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lunedì 30 gennaio 2012

Milano al secondo ribasso consecutivo dopo le aste piuttosto deboli


Chiusura negativa quest'oggi a Piazza Affari. A fine seduta il Ftse Mib ha accusato un calo dell'1,21% a quota 15753 punti. Come avevo segnalato qualche giorno fa ( http://thebesttrader.blogspot.com/2012/01/rally-finito-per-wall-street-forse.html) mi aspettavo un calo delle quotazioni a Wall Street che ha riportato discrete pressioni ribassiste anche sugli indici italiani ed europei. 
Graficamente parlando si può osservare la chiara rottura della trendline rialzista formatasi a partire da inizio Gennaio da quota 14400 punti fino ai 16200 punti toccati pochi giorni fa. A questo punto la tenuta dell'importantissimo supporto a quota 15600-15630 punti appare fondamentale. Infatti l'eventuale rottura di questo livello andrebbe a inficiare il trend rialzista di breve periodo con successivo target ribassista a quota 15400 punti e successivamente a 15200 e 15000 punti. 
Al contrario la tenuta dei 15600 punti potrebbe ridare slancio alle quotazioni con successivi target a 15900 e 16000 punti.
Da un punto di vista macroeconomico va segnalato l'esito piuttosto negativo delle aste dei titoli di stato italiane odierne. 
Infatti sebbene il tesoro abbia collocato titoli a 5 e 10 anni per un valore complessivo di 7 miliardi e 475 milioni di euro con rendimenti in calo rispetto alle ultime aste, il bid to cover (la domanda rispetto all'offerta) è stata particolarmente deludente sopratutto per i titoli a 5 anni: 
Il prezzo pagato per il BTP a dieci anni (consegna marzo 2022) e' stato pari al 6,077% a fronte del 6,98% richiesto a fine dicembre. Sono stati collocati i due miliardi previsti, con un rapporto tra domanda e offerta pari a 1,416.
Nel caso del Btp a Cinque anni (maggio 2017), l'emissione ha reso in media il 5,39% contro il 6,47% dell'asta precedente del 14 dicembre. Piazzati solo 3 miliardi 574 milioni di euro a fronte di un range di offerta iniziale tra i 4,5 e i 6 miliardi di euro. Il Bid to Cover e' stato pari a 1,297.
Collocati inoltre anche titoli con consegna aprile 2016 al tasso del 4,79% (contro il 6,47% precedente) per 746 milioni di euro con un Bid to Cover dell'1,42 e titoli scadenza marzo 2021 per un ammontare pari a 1 miliardo 155 milioni di euro di titoli con  al tasso del 5,74% (in questo caso in rialzo rispetto al 4,73 precedente), con un rapporto tra offerta e domanda pari a 1,45.
A mio avviso l'esito complessivo delle aste odierne è da considerare alquanto negativo, in particolare per il bid to cover dell'asta dei BTP a 5 anni (solo 1,297 per un ammontare nettamente inferiore al range iniziale proposto) e per i titoli con scadenza marzo 2021 che hanno visto il rendimento crescere di quasi l'1%. 
Non a caso la tensione si è immediatamente trasmessa anche sullo spread con i titoli decennali tedeschi salito nuovamente a 430 punti base...


A Febbraio l'Italia dovrà collocare quasi 25 Miliardi di euro, speriamo che la situazione non torni critica in tal senso.

Quello che però preoccupa a dismisura è la situazione del Portogallo: Il rendimento dei titoli decennali portoghesi è salito al 17,39% ( in rialzo del 14,3% da venerdì scorso). L'andamento del grafico sottostante mostra l'evidente peggioramento della situazione economica portoghese negli ultimi mesi che sembra sempre più simile a quella greca.


giovedì 26 gennaio 2012

Allarme Piigs!!!


Tranquilli non li abbiamo dimenticati... i Piigs sono sempre qui tra noi, e forse messi anche peggio rispetto all'ultima volta. Basta guardare i livelli dei CDS sottostanti:


Come si può osservare i CDS della Grecia a 5 anni quotano alla stratosferica cifra di 5255 punti, quelli del Portogallo ben 1551 punti, quelli dell'Irlanda a 624 punti, Italia a 418 e Spagna a 359 punti. Attenzione anche ai CDS dell'Ungheria che hanno raggiunto i 576 punti
A destare le preoccupazioni maggiori sono i rendimenti dei titoli di stato della Grecia e del Portogallo:

Il rendimento dei titoli a 1 anno della Grecia hanno raggiunto il 437%! Come già scritto negli articoli precedenti, a meno di provvedimenti straordinari dell'ultimo minuto la Grecia farà default entro il 20 marzo 2012. 


Quello che però inizia a spaventare è l'effetto contagio agli altri paesi periferici d'Europa. In particolare mi riferisco al Portogallo, che ha visto crescere al 14,8% il rendimento dei titoli decennali. Anche in questo caso la situazione è diventata insostenibile e credo che nel giro di 1 anno il Portogallo sarà costretto a dichiarare default. 


E non dimentichiamoci dell'Italia: Sebbene la situazione sia nettamente migliorata sulle scadenze a breve termine, su quelle a lungo permangono ancora notevoli difficoltà. Quest'oggi infatti il rendimento dei titoli decennali permane sopra il 6% ( 6,052%) valore tutt'altro che rassicurante per il lungo periodo. Oltretutto osservando con attenzione il trend di questa curva a partire da settembre si può osservare una chiara intonazione rialzista. A mio avviso soltanto il ritorno al di sotto del 5,5% potrà essere considerato come un chiaro segnale distensivo per lo scenario macroeconomico italiano.  
Per la cronaca domani ci sarà uno sciopero generale totale in italia ( mezzi pubblici, treni, etc) dopo il dramma dei giorni scorsi dello sciopero dei tir che sta paralizzando la produzione, i rifornimenti di benzina e i consumi alimentari degli italiani. Siamo proprio sicuri che il peggio sia alle nostre spalle? 



Rally finito per Wall Street? Forse...


Chiusura in rosso per l'indice americano SP500 questa sera. Dopo aver toccato un massimo di 1333 punti nei minuti seguenti l'apertura, le vendite hanno preso il sopravvento portando le quotazioni ai 1318 punti della chiusura. Analizzando il grafico degli ultimi mesi si può osservare il deciso movimento rialzista messo a segno nell'ultimo mese che ha portato l'indice dai 1200 punti ai 1333 punti toccati quest'oggi. Stiamo parlando di un rialzo superiore al 10% in meno di un mese, evento che si è verificato piuttosto raramente sul listino americano. 
Applicando uno strumento di analisi tecnica alquanto semplice ma poco utilizzato (Fibonacci Fan) segnalato in celestino, si osserva una crescita delle quotazioni piuttosto ripida, che non è mai stata intaccata nell'ultimo mese. Qualora la trendline rialzista venisse bucata al ribasso già domani è probabile una accelerazione al ribasso delle quotazioni con primi target a quota 1300 punti e successivamente a 1280 e 1260 punti. A mio avviso tale scenario non è da escludere anche perchè l'oscillatore stocastico dopo aver superato quota 95 (valore estremamente alto di ipercomprato) appare in inversione ribassista, cosa che potrebbe innescare discrete vendite nei prossimi giorni. 
Al contrario in caso di ripartenza da questi livelli l'indice dovrebbe riportarsi in area 1330 punti e successivamente attorno ai 1350 punti.  


lunedì 23 gennaio 2012

L’Italia si ferma ma la borsa vola ( Ftse Mib +1,8%)



Si sa i mercati finanziari hanno le proprie logiche che spesso risultano incomprensibili anche per gli investitori più attenti. Un vecchio detto di borsa dice "Wall Street ha ragioni che la ragione non conosce"... Ecco la giornata odierna esprime forse al meglio questo concetto. Da una parte l’economia reale sempre più in difficoltà che ha portato alla paralisi di quasi tutte le autostrade italiane a causa del blocco forzoso dei Tir, dall’altra invece le ottime performance in borsa del listino italiano guidato ancora una volta da Unicredit( +10%).
Va segnalato che il blocco dei tir ha costretto la Fiat a bloccare la produzione della Grande Punto per domani nello stabilimento di Melfi. A mio avviso queste manifestazioni sono assolutamente controproducenti in quanto provocano effetti disastrosi sull’economia italiana e sul Pil. Si calcola che il blocco in Sicilia dei giorni scorsi abbia provocato un danno di quasi 500 Milioni di euro!  
Da un punto di vista macroeconomico va segnalato il deciso calo dello spread con i titoli tedeschi a 10 anni a quota 413 punti base. In deciso calo anche il rendimento del Btp decennale al 6,11%, fattore che rincuora gli animi degli investitori italiani ed internazionali dopo il panico dei mesi scorsi. 


In deciso miglioramento anche la situazione grafica del nostro listino che torna finalmente maglia rosa d’europa (miglior listino d'europa quest’oggi) con un + 1,76% a quota 15907 punti trascinata al rialzo dai titoli bancari (Mps +14% e Unicredit +10%) .

Graficamente si può osservare il trend rialzista di breve periodo che ha riportato il Ftse Mib da 14400 punti fino a lambire i 16000 punti quest'oggi. La notevole forza del comparto bancario e rispetto agli altri indici europei è sicuramente un bel segnale rispetto agli ultimi mesi. Tuttavia, a mio avviso la resistenza passante in area 16050 punti sarà molto difficile da oltrepassare dopo il rally degli ultimi giorni senza qualche pausa di assestamento nelle quotazioni. In tal senso l'eventuale rottura dei 15800 punti potrebbe innescare ulteriori discese verso i 15600 punti e successivamente verso i 15400 punti. Al contrario l'eventuale rottura al rialzo dei 16050 punti potrebbe essere determinante per lo sviluppo di medio periodo delle quotazioni del listino italiano che nelle settimane successive potrebbe poi riportarsi sui 16500 punti e successivamente anche a 17000 punti. 




mercoledì 18 gennaio 2012

La Grecia ha 2 mesi di vita.....ma anche il Portogallo rischia...


20 Marzo 2012, questa sarà probabilmente la data ufficiale del fallimento della Grecia. Esattamente quel giorno infatti scadranno titoli di stato della Grecia per un ammontare pari a 14,4 Miliardi di euro. In base ai dati attuali nelle casse dello stato ellenico ci sono soli 11 Miliardi di euro e a meno di salvataggi dell'ultimo minuto da parte dell'europa la Grecia dichiarerà default. Tuttavia dopo le frasi della Merkel che ha bocciato qualsiasi intervento della Bce e ritiene che l'Italia "possa farcela da sola" ho seri dubbi che l'europa possa superare agevolmente i prossimi mesi di crisi economica e finanziaria. 
Guardando i rendimenti dei titoli di stato ellenici si capisce che la situazione negli ultimi mesi è ormai totalmente fuori controllo:


Il rendimento dei titoli a un anno è passato dal 50% di agosto 2011 al 421% odierno, valore che esprime più di mille parole la realtà economica greca. 
Allargando l'orizzonte temporale si osserva che i titoli a 2 anni oggi offrono un rendimento del 171%


Quelli a 5 anni offrono un rendimento del 56% mentre quelli a 10 anni si attestano al 33,7%

L'inversione della curva dei rendimenti (ovvero rendimenti maggiori per le scadenze più vicine) confermano il fatto che il mercato sta scontando lo scenario peggiore e che non ci sono più molte speranze. Secondo alcune indiscrezioni i bond potrebbero essere rimborsati ad un valore di circa 32. 

A preoccupare ancor di più è quanto scritto dal sole 24 ore

Una circolare ministeriale di fine dicembre, bocciata dagli archeologi che hanno sempre difeso i tesori, ha fissato il nuovo tariffario delle location con le manifestazioni autorizzate. Affittare l'Acropoli di Atene per un giorno a una troupe cinematografica costerà d'ora in poi 1600 euro, 2400 euro in meno rispetto a quanto veniva chiesto nel 2005. Il  Il Partenone viene scontato anche come set fotografico: solo 200 euro per 24 ore. Sono state decurtate anche le tariffe per l'uso commerciale (libri, guide turistiche, enciclopedie) di immagini di siti e musei dello Stato: da 100 a 30 euro. Previste anche formule di sconto per altri monumenti come il Tempio di Poseidone a Capo Sounion: dopo 10 scatti, l'undicesimo è gratis.

A mio avviso questo può essere interpretato come chiaro segnale della crisi spaventosa che attanaglia la Grecia e del suo imminente Default. Se queste sono le premesse l'inverno sarà molto lungo quest'anno in Europa...

Attenzione anche al Portogallo i cui CDS sono saliti al nuovo record storico a quota 1266 punti che potrebbe essere il secondo Piigs a saltare già nel 2012....

Non a caso i rendimenti dei titoli a 10 anni del Portogallo hanno raggiunto la stratosferica cifra del 14,5%, quelli a 5 anni al 17,91% e quelli a 2 anni al 15,4%. 


Speriamo in un miracolo.... 

lunedì 16 gennaio 2012

Il debito pubblico italiano scende a novembre e Piazza Affari festeggia


Debito pubblico in calo a novembre. Secondo il supplemento al bollettino statistico della Banca d'Italia sulla finanza pubblica, a novembre il debito delle amministrazioni pubbliche è calato a 1.905,012 miliardi di euro, dai 1.909,198 miliardi di ottobre. 
Nei primi 11 mesi del 2011 le entrate tributarie si sono attestate a quota 364,388 miliardi di euro, in crescita dello 0,4% rispetto al corrispondente periodo del 2010. È quanto comunica il Dipartimento delle Finanze del ministero dell'Economia. Le imposte indirette hanno fanno registrare un aumento del 2,9% (+4.627 milioni di euro) rispetto al corrispondente periodo del 2010, fornendo il maggior sostegno alla crescita delle entrate tributarie.
In crescita anche le entrate dovute all'Iva, in aumento dell'1,8% (+1.801 milioni di euro) merito soprattutto dalla componente relativa al prelievo sulle importazioni (+20,6% pari a +2.714 milioni di euro) dovuta al rialzo dei prezzi dell'energia verificatosi fin dall'inizio dell'anno. Positivo anche il gettito dell'imposta sul consumo sul gas metano (+10,0% pari a +387 milioni di euro). In crescita anche il gettito dell'imposta sugli oli minerali (+1,9% pari a +322 milioni di euro) che riflette l'aumento dell'aliquota deliberato a fine estate. 

Complessivamente possiamo dire che i conti pubblici italiani dall'arrivo del nuovo governo Monti (circa due mesi) stanno tenendo piuttosto bene e il rialzo odierno di Piazza Affari ( Ftse Mib +1,4% a quota 15220 punti e miglior piazza europea) mostra l'efficacia delle manovre adottate nell'ultimo periodo volte al rafforzamento del bilancio italiano. 

Nelle tabelle sottostanti, che ho elaborato personalmente nel corso del tempo (Fonte dati Wikipedia e Banca d'Italia), si può osservare l'evoluzione del debito pubblico italiano sia nel corso del 2011 sia a partire dall'anno 2000. 


Come si può osservare da inizio 2011, il debito pubblico italiano è cresciuto di quasi 62 Miliardi di euro passando dai 1843 Miliardi di euro di Dicembre 2010 agli attuali 1905 Miliardi di euro (+3,35% ). 


Allargando l'orizzonte temporale a partire dal 2000 si può osservare che il debito negli ultimi 11 anni è mezzo è passato da 1300 Miliardi di euro agli oltre 1900 miliardi attuali, con una crescita del 46,5%
Ben più preoccupante è il Rapporto Debito/Pil, salito dal 103% del 2007 al 121% di fine 2011 (Stima personale). 


I problemi economici dei conti pubblici italiani vanno quindi fatti risalire molto indietro nel tempo e la crisi attuale getta le proprie origini nella mancanza di rigore della politica economica dei governi precedenti. 

Va segnalato che negli ultimi mesi qualcosa è cambiato e il mercato ha apprezzato le manovre di austerity prodotte. Infatti il rendimento dei titoli a 2 anni italiani è passato dal livello critico del 7,5% al 4,23% odierno. 


Questo ritorno della fiducia sull'Italia, almeno sulle scadenze a breve termine risulta ancor più evidente osservando il grafico del rendimento dei Bot a 3 mesi  sceso da oltre il 6% di inizio novembre all'1,37% odierno. 


Speriamo che nei prossimi mesi la situazione continui a migliorare per i conti pubblici italiani in modo da poter tornare al più presto tra i principali attori economici mondiali. 

sabato 14 gennaio 2012

Allarme Rosso: S&P taglia il rating di mezza europa


In questo strano Venerdì 13 dopo una giornata altalenante i listini europei hanno accusato discrete perdite a causa delle indiscrezioni relative ad un possibile downgrade collettivo dei vari paesi europei. In serata è arrivato inesorabile il giudizio definitivo dell'agenzia di Rating Standard and Poor's:
Italiaha perso il rating A e la bocciatura è stata di ben due gradini, fino a BBB+, queste le dichiarazioni ufficiali:
"Il taglio riflette quella che consideriamo una crescente vulnerabilità dell'Italia ai rischi di finanziamento esterni e le negative implicazioni che ciò può avere per la crescita economica e quindi per le finanze pubbliche". Il contesto politico italiano è "migliorato" sotto il governo Monti e le riforme allo studio possono "migliorare la competitivita' italiana". Tuttavia, "ci aspettiamo che ci sia un'opposizione alle attuali ambiziose riforme del governo e questo aumenta l'incertezza sull'outlook di crescita e quindi sui conti pubblici".
A mio avviso questo downgrade risulta completamente infondato visto il piano di austerity e di riforme adottate dal governo Monti. I rischi nel breve periodo (come dimostra l'andamento delle ultime aste) è sicuramente diminuito nelle ultime settimane mentre per il medio periodo rimangono rischi piuttosto elevati.Tuttavia non reputo appropriato un Rating BBB+ per l'Italia alle condizioni attuali (personalmente avrei tagliato il rating italiano di un solo gradino). 
Francia: il rating della Francia è stato tagliato da  AAA ad AA+  
Austria: il rating dell'Austria è stato tagliato da  AAA ad AA+ 
SpagnaIl rating della Spagna è stato abbassato da AA- ad A
Portogallo: il giudizio è stato ridotto da BBB- a BB, ovvero a livello di junk ( spazzatura) 

Europa: in generale, la bocciatura è stata di due notch, ovvero di due gradini, per le valutazioni di Italia, Spagna, Portogallo e Cipro. Il downgrade è stato di un solo gradino per Francia, Austria, Malta, Slovacchia e Slovenia.
A salvarsi, e a mantenere la tripla AAA, sono state Germania, Finlandia, Olanda e Lussemburgo. Ma i rating di tutti i 14 paesi europei analizzati ( 14 su 15), riporta Bloomberg, sono stati messi sotto osservazione con "negative watch", tutti tranne la Germania. Questo significa che c'è una possibilità su tre di un ulteriore downgrade nel 2012 o nel 2013.

Difficile commentare questa valanga di giudizi ma sicuramente mi sembra piuttosto strano che l'agenzia di rating abbia tagliato i rating di mezza europa in una singola serata facendo crollare il tasso di cambio euro dollaro sotto quota 1,27. A voler pensare male si potrebbe ipotizzare che sia in atto un attacco speculativo contro l'euro da parte di qualche fondo estero che porterà nel tempo allo sfaldamento dell'eurozona e ad un crollo dell'economia reale Europea. 


Per ultima va analizzata la Grecia che vive ore drammatiche: 

L’Institute of international finance (Iif), che rappresenta le banche e i creditori privati della Grecia, ha annunciato in una nota la sospensione delle trattative sulla ristrutturazione del debito pubblico. «Sfortunatamente, nonostante gli sforzi della leadership greca – si legge – la proposta elaborata dal comitato di creditori e investitori privati, una riduzione nominale senza precedenti del 50% dei bond sovrani greci da loro detenuti, non ha prodotto una risposta costruttiva coerente da entrambe le parti». In queste circostanze, prosegue l’Iif, «le discussioni con la Grecia sono interrotte per una riflessione»

Il Grafico sottostante parla da solo:


Si leggete bene: il rendimento dei titoli di stato a 1 anno della Grecia hanno raggiunto la stratosferica cifra del 396% (massimo odierno 408%). Sono valori fuori da ogni logica e il mercato sconta un imminente fallimento delle finanze elleniche probabilmente già prima di inizio marzo.... 

Se queste sono le premesse la prossima settimana per i mercati finanziari si preannuncia piuttosto preoccupante.....

giovedì 12 gennaio 2012

L'italia ritrova la fiducia: crollano i rendimenti dei BOT e la borsa vola


Torna finalmente il sereno a Piazza Affari dopo i giorni di paura ed agonia della scorsa settimana. Quest'oggi il  mercato è stato pervaso da un senso di fiducia e di ottimismo che non si vedeva da alcuni mesi. Il grafico sovrastante mostra l'andamento del rendimento dei titoli di stato italiani a 2 anni, crollato quest'oggi al 4,26%, con un minimo realizzato del 3,98%. Tali valori mettono in risalto il significativo ridimensionamento del rischio Default dell'Italia nei prossimi 2 anni. Basti notare che nei giorni precedenti all'arrivo del nuovo governo Monti il rendimento dei titoli a due anni aveva sfiorato il valore di non ritorno dell'8%. Sebbene la situazione sul breve termine sia decisamente migliorata , nel medio-lungo periodo permangono numerose incertezze. Infatti il rendimento dei titoli italiani a 5 anni si aggira ancora attorno al 5,75% ( vedi immagine sottostante). 

Continua a registrare livelli piuttosto elevati (nonostante il netto calo odierno) il rendimento del Btp a 10 anni attorno al 6,63%, mentre lo Spread con i titoli tedeschi a 10 anni è sceso a quota 479 punti base, sotto la soglia psicologica dei 500 punti. 


A sostenere i listini azionari sono state le notizie decisamente positive provenienti dalle aste dei titoli di stato odierne: 
Madrid  ha collocato 10 miliardi di euro di bond contro le previsioni per 4-5 miliardi sulle due scadenze 2015 e 2016. I rendimenti sono calati di molto, confermando le attese che prevedevano un esito positivo, viste anche le scadenze piuttosto ravvicinate. Il rapporto bid to cover dei titoli con consegna aprile 2016 e' stato pari a 2,21
Per i bond 2015 il risultato e' stato di 1,80 con i rendimenti che hanno toccato il 3,384% contro il 5,187% dell'asta precedente di dicembre. 
L'Italia ha invece offerto 12 miliardi complessivi di Bot a un anno a un tasso di interesse praticamente dimezzato rispetto all'emissione precedente: al 2,735% contro il 5,925% registrato a dicembre. 
In questo contesto l'indice Ftse Mib ha registrato un rialzo del 2,09% a quota 15192 punti trascinato al rialzo dai titoli bancari, (Unicredit in particolare con un +13%). A questo punto la situazione per l'indice italiano appare vicina ad un grande cambiamento di medio-periodo. Infatti Milano sembra congestionata all'interno di un triangolo simmetrico che via via va restringendosi. L'eventuale rottura rialzista della trendline superiore (passante in area 15400 punti), se confermata in chiusura di seduta potrebbe essere un importante segnale di inversione rialzista del mercato per il medio periodo, con eventuale target finale attorno ai 17000 punti. Al contrario l'eventuale ritorno al di sotto dei 15000 punti sarebbe un segnale piuttosto negativo con possibili nuovi target ribassisti attorno ai 14800 punti. 

martedì 10 gennaio 2012

Scatta il recupero: Milano +3%, Unicredit +6%



Dopo quattro sedute negative è arrivato finalmente il grande rimbalzo. Dopo una partenza incerta la borsa di Milano ha chiuso in deciso rialzo (+3,08% a 14.844 punti) grazie al comparto bancario tornato a trascinare il listino italiano. Superstar Intesa San Paolo (+6,6%) a 1,174 euro (possibile un ulteriore allungo nei prossimi giorni con target intermedio a 1,25 euro e successivamente a 1,30 euro)



Unicredit (+6%) a 2,424 ( toccata la resistenza di 2,50 segnalata nell'articolo di ieri) con i diritti saliti di un clamoroso +81% (a 0,85 euro). Attenzione ad Unicredit perchè i volumi odierni sono stati elevatissimi (230 Milioni di pezzi scambiati), il Macd sul grafico orario ha dato un segnale rialzista piuttosto evidente, e c'è un gap grafico fin quasi a 4 euro ad azione che potrebbe essere colmato nelle prossime settimane.  



Ottime le performance anche della Banca Popolare dell'Emilia Romagna +7,95 e di Fiat +5,5%
Da un punto di vista grafico la seduta odierna assume una notevole rilevanza. 
Osservando l'andamento dei prezzi dell'indice Ftse Mib (il primo grafico di questo articolo)  con candele a un'ora si può osservare la chiara rottura della trendline ribassista che ha portato il nostro listino dai 15600 punti ai 14400 punti in poche sedute. Infatti i prezzi sin sono portati rapidamente sopra i 14700 punti prima di scontrarsi sulla resistenza dei 14900 punti. A questo punto se il trend rialzista di brevissimo fosse confermato anche domani l'indice dovrebbe riportarsi rapidamente sui 15000 punti e successivamente a 15200 e 15300 punti. 
Al contrario l'eventuale ritorno al di sotto dei 14700 punti sarebbe piuttosto allarmante con successivi target ribassisti attorno ai 14500 e 14400 punti. 

Sul fronte obbligazionario lo spread Btp-Bund viaggia a quota 523 punti base mentre il rendimento del bond decennale italiano è rimasto sopra la soglia critica del 7% a quota 7,13%.

L'agenzia di rating Fitch ha messo nel mirino nuovamente il rating dell'Italia. In un'intervista a Reuters, il responsabile rating sovrani dell'area Emea dell'agenzia ha detto che il rating dei Paesi sotto revisione, come l'Italia, potrebbe essere tagliato di uno o due gradini
Lo stesso analista ha invece escluso un taglio del rating francese nel corso del 2012 e della tripla A tedesca. 
Va segnalato infine la grande attesa per l'incontro di domani a Berlino tra Mario Monti e Angela Merkel che potrebbe portare finalmente un po di pace sui mercati finanziari in preda a una crisi di fiducia a livello europeo mai raggiunta negli ultimi 10 anni. 



lunedì 9 gennaio 2012

Il grande crollo di unicredit ancora una volta affossa Piazza Affari


Ancora una volta Milano maglia nera d'Europa (-1,67% a 14401 punti). Ancora una volta Unicredit accusa un ribasso a doppia cifra (-12,8%) a quota 2,286 euro ad azione. Debacle totale per i diritti che hanno perso il 65,4% a quota 0,47 euro.
L'analisi dei prezzi e dei volumi fa rabbrividire: Quest'oggi sono stati scambiati 173 milioni di pezzi, equivalenti a 1730 milioni di pezzi pre-raggruppamento, un valore record. Ai prezzi attuali il titolo Unicredit capitalizza 8 Miliardi di euro, cioè poco più dell'aumento di capitale in corso da 7,5 Miliardi di euro.
A questo punto fare una previsione sulle prossime evoluzioni azionarie è estremamente difficile ma provo a delineare due possibili scenari:


1) Il lieve recupero partito in chiusura di seduta da quota 2,20 euro potrebbe preannunciare un deciso rimbalzo tecnico con target a 2,50 euro e successivamente a 2,62 e 2,75 euro ad azione. Non si può escludere qualche possibile acquisizione ostile da parte di mani straniere a questi prezzi anche perchè la valutazione attuale da un punto di vista fondamentale è estremamente interessante. In tal senso, per i temerari, si potrebbe azzardare qualche acquisto con stop loss obbligatorio al di sotto dei 2,20 euro ad azione. 
2) Il secondo scenario che ipotizzo è un continuo calo delle quotazioni verso il prezzo di aumento di capitale attorno ai 2 euro ad azione nei prossimi giorni. A quel punto la situazione diventerebbe molto delicata e bisognerà realmente iniziare a pensare al caso peggiore (default). 
A mio avviso non siamo ancora arrivati alla fine di Unicredit ma il confronto con il grafico sottostante della società MF global ( Fonte Borsa Italia) mette davvero i brividi.



Molto preoccupante è la situazione generale dei titoli bancari ed assicurativi italiani. Emblematico il caso di MPS che ha accusato un calo del 14,4% a quota 0,197 dopo le voci di un possibile nuovo aumento di capitale e quello di Unipol (-14,3% a 0,2165 euro). 

Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni anche a seguito delle importanti aste di titoli di stato italiani di bot a 12 mesi ( giovedì 12 ) e di btp a 3 anni per un ammontare complessivo tra i 16 e i 20 Miliardi di euro. 

I dettagli dell'aumento di capitale di Unicredit e possibili evoluzioni azionarie


Borsa Italiana ha fornito i nuovi prezzi delle azioni di Unicredit, sulle quali è stato applicato un fattore di rettifica di 0,6586305, in seguito all’aumento di capitale che partirà domani lunedì 9 gennaio.  Rettificato anche il prezzo delle azioni di risparmio di Unicredit, sulle quali è stato applicato un fattore di rettifica di 0,80009804. Il prezzo di chiusura di venerdì, pari a 6,8 euro, è stato portato a 5,44 euro.

Di conseguenza il prezzo di chiusura di venerdì 6 gennaio, pari a 3,982 euro, è stato rettificato a 2,622 euro
Il prezzo dei diritti che inizieranno a essere quotati da domani mattina, è stato fissato a 1,359 euro
Tale valore risulta coerente in quanto ogni diritto permette l'acquisto di 2 azioni di nuova emissione a quota 1,943 euro. 
Facendo un semplice calcolo (2,622-1,943) x 2= 1,358

Raccomandiamo ai possessori di azioni unicredit di valutare attentamente l'evoluzione del titolo e dei diritti nei prossimi giorni in quanto dal giorno 23 gennaio i diritti UCGAA non saranno più quotati su Borsa Italiana. 

A chi non fosse interessato all'esercizio di tali diritti consigliamo di venderlo entro il 20 gennaio 2012 in quanto dal 23 gennaio sarà privo di valore. (Fineco) 

Nei prossimi giorni i diritti saranno una sorta di opzione long sul titolo unicredit. Ad esempio, qualora il titolo arrivi magicamente a 3 euro ad azione i diritti dovrebbero salire a 2,114 euro realizzando un incremento di valore di oltre il 50% in pochi giorni.... 

Personalmente dopo il crollo dei giorni scorsi mi aspetto una decisa reazione del titolo in borsa in quanto il valore del momentum rappresentato al di sotto del grafico dei prezzi mostra un valore di ipervenduto che raramente si è verificato negli ultimi mesi. In tal senso proverei qualche acquisto sui diritti di unicredit (magari con una piccola cifra) sapendo che i rischi sono estremamente elevati e che lo stop loss dovrà essere attuato anche in questo caso rigidamente. 


Per quanto riguarda l'indice Ftse Mib la situazione è piuttosto ingarbugliata ma il trend di medio periodo rimane ancora lateral-rialzista. In tal senso sarà fondamentale la tenuta del supporto chiave a 14400 punti. L'eventuale rottura di questo supporto aprirebbe la strada a nuovi cali con target intermedi a 14200 punti e successivamente a 14000 punti. 
Tuttavia, considerando che negli ultimi 4 giorni il listino italiano ha accusato uno dei cali più consistenti della sua storia (solo nel 2% dei casi i cali sono stati superiori) sarebbe lecito aspettarsi un deciso rimbalzo tecnico con target intermedio a 14800 punti e successivamente a 15000 punti. 

giovedì 5 gennaio 2012

Unicredit precipita del 30% in due giorni e Milano ci lascia le penne


Giornate drammatiche per tutti gli azionisti di Unicredit quelle di ieri e di oggi. Dopo il -14% di ieri il titolo Unicredit ha accusato un calo del 17,2% a quota 4,48 euro a seguito della comunicazione delle caratteristiche dell’aumento di capitale da 7,5 miliardi di euro che partirà il prossimo lunedì. Le azioni di nuova emissione saranno offerte al prezzo di sottoscrizione di 1,943 euro per azione, nel rapporto di 2 azioni ordinarie di nuova emissione ogni 1 azione ordinaria e/o di risparmio posseduta.
Parte del calo è dunque da attribuire a questa operazione ma a spaventare i mercati sono state le parole dei vertici di Unicredit: lo stesso istituto finanziario mette in guardia gli investitori dal rischio di default dell'euro e contestuale ritorno alle monete nazionali, scenario, questo, che potrebbe ulteriormente penalizzare l'andamento dei bilanci della società...


Allargando l'orizzonte temporale di analisi di questo titolo agli ultimi 5 anni la situazione appare a dir poco disarmante:
Dai massimi del 2007 quando le azioni della principale banca italiana quotavano quasi 70 euro (valore post-raggruppamento di qualche giorno fa) il titolo è sceso a 4,48 euro accusando un calo superiore al 93% !!! A questo punto ogni commento è superfluo e nemmeno l'analisi tecnica può aiutarci a delineare le possibili evoluzioni del titolo nei prossimi giorni. 
Anche il resto del comparto bancario italiano ha accusato violenti cali: 
Bpm (-10,74%), Banco Popolare (-10,27%), Ubi (-8,90%), Mps(-8,55%), Intesa Sanpaolo (-7,33%), Mediobanca (-6,29%) e Bper(-5,98%) Mediolanum (-6,64%).
Ovviamente il Ftse Mib appesantito dal crollo dei titoli bancari è stato tra i peggiori listini europei accusando a fine seduta un calo del 3,65% a quota 14767 punti.  




Probabile per domani mattina qualche rimbalzo tecnico in area 14900 punti ed eventualmente fino a 15000 punti. Difficilmente vedremo il listino italiano tornare sopra la resistenza chiave dei 15200 punti dove dovrebbero tornare insistenti le ondate ribassiste. 
Al contrario l'eventuale rottura dei 14700 punti dovrebbe innescare ulteriori ribassi con target primari a 14500 punti e successivamente a 14300 punti.




lunedì 2 gennaio 2012

Milano:Buona La Prima!


Chiusura brillante per l'indice Ftse Mib di Milano. Nella prima seduta del 2012 il principale listino di Piazza Affari è salito del 2,42% chiudendo a quota 15454 punti mostrando un trend intraday decisamente rialzista senza strappi violenti ne al rialzo ne al ribasso. La rottura odierna della resistenza chiave dei 15200 punti ha innescato una decisa accelerazione delle quotazioni che si son spinte fin sotto i 15500 punti. L'eventuale rottura di questa nuova resistenza potrebbe innescare ulteriori rialzi con target intermedi a 15700-15800 punti e  in caso di ulteriori rialzi fino a 16000 punti. Osservando il grafico degli ultimi due mesi si può osservare un trend rialzista di medio periodo partito dai 13600 punti di fine ottobre. La chiusura sui massimi di seduta odierna segnala la forza dell'uptrend in corso che ci lascia piuttosto ottimisti per le prossime sedute. 
Al contrario soltanto il ritorno al di sotto dei 15200 punti sarebbe preoccupante per il nostro indice con successivi target ribassisti a 15000 punti e successivamente anche a 14800 punti. Tale scenario appare, al momento, meno probabile anche osservando l'evoluzione dello spread tra titoli italiani e titoli tedeschi a 10 anni sceso quest'oggi al 5,01%. Va segnalato inoltre il deciso calo dello spread a 2 anni con i titoli tedeschi a quota 448 punti base (-10% da venerdì) . A mio avviso nei prossimi giorni questo valore potrebbe continuare a scendere fino alla fatidica soglia dei 400 punti base, dove probabilmente sarà opportuno chiudere momentaneamente le posizioni rialziste sui titoli di stato italiani e sul comparto azionario italiano.  




domenica 1 gennaio 2012

Un analisi dei mercati finanziari del 2011


Dopo le feste, i panettoni e gli spumanti è tempo di tirare le somme sul 2011 dei mercati finanziari cercando di analizzare le future possibili evoluzioni del 2012. 
Il bilancio annuale per la borsa di Milano è stato a dir poco terribile.Il listino italiano è stato il peggiore d'Europa con una perdita del 25,2% per il Ftse Mib a quota 15089 punti. La capitalizzazione complessiva di Piazza Affari è scesa di oltre 100 Miliardi di euro e alcuni titoli hanno accusato delle perdite record: MPS -70%, BPM -64%, Banco Popolare -60%; male anche Finmeccanica -66% e Mediaset -60%.
Positive invece le performance di Lottomatica +24,5%, Impregilo +12,8%, Pirelli +6,6%, Campari +6,37 ed Enel Green Power +2,15%.

Tra i listini internazionali spicca il balzo dell'indice azionario Venezuelano cresciuto in un anno dell'80,8%. Ottime anche le performance realizzate dai listini della Mongolia (+32,6%),Panama (+29,2%) Tehran (+29,1%). Positivi anche i rendimenti degli indici azionari delle Filippine +3,8%, del Botswana +8,8%, della Tanzania +12%, della Giamaica +12,8% e di Trinidad e Tobago +19,3%

Al contrario gli altri listini europei hanno accusato perdite piuttosto consistenti ma comunque più contenute rispetto al listino italiano:
Francoforte -15,41%, Parigi -18%, Madrid -14%, Londra -6%, mentre l'indice Eurostoxx che ha ceduto il 12%.


Ben diversa la situazione in America dove l'indice Dow Jones ha registrato una crescita del 6,3%. 

In altre parole l'indice Italiano Ftse Mib ha sottoperformato l'indice americano Dow Jones di oltre il 30% nell'ultimo anno.... 

Allargando l'orizzonte temporale agli ultimi 4 anni lo scenario risulta estremamente negativo: 


Da Maggio 2007 l'indice Italiano Ftse Mib ha accusato un calo del 66% mentre nello stesso periodo l'indice Dow Jones ha registrato un calo vicino al 10%
Questo dato è piuttosto emblematico riguardo alla reale situazione economica Italiana che ha visto ridurre il potere di acquisto delle famiglie italiane di quasi il 40% negli ultimi 10 anni.
Nel grafico sottostante si può osservare che nello stesso periodo soltanto l'indice azionario Greco ha registrato una performance peggiore a quella dell'indice Italiano, accusando un calo vicino al 90% in appena 4 anni e mezzo! 



In tal senso il 2012 sarà un anno cruciale per l'economia italiana e per Piazza Affari in quanto dovranno essere implementate delle riforme strutturali volte si alla riduzione e al contenimento della spesa pubblica, ma allo stesso tempo dovranno puntare alla crescita economica altrimenti l'Italia rischia una crisi economica estremamente grave con un crollo vertiginoso dei consumi che penalizzeranno anche le società quotate a Piazza Affari. 
A mio avviso per quest'anno sarà necessario più degli altri anni attuare una diversificazione di portafoglio non solo a livello settoriale (titoli assicurativi, bancari, industriali, energetici) ma anche a livello internazionale investendo anche su paesi quali il Brasile, la Russia e l'Australia e alcuni paesi dell'Africa  che hanno mostrato una decisa crescita economica nel 2011 (esistono numerosi etf che replicano questi indici azionari). 

Per quanto riguarda il nostro listino l'ultima seduta del 2011 si è chiusa in rialzo dell'1,22% con un rally incredibile negli ultimi minuti dell'anno. Mi auguro che questo segnale possa essere di buon augurio per il 2012 ma come al solito sarà necessario adottare delle strategie consone al proprio profilo di rischio poichè la situazione è ancora piuttosto delicata.