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lunedì 11 luglio 2016

Situazione dei crediti deteriorati delle banche italiane

La situazione delle principali banche italiane ( fonte La Stampa) 



In dettaglio la situazione della Banca Monte Paschi di Siena ( Fonte il Sole 24 ore) 


giovedì 7 luglio 2016

Mercati al giro di boa : i primi 6 mesi del 2016 da dimenticare quasi per tutti.


Aggiornamento dai mercati di questo pazzo 2016. I primi 6 mesi sono stati caratterizzati da numerose oscillazioni del comparto azionario e probabilmente la volatilità del mercato rimarrà ancora alta per almeno altri 6 mesi. 
Al giro di boa il bilancio è abbastanza negativo per quasi tutti i listini a livello mondiale esclusa l'America che si trova con l'indice SP500 ad appena 1,5% dai massimi storici. Situazione ben più drammatica per i listini europei con cali compresi tra il 10% per il Cac 40 francese ed il -28% per il listino italiano Ftsemib penalizzato particolarmente dal tracollo del settore bancario. A sorpresa l'indice migliore al mondo è quello Brasiliano che dopo un inizio molto negativo si trova a +19% Ytd con un recupero di quasi il 40% dai minimi di gennnaio. A ciò va aggiunta anche la rivalutazione del Real brasiliano che porta il bilancio di un eventuale investitore estero su dei rendimenti da capogiro. 
Ad esempio chi avesse acquistato questo etf (BRA IM equity) scommettendo sulle olimpiadi di RIO con un pizzico di follia sui minimi di gennaio in questo momento starebbe guadagnando oltre il 70%. 


Oltreoceano si segnala il calo del listino giapponese superiore al 20%. Tornando ai listini europei si può notare una decisa overperformance del listino francese (-11,9%) e tedesco (-12,5%) rispetto a quello europeo (eurostoxx 50 -15,4% ) e una sottoperformance del listino italiano di oltre 15% rispetto a quello tedesco. 

La cosa più interessante da segnalare è l'esplosione della volatilità negli ultimi 20 giorni. Il listino italiano si conferma un campo minato con la volatilità più alta pari al 62,9% annualizzata ma anche quello europeo ha registrato valori eccezzionalmente elevati  (44,5%). 

Analizzando i vari settori dello Stoxx50 emerge una netta distinsione tra i comparti più difensivi e quelli tradizionalmente più ciclici. Il peggior settore è stato ovviamente quello bancario con un -38%, seguito dal settore assicurativo (-30%) e dal settore auto (-27%). Bene invece il settore delle Basic (+3,5%), quello dell'Oil (+1,6%) e dei Personal & Hausehold Googs (+3,1%) 




Per quanto riguarda le altre asset i primi mesi di questo 2016 passeranno alla storia per il comparto dei titoli governativi con performance significativamente positive. 



Proprio ieri il bund decennale ha toccato i -0,20% di rendimento mentre i titoli decennali giapponesi stamane sono scambiati a -0,27%. 

Positivi anche gli altri comparti legati all'andamento dei tassi di interesse che registrano performance positive ad esclusione degli Additional Tier 1 che registrano un calo vicino al 7%. 



Infine osserviamo il drastico calo dei tassi Swap registrato in questi primi 6 mesi dell'anno. Significativo il fatto che anche il 7 anni è passato in territorio negativo mentre il 30y si è letteralmente dimezzato passando da 1,61% di inizio anno allo 0,73% attuale! 


Vedremo cosa accadrà nella seconda parte dell'anno ma difficile pensare ad una fase di tranquillità dopo quanto successo nei primi mesi considerando soprattutto che ci saranno le elezioni politiche in America  (8 novembre) e che sono ancora numerosi i problemi da risolvere in europa (Banche Europee,Crescita anemica/ Rischi di una nuova recessione, Brexit, Referendum in Italia..etc etc). 

martedì 5 luglio 2016

In questo mondo di tassi.... zero e sottozero!


Aggiornamento last minute sull'evoluzione dei tassi di interesse a livello globale. L'ammontare complessivo di titoli a rendimento negativo ha superato gli 11,7 Trilioni di dollari. In altre parole oltre il 30% dell'ammontare complessivo di titoli di stato a livello globale offre rendimento negativo. In altre parole si perdono soldi mantenendo tali titoli fino a scadenza. 
Osservando l'immagine sovrastante si può notare come tutti i titoli a 2 anni dell'area euro siano a rendimento negativo ( escluso Portogallo e Grecia). Il record spetta però alla svizzera con il 2 anni che è arrivato a -1,03%! Notevole anche il 2 anni tedesco che rende un incredibile -0,67%. Allungando l'orizzonte temporale di investimento a 10 anni le cose non cambiano più di tanto. 



Il decennale tedesco ha raggiunto nuovi minimi assoluti ovvero -0,16% e anche il 15 anni tedesco è a rendimento negativo (-0,09%). In Giappone siamo a livelli ancora più bassi con il 10 anni sceso a -0,25% mentre il decennale svizzero è a -0,61%. La razionalità di un investimento a 10 anni in titoli di stato della Svizzera non so quale sia per un investitore domestico (ai tassi attuali si perderebbe oltre il 6% cumulato in 10 anni!). Va segnalato il movimento pazzesco del decennale inglese passato da 1,40% pre-referendum allo 0,79% attuale. 



Allungando ulteriormente la scadenza dei titoli di stato a 30 anni finalmente spuntano dei rendimenti positivi, esclusa la svizzera come al solito (-0,10%) . 
In questo caso il 30y giapponese offre ben lo 0,06%, quello tedesco lo 0,36% e quello americano il 2,15%. Mai nella storia sono stati toccati dei rendimenti così bassi sia su scadenze brevi che su quelle più lunghe. 
Il motivo di questa corsa al ribasso dei rendimenti a livello globale è da ricercarsi fondamentalmente in 4 aspetti:
1) politiche monetarie ultraespansive da parte di tutte le banche centrali del mondo ( esclusa la Fed che cmq ha bloccato il proprio ciclo di rialzo dei tassi dopo il balzello di 25 bps di dicembre 2015) 
2) Timori recessivi a livello globale con l'economia americana in deciso rallentamento, forte riduzione della crescita Cinese ed un economia Europea che non riesce a riprendersi dalla crisi del 2008-2009 sia a livello industriale che a livello politico. La Brexit ha ulteriormente appesantito lo scenario economico e le ultime valutazioni ed analisi parlano di una minor crescita per l'area euro di uno 0,8% di Pil sia per il 2017 che per il 2018. 
3) Deflazione. I prezzi a livello mondiale delle materie prime sono in caduta libera, in particolare per ciò che riguarda il settore energy e il settore del grano con nuovi minimi aggiornati ormai ogni giorno. L'evoluzione tecnologica amplifica gli effetti deflazionistici con i consumatori sempre più attenti ai prezzi e riduce i margini di profitto delle aziende anche in altri settori. ( Le famose spinte deflazionistiche di cui parlò Draghi alcuni mesi fa'). 
4) Tracollo delle borse europee ed asiatiche da inizio 2016 


L'evoluzione delle quotazioni azionarie da inizio dell'anno è estremamente negativo per le borse europee. In tal contesto l'indice italiano è stato il peggiore con un -25,6% ad oggi penalizzato dal crollo totale delle banche ( molte accusano perdite vicine al 70% da inizio anno). L'indice europeo Eurostoxx accusa un calo del 14% quasi da inizio anno mentre il Nikkei giapponese perde il 17,6%. Il crollo dei mercati azionari ha creato il classico Fly to quality spingendo gli investitori ad acquistare titoli di stato di alta qualità creditizia ( Esempio Tedeschi e Francesi) spingendo appunto i rendimenti di tali asset class su valori negativi. 

venerdì 1 luglio 2016

S&P taglia il rating dell'Unione Europea post BREXIT


L'agenzia di rating Standard & Poor's ha tagliato il rating dell'Unione Europea a seguito del Referendum brittanico che ha visto vittorioso il fronte BREXIT. La valutazione di lungo termine dell’Unione europea e’ passata ad “AA” dal precedente “AA+”.

Il giudizio di breve “A-1+” è stato confermato e l’outlook è stabile.

La decisione segue quella annunciata pochi giorni fa in cui la Gran BRETAGNA era stata declassata da "AAA" ad "AA". 

L'agenzia specifica che a seguito della decisione dell’elettorato britannico di lasciare l’Unione Europea “abbiamo rivisto la nostra valutazione sul grado di coesione all’interno dell’UE, che, da essere un elemento positivo, ora è considerato un fattore neutrale”. 

L’uscita della Gran Bretagna finirà inevitabilmente per rendere più difficili i prossimi negoziati sul bilancio dell'UE, indebolendo la sua flessibilità di bilancio e introducendo incertezza sulle stime di bilancio. 

Il team di analisti ritiene che le previsioni sulle entrate, la pianificazione di lungo termine a livello patrimoniale e gli aggiustamenti sui buffer finanziari nell’Unione europea siano ora soggetti a una maggiore dose di incertezza.

L’outlook è stabile. “Riteniamo che in diversi scenari, inclusa la mancata conformità del Regno Unito a impegni di bilancio futuri, le nostre valutazioni resteranno ancorate ai livello attuale”. Inoltre l'outlook stabile riflette l'idea che nessun altro stato lascerà l'Unione Europea e che i 27 paesi restanti confermeranno il loro appoggio all'UE e ai suoi programmi di spesa. 

Secondo alcuni analisti l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea avrà un peso tra lo 0,3% e lo 0,5% in meno sul Pil dell'Eurozona sia per il 2016 che per il 2017. 

Pochi minuti fa il centro studi di Confindustria ha quasi dimezzato le stime di crescita del Pil italiano, che crescerà dello 0,8% nel 2016 e dello 0,6% nel 2017. Rispetto alle stime diffuse a dicembre si tratta di un taglio considerevole: il Pil 2016 era previsto crescere dell'1,4% e il Pil 2017 dell'1,3%. ...