ma dalle dichiarazioni tedesche ("se salta l'euro fallisce l'Europa", Angela Merkel) è evidente che la tensione si taglia con il coltello.
Anche le borse sono in attesa di un vero responso e nel pomeriggio hanno annullato i guadagni della giornata a causa di queste tensioni politiche. 
Probabilmente questa sera ne sapremo un po' di più sia da un punto di vista grafico che da un punto di vista macroeconomico. 

lunedì 24 ottobre 2011

Dow Jones al test della media a 200 giorni


Chiusura in rialzo dello 0,89% a quota 11913 punti per l'indice Dow Jones. Come avevo scritto mercoledì scorso graficamente la situazione rimane impostata al rialzo ma questa sera l'indice è andato a scontrarsi contro la media mobile a 200 giorni (rappresentata dalla linea blu) attorno ai 11950-12000 punti. 
L'eventuale rottura di questo livello dovrebbe essere accompagnata da un netto aumento dei volumi di contrattazione e potrebbe innescare copiosi rialzi anche per le borse europee nei giorni successivi. Tuttavia, osservando il macd e lo stocastico si può osservare una fase di ipercomprato del mercato americano che mi lascia piuttosto perplesso sulla rottura rialzista di questa resistenza già nella giornata di domani. 
Credo che le decisioni da parte dei vertici europei nelle prossime 48 ore saranno determinanti sulla possibile evoluzione delle quotazioni nei prossimi 2 mesi. 
Qualora il dow Jones dovesse chiudere sopra i 12000 punti il trend di lungo periodo tornerebbe rialzista con target a 12250 punti in un primo momento  e successivamente a quota 12500 punti. Al contrario in caso di nuovi crolli al di sotto dei 11500 punti la situazione diventerebbe estremamente preoccupante con target successivi a quota 11000 punti e a quota 10500 punti. In tal senso la mancata rottura dei 12000 punti con successivo crollo delle quotazioni, assumerebbe una valenza estremamente negativa che potrebbe riportare i listini internazionali su dei nuovi minimi assoluti nel corso dei prossimi mesi. 
Personalmente assumerei una posizione neutrale in questa fase in attesa delle decisioni macroeconomiche dei prossimi due giorni. 

giovedì 20 ottobre 2011

Milano -4% e il futuro è ancora un'incognita.

Chiusura drammatica quest'oggi per la borsa di Milano. A fine delle contrattazioni il Ftse Mib ha accusato un calo del 3,78% a quota 15677 punti con ribassi marcati sul settore bancario: Unicredit è crollata del 12%(a 0,846), Intesa del 10% (1,204), Banca Mps dell' 11% (a 0,351). A scatenare il panico è stata la notizia di un possibile rinvio del vertice europeo già convocato per questo fine settimana a Bruxelles. Secondo alcune fonti, il governo tedesco non esclude la possibilità di chiedere un rinvio del summit per la mancanza di un accordo con Parigi su come potenziare il fondo salva-stati Efts ( che dovrebbe essere rafforzato fino a 2000 Miliardi di euro.... per fare un paragone, qualcosa di superiore al debito pubblico italiano). La notizia del rinvio del summit è stata smentita da funzionari Ue e da esponenti di altri governi europei ma la tensione è rimasta molto alta per tutta la seduta. 

La crisi di fiducia sull'euro ha riportato sotto pressione il mercato obbligazionario con lo spread tra Btp e Bund Tedesco salito nuovamente a 400 punti base, mentre il rendimento del Btp decennale è tornato al 6%, vicino ai massimi di inizio agosto. 

Intanto le previsioni di crescita della Germania per il 2012 si fanno decisamente peggiori del previsto. In base all'ultimo rapporto il Pil tedesco salirà dell'1% l'anno prossimo mentre le stime fino ad oggi parlavano di un +1,8%. L'export tedesco invece dovrebbe crescere solo del 3,5% nel 2012 contro il +7,5% di quest'anno. 



In serata fortunatamente i leader europei di Francia e Germania hanno detto che discuteranno una soluzione globale dell'eurozona al vertice di domenica, ma nessuna decisione sarà presa prima di un secondo incontro previsto al più tardi mercoledì.


Da un punto di vista grafico il calo odierno riporta la tensione alle stelle e denota una debolezza di fondo del mercato azionario italiano anche rispetto agli altri mercati europei. Probabile qualche rimbalzo nelle prime ore del mattino per domani con target a 15800 e successivamente a 16000 punti. Eventuali ulteriori allunghi dovrebbero riportare il nostro indice attorno ai 16200 punti ma tale scenario appare piuttosto al momento poco probabile. 
Al contrario, in caso di ulteriori cali il Ftse Mib dovrebbe riportarsi rapidamente verso i 15500 punti e successivamente a 15250 punti e a 15000 punti dove potrebbe essere interessante fare qualche acquisto, anche su alcuni titoli bancari. 

martedì 18 ottobre 2011

Un'analisi di lungo periodo sull'indice Dow Jones

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Dopo tanto tempo torniamo ad analizzare l'indice Dow Jones nel lungo periodo
Utilizzando un time frame settimanale (ogni barra rappresenta l'andamento  settimanale dell'indice Dow Jones) cerchiamo di capire cosa potrà accadere nei prossimi mesi al principale listino internazionale avvalendoci di alcuni strumenti tipici dell'analisi tecnica. 
Come si può notare, i prezzi dopo aver vissuto un poderoso rialzo, partito a Marzo 2009, si sono scontrati con la media mobile a 200 periodi ( contrassegnata con la linea blu)  ad aprile 2010, quando il Dow jones andò a sfiorare gli 11200 punti. Dopo qualche settimana di ritracciamento dei prezzi,  la rottura rialzista di questa media mobile , avvenuta ad ottobre 2010, ha avviato una nuova fase rialzista dell'indice americano che lo ha portato fino a quasi 13000 punti a Maggio 2011. Nei mesi estivi del 2011, l'indice ha accusato dei violenti cali ma si è sempre mantenuto al di sopra della media mobile a 200 periodi. Da un punto di vista tecnico tale tenuta di questo supporto dinamico può essere interpretata come un chiaro segnale di forza del mercato, sul quale, probabilmente, le mani forti hanno iniziato ad accumulare posizioni rialziste di lungo periodo.
Anche gli oscillatori (Macd e Stocastico) sembrano segnalare l'esaurimento della tendenza ribassista degli ultimi mesi e potrebbero preannunciare un'imminente inversione rialzista di medio-lungo periodo. 
L'eventuale incrocio rialzista delle linee del Macd e dello Stocastico sarà un'ottimo segnale di acquisto e potrebbe riportate il Dow Jones in area 12000 punti e successivamente a 12250 punti.   
Al contrario, l'eventuale rottura della media mobile a 200 periodi (che attualmente transita in area 10640 punti) sarebbe un segnale estremamente pericoloso e potrebbe riportare rapidamente l'indice americano sui 10.000 punti e successivamente anche a 9600 punti. 
Probabilmente è ancora troppo presto per dire che il peggio è alle spalle, anche perchè la situazione macroeconomica mondiale è estremamente debole e perchè la crisi dei debiti sovrani europei è tutt'altro che risolta, ma questo grafico ci lascia , al momento, piuttosto fiduciosi per i prossimi mesi. 


lunedì 17 ottobre 2011

Un lunedì nero per Milano: Ftse Mib -2,3%


Giornata negativa quest'oggi per Piazza Affari. Dopo un'avvio scoppiettante in cui l'indice Ftse Mib metteva a segno un rialzo vicino al 2% a quota 16630 punti sono scattate nuovamente le vendite a causa delle dichiarazioni del ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, secondo cui il 23 ottobre non si arriverà a una decisione finale sul programma di salvataggio dell'Eurozona.
Infatti, il prossimo week end potrebbe assumere un'importanza cruciale per le sorti dell'Eurozona. Venerdì 21 ottobre è prevista una riunione straordinaria dei ministri economici dell'Eurozona. Sabato 22 è in programma un consiglio allargato a tutta l'Unone europea. Infine, domenica 23 bisognerà comunicare il nuovo pacchetto anti-crisi. La grecia ormai sembra vicino al collasso e i rendimenti dei titoli di stato a 1 anno hanno raggiunto un nuovo incredibile record a quota 172%


Nel giro di poche ore la tensione è tornata a salire sia sul comparto azionario, con i titoli bancari tornati sotto pressione (Intesa San paolo e Unicredit ancora una volta sospese), che sul comparto obbligazionario dove lo spread tra Btp e Bund Tedesco è tornato a salire a quota 370 punti base

A fine seduta l'indice Milanese ha accusato un calo del 2,30%, chiudendo a quota 15914 punti . 


Graficamente la situazione appare ora molto più complessa rispetto ai giorni scorsi in quanto sembra essersi delineato un doppio massimo attorno ai 16600 punti che ha dato avvio ad una nuova fase ribassista sul nostro listino, appesantito in particolar modo dal comparto bancario. L'eventuale rottura dei 15800 punti potrebbe innescare nuovi cali verso quota 15500 e successivamente a 15300 punti. Al contrario in caso di nuovi rialzi le prime resistenze transitano in area 16080 punti e successivamente a 16200 punti. 

Da un punto di vista macroeconomico vanno segnalati i dati americani sulla produzione industriale cresciuta nel mese scorso dello 0,2% e quello sull'indice dell'industria manifatturiera elaborato dalla Federal Reserve di New York. che ad ottobre si è attestato a -8,5 dal precedente -8,8 mentre gli economisti si aspettavano -4.

Da segnalare anche le ottime trimestrali riportate da due delle principali banche americane Citigroup e Wells Fargo:

Gli utili di Citigroup sono saliti del 74% da 2,2 a 3,8 miliardi dollari nel terzo trimestre (1,23 dollari ad azione), grazie al taglio delle riserve per coprire i prestiti a rischio. Gli analisti si aspettavano utili per 82 cent ad azione. I ricavi sono stati pari a 20,8 miliardi di dollari. Le perdite sui crediti scendono del 41% rispetto a un anno fa a 4,5 miliardi di dollari. Il Core Tier 1 si attesta al 13,5%.
Ancora migliori i risultati di Wells Fargo che ha riportato degli utili record: nel terzo trimestre 2011 la banca statunitense ha archiviato una crescita dei profitti del 22% a 4,06 miliardi di dollari (72 cent per azione) dai 3,34 miliardi (60 cent per azione) dello stesso periodo dell'anno prima.


giovedì 13 ottobre 2011

Altro crollo per Milano: Ftse Mib -3,71%

Brusca battuta di arresto per l'indice Ftse Mib quest'oggi. Dopo il violento recupero dei giorni scorsi il listino milanese ha accusato un nuovo crollo chiudendo in calo del 3,71% a quota 15894 punti, bruciando oltre 700 punti nel giro di poche ore. Infatti, dopo un avvio in territorio positivo, attorno ai 16650 punti sono scattati i primi realizzi sui vari titoli che si erano distinti nei giorni precedenti. Nel corso della giornata questi realizzi hanno portato alla sospensione temporanea sia di Unicredit (-12% a fine seduta) che di Intesa San Paolo (-8% a fine seduta) ed hanno trascinato in basso l'intero listino. 
A questo punto il Ftse mib sembra proiettato verso i 15800 punti e successivamente fino a 15600-15500 punti. Al contrario, in caso di recupero il Ftse mib dovrebbe riportarsi sui 16100 punti e successivamente a 16300 punti. 
Da segnalare che il listino italiano quest'oggi ha accusato un calo nettamente superiore a quello delle altre borse europee ( tutte in ribasso tra l'1% e l'1,7%) a dimostrazione del fatto che è la crisi politica italiana che spaventa gli investitori internazionali più degli altri fattori economici (domani si vota la fiducia in parlamento). 
Non a caso lo spread tra titoli di stato Italiani e tedeschi si è allargato nuovamente a quota 372 punti.... 

Sempre più preoccupante invece la situazione greca: Il rendimento dei titoli di stato a 1 anno hanno raggiunto un nuovo record storico al 163%.

Per quanto riguarda gli altri dati macroeconomici del giorno va segnalato il leggero miglioramento delle richieste di disoccupazione americane scese a quota 404 mila unità  in questa settimana, e a quota 3,670 milioni per le richieste di disoccupazione continua.

mercoledì 12 ottobre 2011

Milano sfonda anche i 16500: Ftse Mib +2,93%


Continua a tutta forza il recupero della borsa di Milano che quest'oggi archivia la seduta con un ottimo +2,93% a quota 16505 punti. A svettare sul listino il comparto industriale ( Fiat Auto + 7,8% e Fiat industrial +6,2%, Saipem +5,4%, Telecom + 5%) e quello bancario (Intesa San Paolo +5% , Unicredit +2,3%).
Graficamente si può notare come il downtrend estivo si sia concluso attorno al 23-26 settembre quando il Ftse Mib dopo aver toccato i 13100 punti ha violato al rialzo la trendline ribassista (disegnata in rosso) per recuperare rapidamente terreno nelle successive sedute. Dopo un rapido ritorno delle quotazioni (in gergo tecnico, Pullback delle quotazioni sulla trendline precedente) attorno ai 14100 punti l'indice ha intrapreso un nuovo trend rialzista che gli ha permesso di recuperare quasi 3500 punti dai minimi in soli 20 giorni. 
A questo punto si aprono due scenari: da una parte il Ftse Mib potrebbe continuare questo recupero con target di 16750-16800 punti e successivamente 17000 punti entro due-tre giorni di contrattazione.
L'altro scenario invece prevede una rapida correzione in area 15500 punti e forse anche 15200 punti a causa dell'elevato livello di ipercomprato raggiunto dai vari oscillatori. Osservando infatti il momentum a 7 giorni si può notare che quest'oggi è arrivato a segnare un livello superiore ai 2000 punti, valore estremamente raro che potrebbe innescare delle discrete prese di beneficio già a partire da domani mattina. 


lunedì 10 ottobre 2011

Milano decolla con Unicredit: Ftse Mib +3,7%, Unicredit +12%


Ennesima chiusura brillante per la borsa di Milano quest'oggi. A fine seduta il Ftse Mib ha concluso le contrattazioni in rialzo del 3,67% a quota 16098 punti. 
A trascinare il listino sono stati ancora una volta i titoli bancari che nei mesi scorsi erano stati letteralmente sommersi dalle vendite . In particolare ha brillato Unicredit (+12% a 0,965 euro ) e Intesa San Paolo (+6% a 1,35 euro) ma anche il comparto industriale ha contribuito al rialzo odierno con Fiat (+6% a 4,51), Saipem  (+5% a 28,08%) e Prysmian (a 10,78 euro +5,6%) .


Graficamente la situazione appare in netto miglioramento, anche per ciò che riguarda il medio periodo; quest'oggi infatti è stata violata al rialzo la media mobile a 56 giorni (linea blu) mentre l'oscillatore Macd si è portato in territorio positivo (ulteriore segnale positivo). A questo punto il listino milanese sembra proiettato verso quota 16200 punti e successivamente verso quota 16500-17000 punti, valore dove consiglierei di liquidare le posizioni rialziste.  Tuttavia dato l'elevato livello di ipercomprato di breve raggiunto non escluderei qualche presa di beneficio nei prossimi giorni con target 15800-15500 punti. 

Da un punto di vista macroeconomico va segnalato l'ottimo dato della Produzione Industriale italiana , cresciuta a sorpresa ad agosto del 4,7% ( rialzo maggiore dal 2000) e il calo dello spread tra Btp e Bund tedesco sceso a 349 punti base

Da non dimenticare invece la situazione greca che probabilmente entro la fine di ottobre dichiarerà default. Infatti, il rendimento dei titoli di stato ellenici a 1 anno ha toccato un nuovo record storico al 151,2% (valore che è inutile commentare....). 



Per la cronaca i rendimenti a 2 anni di Atene sono saliti al 73,38%, quelli a 5 anni al 29,92%.
Difficile capire cosa accadrà ai mercati finanziari quando la Grecia dichiarerà default, anche perchè potrebbero crearsi due scenari:1) da una parte i mercati potrebbero già aver scontato lo scenario peggiore e continuare la loro risalita e recuperare le ingenti perdite da inizio anno; 2) dall'altra potrebbero ricominciare a scendere per toccare nuovi minimi assoluti. 

I rialzi di borsa di questi giorni potrebbero essere un grande rimbalzo tecnico   anche perchè la crisi di fiducia tra le banche continua ad essere elevatissima: i depositi overnight degli istituti di credito presso la Bce, venerdì hanno toccato un nuovo massimo degli ultimi 16 mesi a quota 255,569 Miliardi di euro.
Tale fattore è un chiaro segnale di tensione del mercato interbancario ed indica che la crisi è tutt'altro che finita... 

venerdì 7 ottobre 2011

Sp500 ad un punto di svolta?


Dopo qualche giorno di assenza, rieccomi qui ad analizzare l'andamento del principale listino mondiale. Come si può osservare, ieri sera l'indice Sp500 ha chiuso appena sotto i 1165 punti, andandosi a scontrare con la trendline ribassista che ha accompagnato il listino americano da inizio agosto. L'eventuale rottura di questa trendline potrebbe innescare un nuovo rally con target immediato a 1200 punti e successivamente a 1220 punti. Successivamente, violata anche questa resistenza,il listino americano potrebbe ritornare a ridosso della media mobile a 200 giorni (linea blu) che al momento transita attorno ai 1280 punti. 
Al contrario, in caso di mancata rottura rialzista di questa trendline, l'Sp500 potrebbe tornare a scendere in maniera repentina verso i 1120 punti e in seguito tornare su dei nuovi minimi dell'anno attorno a 1050 punti, entro fine ottobre - inizio novembre. 

Ciao Steve...hai segnato un'epoca

martedì 4 ottobre 2011

Moody's taglia il rating dell'Italia



L'agenzia di rating Moody's ha abbassato il rating dei titoli di stato italiani da 'Aa2' ad 'A2'. L'outlook e' negativo. Confermato il rating di breve termine Prime-1.

lunedì 3 ottobre 2011

I conti della Grecia non tornano


Gli ultimi dati macroeconomici della Grecia sono molto, molto preoccupanti. Secondo le ultime proiezioni depositate nella bozza di bilancio dal parlamento greco il Pil Greco segnerà a fine 2011 un calo del 5,5%, mentre nel 2012 dovrebbe attestarsi a -2,5% ( sarebbe il quarto anno di fila di recessione). 
Per quanto riguarda il debito la Grecia non riuscirà a raggiungere i target di bilancio per 2011 e 2012 concordati con Ue e Fmi per il proprio salvataggio. 
Infatti il ministero delle Finanze Greco prevede per l'anno in corso un deficit dell'8,5%, contro la stima precedente del 7,6%, mentre il per il 2012 il deficit sara' pari al 6,8% del Pil contro il 6,5% previsto. (Ancora una volta tutte le previsioni erano sbagliate e i conti sono risultati ben peggiori di quanto stimato).
Il rapporto Debito/Pil dovrebbe quindi salire al 161,8% a fine 2011 (personalmente credo che tale valore sia sottostimato di almeno il 3-4%) e salire successivamente al 172,7% nel 2012. 
Il tasso di disoccupazione dovrebbe invece portarsi al 15,2% nel 2011 e al 16,4% nel 2012.
Tali valori sono totalmente fuori controllo e credo che porteranno la Grecia a dichiarare Default entro la fine del 2011.