Qualche mese fa avevo proposto questi grafici in un mio personalissimo articolo. Alcuni lettori, giorni fa mi avevano chiesto un aggiornamento del grafico e oggi ho deciso di accontentarli e di completare l'analisi con gli ultimi valori disponibili.
In questi grafici ho analizzato la crisi del 1929 e quella attuale partendo dai massimi registrati in tutte e due le occasioni. Per quanto riguarda il primo grafico ho preso come punto di partenza il 3 settembre 1929 quando l'indice Dow Jones raggiunse il massimo a quota 381 punti. Da quel giorno le quotazioni iniziarono a scendere ci vollero ben 27 anni per ritornare su quei livelli. Per quanto riguarda il grafico più in basso ho considerato come punto di partenza il 9 ottobre 2007 quando il Dow Jones raggiunse il proprio record storico a 14164 punti.
Da un punto di vista economico sappiamo tutti che sono numerosissime le differenze tra la crisi del 1929 e quella attuale, ma da un punto di vista grafico ci sono delle somiglianze piuttosto evidenti. Molti analisti hanno utilizzato come punto di partenza della crisi attuale il crack di Lehman Brothers che si verificò a settembre 2008, sbagliando le loro analisi. Io invece ho preso come punto di riferimento i massimi registrati dalla borsa americana a ottobre 2009. Successivamente ho semplicemente evidenziato il rendimento dell'indice da quei livelli in entrambe le occasioni e da li ho sovrapposto i grafici. Sembra assurdo ma le somiglianze tra i grafici sono a dir poco evidenti. Nel 1929 dopo un'iniziale discesa delle quotazioni di circa un 15% ci fu un tentativo di rimbalzo che portò l'indice attorno a -8% dal livello iniziale. Nella crisi attuale iniziata nel 2007, si è verificata la stessa cosa: crollo di circa un 16-17% e successivo rimbalzo fino a -7%.
Successivamente nel 1929 i ribassi furono violenti e nel giro di poche settimane il calo dell'indice Dow Jones raggiunse un -50% rispetto al punto iniziale di settembre 1929. Nella crisi attuale le quotazioni sono scese fino a -52% a marzo del 2009 dai massimi di ottobre 2007. Chiamiamola una strana coincidenza, ma in entrambe le crisi dopo questi violenti crolli c'è stato un rimbalzo molto significativo nei successivi mesi. Sia nel 1929 che nel 2009 si è assistito a un recupero di circa il 60% dai minimi! Le coincidenze iniziano a essere tante. Tale recupero tuttavia si è esaurito ad Aprile del 1930 attorno a -22% ( valore del mio grafico) e ad Aprile 2010 attorno a -21% (valore del mio grafico) quando il Dow Jones ha toccato i 11200 punti (un'altra incredibile coincidenza, il rally è finito tutte e due le volte ad Aprile). Da li le quotazioni hanno iniziato a scendere in entrambe le occasioni riportandosi attorno a -30%. La linea rossa che ho tracciato rappresenta il momento attuale in cui ci troviamo. Premesso che è impossibile fare previsioni a lungo termine ma guardando la straordinaria somiglianza dei due grafici credo che nel prossimo mese assisteremo ad un mercato piuttosto indeciso sul da farsi. Se la storia dovesse ripetersi come nel 1929, ma personalmente non me lo auguro, a partire da inizio estate dovremmo attenderci dei crolli piuttosto intensi che potrebbero estendersi anche per 1-2 anni e portare il Dow Jones ad un calo del 90% rispetto ai massimi di ottobre 2007. Certo parlare di un Dow Jones a 1600 punti è come parlare della fine del mondo e nessuno se lo augura. Quello che però è interessante notare da questo confronto grafico è che dall'inizio di questa crisi il listino ha seguito molto da vicino l'andamento del 1929 e le analogie sono state davvero incredibili. Solo il tempo potrà dirci cosa succederà nei prossimi mesi. Incrociamo le dita e speriamo che la storia non si ripeta.
Per dovere di cronaca l'indice Dow Jones ha appena chiuso in calo del 3,61% a quota 10067 punti, sui minimi di seduta e con un crollo finale tutt'altro che incoraggiante per le prossime sedute. Tecnicamente il trend è diventato negativo sia nel breve, che nel medio, che nel lungo periodo (violata la media mobile a 200 giorni quest'oggi). Lecito attendersi un approdo in area 10000 punti e successivamente anche a 9800 punti nelle prossime sedute. Da non sottovalutare qualche rimbalzo tecnico di una certa rilevanza a causa dell'elevato livello di ipervenduto raggiunto.
Una ottima analisi. Direi pure che quel livello di 1600 punti potrebbe pure essere ottimistico come scenario.
RispondiEliminaNdreca Erion