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mercoledì 29 giugno 2011

Il Parlamento Greco approva il piano di austerity e le borse festeggiano


Dopo 48 ore di scioperi, di proteste e di numerosi feriti all'esterno del palazzo Syntagma, il parlamento Greco ha approvato il nuovo cruciale piano di misure di austerity, aprendo la strada agli aiuti di Ue e Fmi, fondamentali per tenere in vita il paese. I prestiti delle autorità internazionali eviteranno al debito sovrano di Atene di cadere in default il mese prossimo. Il piano da 28 miliardi di euro in cinque anni, che prevede tagli alla spesa pubblica ed un incremento delle tasse, e' stato appoggiato dalla maggioranza dei 300 membri con un seggio in Parlamento (155 voti favorevoli, 138 contrari).Nei prossimi giorni il parlamento greco dovrà approvare altre importanti misure economiche, al fine di ripristinare la fiducia degli investitori sulla tenuta dei conti pubblici.

Le borse europee hanno ovviamente festeggiato questa notizia con rialzi vicini al 2% per quasi tutte le piazze finanziarie d'europa. 
A Milano il Ftse Mib ha concluso la terza seduta consecutiva in territorio positivo a quota 19864 punti ( +2,11%). 
Graficamente la situazione appare in deciso miglioramento rispetto ai giorni scorsi, con le quotazioni che sono letteralmente rimbalzate dal supporto passante a quota 19050-19100 punti. Come scrivevo due giorni fa, la rottura dei 19400 punti ha innescato un nuovo impulso rialzista per il nostro indice che quest'oggi si è scontrato con l'importante resistenza dei 20050 punti. L'eventuale rottura di questo livello dovrebbe proiettare il Ftse Mib in area 20200 punti e successivamente a 20400 punti. Al contrario in caso di ribassi i primi supporti transitano in area 19730 punti e successivamente a 19580 punti. 


Da un punto di vista macro c'è da segnalare la nuova bozza sulla manovra finanziaria sui conti pubblici italiani che domani sarà varata dall'esecutivo durante il Consiglio dei Ministri. Secondo le prime indiscrezioni, il trading speculativo delle banche sarà tassato al 35%
Tale tassazione sarà separata dal risultato complessivo della gestione delle attività finanziarie detenute per la negoziazione per le banche e saranno  esclusi i titoli di debito e gli Oicr (Organismi d'investimento collettivo di risparmio). 
Ma è il mondo della finanza italiana (Piazza Affari nel complesso) a rischiare conseguenze gravissime se venisse approvato il bollo sulle transazioni finanziarie dello 0,15% per ogni operazione. In pratica, su ogni operazione si pagherebbe uno 0,30% in più, a cui andrebbero aggiunti, ovviamente, i costi di transazione (in genere pari allo 0,19% per acquisto e 0,19% per vendita) e l'imposta sostitutiva. 
Facciamo un esempio pratico: 
Acquisto di 10000 Unicredit a 1,40 euro ad azione per un controvalore di 14000 euro .

Vendita 10000 Unicredit a 1,45 euro ad azione per un controvalore di 14500 euro. 

Plusvalenza lorda: 500 euro
- Bollo sulle transazioni finanziarie: 42,75 euro
- Commissioni di negoziazione: 54,15 euro 
- Imposta sostitutiva del 12,5% : 50,4 euro

Plusvalenza netta: 352,7 euro

In altre parole se il bollo sulle transazioni finanziarie venisse applicato a tutte le contrattazioni di piazza affari, il nostro mercato tornerebbe indietro di 20 anni, i volumi crollerebbero e non ci sarebbe più alcun interesse da parte degli operatori specializzati ad operare a Piazza Affari e sarebbe la morte del Trading On Line. Vedremo cosa accadrà....  


lunedì 27 giugno 2011

Milano prova un timido rimbalzo: Ftse Mib +0,7%


Dopo giorni di continui ribassi finalmente l'indice Italiano Ftse Mib quest'oggi ha chiuso in territorio positivo. Dopo un'apertura in ribasso in cui le quotazioni avevano toccato il supporto chiave dei 19000 punti, l'indice è riuscito a portarsi faticosamente in territorio positivo per chiudere a quota 19297 punti in rialzo dello 0,75%. 
Da un punto di vista grafico la giornata odierna lascia qualche timida speranza rialzista anche per la seduta di domani, in particolare per l'inversione rialzista intraday che ha colpito alcuni titoli bancari tra i quali Unicredit, passato da 1,31 a 1,37 euro ad azione. L'eventuale rottura rialzista di quota 1,40 per unicredit e 19400 punti per l'indice Ftse Mib potrebbe indicare un nuovo impulso rialzista di breve periodo per il nostro mercato



Dietro al rimbalzo ci sono le aspettative di una soluzione delle crisi del debito della Grecia. Oggi il presidente della Francia, Nicolas Sarkozy, ha detto di aver presentato una proposta che dovrebbe impedire la bancarotta di Atene. Lo schema, che probabilmente ha già ricevuto un via libera da parte della Germania, prevede che i creditori della Grecia spostino in avanti i tempi del rimborso di 30 miliardi di euro di bond. Sarkozy ha detto di aver ottenuto la disponibilità delle banche francesi.
Il cuore della trattativa è a Roma, dove è in corso una riunione tra i rappresentati delle grandi banche mondiali organizzata dal direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli. Vedremo nelle prossime ore quali saranno le decisioni internazionali finali sulla questione. 

venerdì 24 giugno 2011

I bancari sotto attacco speculativo affossano Milano


Giornata dalle forti emozioni quella di oggi a piazza affari. La volatilità, è stata la protagonista indiscussa di questa seduta con repentini sali e scendi nelle quotazioni di borsa. A fine giornata il Ftse Mib ha accusato un calo dell'1,61% a quota 19154 punti, appesantito ancora una volta dai vari titoli bancari. 
Tra i più colpiti dalle vendite Unicredit e Intesa. In particolare Unicredit è stata vittima della speculazione, quando, attorno alle 12 e 02, mentre l'indice di Milano guadagnava 1,3% , è crollata in pochi secondi del 10% fino a 1,314 euro ad azione. Al momento, la Consob non ha fatto sapere nulla a riguardo, ma dai grafici appare evidente che un grosso ordine di vendita ( forse per errore) abbia condizionato pesantemente il titolo e di conseguenza l'intero listino azionario italiano. 
Gli investitori si sono lasciati prendere dal panico e le vendite hanno colpito violentemente tutto il settore bancario, anche a causa dei continui allarmismi da parte di Moody's ( a rischio il rating di 16 emittenti italiani ). Vedremo se nel weekend , come molti pensano, deciderà per qualche downgrade sulle aziende italiane o sull'intero debito italiano. 

Ovviamente i Cds di Unicredit sono stati penalizzati da queste notizie,  come si può osservare nell'immagine sottostante, e sono saliti a quota 230 punti. 


In rialzo anche i Cds di Intesa San Paolo a quota 190 punti

Tutte queste tensioni hanno riportato il mercato italiano nel mirino della speculazione internazionale. 
A fine giornata lo Spread tra Btp e Bund tedesco a 10 anni è salito al nuovo record storico del 2,14%

La nomina di Draghi come nuovo presidente della Bce, a mio avviso, non dovrebbe aver alcun impatto negativo sull'andamento dell'economia italiana e dei conti pubblici italiani ma il mercato evidentemente la pensa diversamente. 



Crollo improvviso a Piazza Affari: Unicredit affonda fino a -10% poi recupera


Incredibile crollo alla borsa di milano pochi minuti fa. Il titolo unicredit è passato da 1,47 fino a 1,314 euro ad azione in pochissimi minuti accusando un calo superiore al 10%. In questo momento è stato sospeso dalle contrattazioni per scostamento prezzi. Non ci sono notizie al momento che giustifichino tale crollo. Guardando il grafico oltretutto si scopre che il crollo è avvenuto con la vendita di circa 30 milioni di azioni in pochi secondi. Probabilmente si è trattato di un errore di qualche operatore che ha messo uno 0 di troppo in un suo ordine. Tuttavia, ci sono state notevoli  ripercussioni anche sugli altri titoli bancari e sull'indice Ftse Mib che è passato da +1,45% a -1% a quota 19290 punti. Vedremo se nelle prossime ore si saprà qualcosa a riguardo.  
In questo momento unicredit, in fase di pre-asta quota 1,37 euro. 

giovedì 23 giugno 2011

I Piigs affossano nuovamente le borse: Milano perde il 2,7%


Chiusura in netto calo per le borse europee anche quest'oggi. A fine seduta il Ftse Mib ha accusato una perdita del 2,73% a quota 19468 punti, chiudendo vicino ai minimi di seduta. Particolarmente colpiti dalle vendite i titoli bancari: Mps -5%, Banco popolare -4,5%, Intesa San paolo -4,3%, Unicredit -5%. Crolli violenti anche per Fondiaria (-9,9%), Mediaset (-6,7%) ed Stm (-5,6%). 

A spaventare i mercati è stato il discorso di ieri sera di Bernanke che nonostante abbia escluso rialzi dei tassi di interessi nel breve termine  si è detto preoccupato sullo stato di salute dell'economia americana.Infatti, secondo il N1 della Fed la vera ripresa dovrebbe esserci nel 2012. 
A gettare benzina sul fuoco ci ha pensato il presidente della Bce, Trichet, che nell'incontro di ieri ha detto che siamo di fronte ad un allarme rosso per la stabilità finanziaria dell'Unione Europea. 

Il messaggio lanciato è che "la relazione che intercorre tra i problemi del debito e le banche è la piu' grave minaccia alla stabilita' finanziaria dell'Unione Europea"

In questo contesto, sono finiti sotto i riflettori ancora una volta i Piigs : 
Rendimenti dei titoli di stato a 10 anni Grecia: 16,87%
Rendimenti dei titoli di stato a 10 anni Irlanda: 11,84%
Rendimenti dei titoli di stato a 10 anni Portogallo: 11,42%
Rendimenti dei titoli di stato a 10 anni Spagna: 5,63%
Rendimenti dei titoli di stato a 10 anni Italia: 4,93%

Da segnalare che lo spread tra titoli a 10 anni dell'italia e titoli a 10 anni della Germania ha superato il 2% quest'oggi portandosi al 2,07%. Questa tensione spiega perchè il listino milanese è stato insieme all'indice spagnolo Ibex 35 il fanalino di coda d'europa.  

Da un punto di vista grafico, per quanto concerne il nostro indice Ftse Mib, la situazione torna nuovamente negativa. Infatti la violenta rottura dei 20.000 punti ha innescato quest'oggi delle vendite cospicue che hanno riportato l'indice al di sotto dei 19500 punti. Per domani probabile un tentativo di rimbalzo delle quotazioni anche se non escluderei un ritorno sui livelli di dicembre 2010 a quota 19000 punti. 
Attenzione anche a Wall Street dove i prezzi si stanno avvicinando pericolosamente alla media mobile a 200 giorni. 

Da segnalare anche il crollo del prezzo del Petrolio a New York (- 4,4% a quota 91 dollari) e il crollo dell'Euro nei confronti del dollaro a quota 1,413 ( -1,3% da ieri). 

martedì 21 giugno 2011

Scatta il rimbalzo a Milano: Ftse Mib + 2,08%

Giornata di recupero quella di oggi in borsa. Dopo la paura e i crolli dei giorni scorsi, sono scattati finalmente gli acquisti, che hanno riportato un po di sano ottimismo sui mercati azionari internazionali. A fine seduta l'indice Ftse Mib ha chiuso in rialzo del 2,08% a quota 20102 punti. 


clicca sull'immagine per ingrandirla
Graficamente sembra essersi completato un morning star, una tipica figura di inversione rialzista, sul nostro indice che lascia qualche speranza rialzista per i prossimi giorni. La chiusura sui massimi di seduta è indubbiamente un segnale positivo che conferma in pieno l'inversione rialzista in atto. Tuttavia, soltanto il superamento dei 20200 punti ed in seguito dei 20400 punti potrebbe violare il downtrend in corso degli ultimi 2 mesi, che ha portato il nostro listino da 22600 punti fino ai 19500 punti di ieri pomeriggio.
L'eventuale superamento della resistenza chiave, in area 20500 punti, dovrebbe essere interpretato come un segnale di forza del mercato con successivo target a 21000 e 21200 punti. 
A questo punto la riunione di questa sera del parlamento greco sarà di fondamentale importanza per la prossima evoluzione delle quotazioni. Infatti qualora venisse approvato il piano di austerity proposto, verrebbe sbloccata la quinta tranche di aiuti da 12 Miliardi di euro da parte della Bce e Fmi, di cui parlavo nei giorni scors e il mercato dovrebbe reagire violentemente al rialzo. 
Il mercato quest'oggi ha anticipato una votazione positiva in tal senso e di conseguenza i rendimenti dei titoli di stato dei vari piigs sono scesi nettamente. 
Btp decennale italiano 4,81%
Bond decennale spagnolo 5,48%
Bond decennale portoghese 11,12%
Bond decennale irlandese 11,39%
Bond decennale greco 16,97%
Bond a 5 anni greco 19,63%
Bond a 2 anni greco 27,64%

Chiaramente la situazione rimane molto complessa per la Grecia, per l'Irlanda e per il Portogallo ma qualche timido segnale di miglioramento si intravede.  



sabato 18 giugno 2011

Moody's esprime i suoi dubbi sui conti italiani, ma chi esprime i dubbi su Moody's?


Torniamo a parlare per l'ennesima volta delle agenzie di rating. Questa volta a scendere in campo contro i conti pubblici italiani è Moody's che ha messo sotto revisione per un possibile downgrade il rating dei bond governativi italiani denominati in euro e valuta estera, attualmente a livello "Aa2" (dal 15 maggio 2002).
Confermato invece il giudizio a breve termine "Prime-1".

Tre sono i fattori di rischio rilevati dall'agenzia americana: 
1- Le sfide sul fronte della crescita dovute a debolezze strutturali dell'Italia ed una probabile crescita dei tassi di interesse nel prossimo futuro.
2- I rischi collegati all'attuazione dei piani di consolidamento dei conti pubblici che sono richiesti per ridurre l'indebitamento italiano e mantenerlo a livelli sostenibili.
3- E i rischi collegati dal cambiamento delle condizioni di finanziamento per i Paesi europei con alti livelli di debito.

Passiamo ad una analisi dei conti pubblici italiani: 

Da un rapporto dell'istat emerge che l'Italia ha registrato nel periodo 2008-2009 la flessione del Pil più accentuata, pari al 6,3%, tra le maggiori economie europee. 
Questo dato, infatti, si confronta con il calo del 3,8% accusato dalla Germania, il 3,5% accusato dalla media dell'Unione monetaria europea, e dal 1,7% della francia. 
Allargando l'orizzonte temporale al periodo che va dal 2001 al 2009 l'Italia è, in assoluto, il paese dell'Unione Europea la cui economia è cresciuta meno: appena l'1,4% contro una media del 10% dell'Unione monetaria europea e del 12,1% dell'Unione Europea. 
A fronte di una crescita estremamente bassa,invece, il debito pubblico, come si può facilmente osservare, si è quasi triplicato negli ultimi 21 anni.

Debito pubblico italiano  1990:            642 Miliardi di euro 
Debito pubblico italiano  2000:          1261,8 Miliardi di euro 
Debito pubblico italiano  2005:          1512,7 Miliardi di euro
Debito pubblico italiano aprile 2011:  1890,6 Miliardi di euro 

A preoccupare maggiormente però è la crescita registrata dal 2005 ad oggi. Infatti negli ultimi 5 anni e mezzo si è registrata una crescita del debito pubblico pari al 25%, una media del 5% annuo!
A questo punto credo che sia necessario un grande cambiamento nella politica economica italiana con un doppio obiettivo: da una parte puntare alla crescita economica e dall'altra, alla riduzione graduale del debito pubblico. Raggiungere questi obiettivi economici in un momento così delicato, nel bel mezzo della peggiore crisi economico-finanziaria degli ultimi 70 anni (perché la crisi del 2008 ancora non è finita e gli ultimi dati lo dimostrano in pieno) appare estremamente difficile e di conseguenza è naturale che le varie agenzie di rating esprimano le loro preoccupazioni. 

Tuttavia la trasparenza e l'obiettività di tali agenzie di rating destano notevoli controversie nell'animo di tutti gli investitori.In particolare, per i momenti scelti per le comunicazioni di alcune revisioni dei rating, citiamo una agenzia di rating a caso: Moody's.

La società di rating solo nel 2009 ha realizzato 1,8 Miliardi di dollari di ricavi, con un margine operativo di 680 Milioni di euro. In altre parole per ogni 100 dollari fatturati, Moody's ha realizzato 38 dollari di utili. In realtà guardando con attenzione i numeri si scorge che considerando la sola redditività derivante dall'assegnare i giudizi di merito sulle varie società l'utile netto sale al 42% nel 2010.
Guardano i dati passati la situazione non cambia di molto: 
2007: Il margine operativo è stato pari al 50% dei ricavi totali
2006: Il margine operativo è stato pari al 62% dei ricavi totali (1,26 miliardi di dollari di utile su 2 Miliardi di dollari di fatturato). 
Dal 2005 al 2009 Moody's ha generato profitti complessivi pari a 2,8 Miliardi di dollari
Performance simili sono state ottenute anche dalla sua più diretta concorrente: Standard & Poor's che nel 2009 ha fatturato 2,6 miliardi con un utile di esercizio vicino ad 1 Miliardo di dollari (circa il 39% dei ricavi).

Fin qui nulla di male, essendo un oligopolio, è normale che tali società di rating riescano a generare questi incredibili performance in termini di utili netti.  
Tuttavia, andando a guardare la composizione azionaria di Moody's ad aprile 2010 vien da pensare male: 
Primo azionista : Warren Buffet tramite il suo fondo di investimento, Berkshire Hathaway, aveva una quota del 12,9%.Per chi non lo conoscesse, l'ottantenne Warren Buffet è il più grande speculatore del mondo, la terza persona più ricca al mondo secondo Forbes con un capitale proprio di 50 Miliardi di Dollari. Egli ha fatto la storia nel mondo della finanza con le sue strategie lungimiranti comprando società solide nei periodi di crisi e conservandole per decenni (Per fare qualche esempio, Gillette, Coca cola).  
Gli altri grandi azionisti, come potete vedere cliccando sull'immagine sottostante sono altri importanti gestori di fondi in tutto il mondo (Invesco, Fidelity, Black Rock, Morgan Stanley). A pensar male si fa peccato ma quasi sempre....

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La Grecia appesa a un filo: Domenica 19 giugno e 10 luglio gli incontri decisivi


Domani sarà una giornata decisiva per le sorti economiche della Grecia: La riunione che si terrà a Lussemburgo dell'eurogruppo dovrà dare il via libera alla quinta tranche di aiuti per Atene. Questa volta si parla di 12 Miliardi di Euro, di cui 8,7 Miliardi a carico dei paesi Euro e 3,3 a carico del Fondo Monetario Internazionale. A mio avviso non dovrebbero esserci sorprese in tal senso anche per la grave esposizione delle banche francesi e tedesche di cui parlavo in quest'articolo del 15 giugno ( Le esposizioni delle banche europee sul debito greco ). La vera data cruciale per la Grecia sarà la riunione del 10 luglio, in cui si chiarirà l'eventuale partecipazione volontaria dei privati al salvataggio della Grecia e nei giorni successivi potrebbe succedere davvero di tutto...

In attesa di questi eventi possiamo solo guardare i rendimenti dei titoli di stato greci:
Titoli a 10 anni : 16,93% , in leggero calo dal massimo registrato del 18,2%. 
Titoli a 5 anni: 19,11%, in calo dal massimo storico del 21,1%.
Titoli a 2 anni: 28,79% , in calo dal massimo storico del 30,1%.

A gettare benzina sul fuoco ci pensa nientemeno che il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, che in una intervista al giornale tedesco Suddeutsche Zeitung ha detto:
Il fallimento della Grecia potrebbe contagiare il Portogallo e l'Irlanda e a causa del loro elevato debito pubblico anche il Belgio e l'Italia, prima della Spagna, sottolineando dunque che il default di Atene avrebbe conseguenze catastrofiche per la moneta unica europea.
Secondo Juncker, far partecipare i privati al salvataggio della Grecia può far sì, nel peggiore dei casi, che le agenzie di rating collochino Atene nella categoria degli insolventi, con conseguenze catastrofiche per la moneta unica. "Stiamo giocando con il fuoco" , con un chiaro riferimento alle richieste avanzate ieri da Nicolas Sarkozy e Angela Merkel su una partecipazione delle banche al salvataggio della Grecia....
Vedremo come andrà a finire la vicenda.

venerdì 17 giugno 2011

I cds della grecia volano oltre quota 2000 punti

In base ai dati di questa sera di Cma Market i Cds a 5 anni della Grecia hanno raggiunto la stratosferica cifra di 2237 punti base. Da notare l'incredibile salita del grafico negli ultimi 15 giorni.  

Stessa tendenza anche per i rendimenti dei titoli a due anni sul debito greco. Il rendimento dei titoli a 2 anni ha superato quest'oggi la soglia del 30% prima di chiudere al 29,69% .
In rialzo anche il rendimento a 5 anni, salito al 20,72% e quello a 10 anni salito al 17,94%
Vedendo questi tassi credo che questo weekend sarà cruciale per la politica economica internazionale. Lunedì prossimo o ci sarà un piano reale di sostegni e di aiuti economici da parte della Bce e del Fmi oppure la Grecia potrebbe dichiarare default. Mi auguro che i vertici finanziari mondiali capiscano i pericoli dell'attuale situazione e trovino una soluzione adeguata. 

Questi invece i valori dei Cds dei vari paesi sviluppati aggiornati a ieri sera dal sito Cnbc: 

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giovedì 16 giugno 2011

Milano chiude in rosso ma ben sopra i minimi di giornata

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Chiusura in calo anche oggi per il principale listino azionario italiano. A fine seduta il Ftse Mib ha accusato un calo dello 0,33% a quota 19852 punti ben lontano dai minimi di seduta a 19628 punti.La chiusura odierna al di sopra del prezzo di apertura, nonchè vicino ai massimi di giornata, lascia qualche timida speranza per i prossimi giorni. Graficamente parlando si così è creato un "hammer", una tipica figura di inversione rialzista. 
Facendo una analisi di lungo periodo si può notare che la rottura della media mobile a 200 giorni, il 23 maggio, ha innescato copiose vendite che hanno riportato l'indice rapidamente a quota 20400 punti. Nei giorni successivi c'è stato un pullback (ritorno delle quotazioni) sulla media a 200 giorni , attorno ai 21200 punti, e da li le quotazioni hanno ripreso la loro corsa verso il basso. 
Complessivamente l'indice ha accusato un calo superiore al 14% nell'ultimo mese e mezzo (dal 2 maggio 2011 a 22600 punti ai 19628 punti toccati quest'oggi) 
Guardando anche il livello di ipervenduto raggiunto dal macd (-400), toccato solamente a novembre 2010, ritengo che il listino abbia tutte le carte in regola per rimbalzare violentemente nelle prossime 2 settimane. 
Probabilmente è ancora presto per effettuare degli acquisti a tutto spiano ma su questi livelli si potrebbe tentare qualche acquisto mirato, con stop loss rigidi, in particolare su qualche titolo bancario (unicredit, intesa), che hanno accusato notevoli cali nell'ultimo periodo. 
Chiaramente l'evoluzione della situazione greca sarà cruciale sulla possibilità del nostro indice di recuperare parte delle ultime perdite.  

mercoledì 15 giugno 2011

Esposizioni Banche Europee sul Debito Greco

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In base agli ultimi dati disponibili (dicembre 2010) presso il sito della Bis (Banca dei Regolamenti internazionali) l'esposizione complessiva dei vari paesi europei sul debito pubblico greco è ben più grave di quanto si pensi:
L'esposizione totale dei 24 paesi considerati ( Ue ed Extra-Ue) è pari a 206 Miliardi di euro, di cui 146 Miliardi in titoli e 60 in derivati. 
Analizzando nel dettaglio le varie esposizioni si scopre che le banche europee hanno gran parte di questi titoli per un ammontare complessivo pari a 162 Miliari di euro, di cui 136 Miliardi in titoli e 26 Miliardi in derivati. 
La Francia è indubbiamente il paese più esposto con 65 Miliardi di euro (di cui 57 Miliardi di euro in titoli e 8,3 Miliardi in derivati), motivo per il quale la società di rating Moody's ha espresso le sue preoccupazioni sul settore bancario francese. 
A seguire c'è la Germania con una esposizione di 40 miliardi di euro ( di cui 34 Miliardi in titoli e 6 Miliardi in derivati) mentre l'Italia ha un'esposizione limitata a 5,7 Miliardi di euro (di cui 4 Miliardi in titoli e 1,7 Miliardi in derivati). 
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Per quanto riguarda i paesi che si trovano al di fuori dell'Europa i più esposti sono gli Stati Uniti d'America con oltre 41 Miliardi di euro ( di cui ben 34 in derivati) e la Gran Bretagna con quasi 19 Miliardi di euro ( di cui 14 Miliardi in titoli e 5 miliardi in derivati). Seguono poi la Svizzera con 4,3 Miliardi di euro ( di cui 1,5 Miliardi in derivati) e il Giappone con 1,7 Miliardi di euro. 

Nel frattempo continuano a salire a nuovi record storici i rendimenti sui titoli di stato della Grecia. 
Rendimento dei titoli di stato a 2 anni della Grecia è salito al 28,05% 
Rendimento dei titoli di stato a 5 anni della Grecia è salito al 20,28%
Rendimento dei titoli di stato a 10 anni della Grecia è salito al 17,90% 

Guardando questi dati, qualora la Grecia optasse per non ripagare il proprio debito pubblico, mi sembra abbastanza evidente il pericolo di un effetto contagio in tutta europa, in particolare in Francia e in Germania, ma anche in  Inghilterra e negli Stati Uniti. Tuttavia credo che anche gli altri Piigs soprattutto Irlanda e Portogallo finirebbero immediatamente nel mirino della speculazione internazionale. 

Non a caso il rendimento dei titoli di stato a 10 anni dell'Irlanda è salito al 11,48%, quello dei titoli di stato portoghesi ha invece toccato il 10,68%, quelli spagnoli il 5,53%, mentre il Btp italiano a 10 anni rende il 4,83%.
 






La Grecia sempre più vicina al Default


Dopo il nulla di fatto dell'incontro dell'Ecofin di ieri sera , i ministri non hanno trovato l'accordo sulla seconda tranche di aiuti per la Grecia e hanno rimandato la questione a domenica prossima, le borse stamani sono tornate nuovamente in territorio negativo. In questo momento il Ftse Mib accusa un calo vicino all'1% penalizzato come al solito dal comparto bancario. 
A spaventare i listini è stata l'agenzia di rating Moody's che ha detto di voler abbassare il rating sulle principali banche francesi a causa della loro esposizione in titoli greci. 

In realtà la situazione greca è ormai irrecuperabile come si può facilmente capire buttando un occhio ai rendimenti dei titoli di stato della Grecia: 

Rendimento titoli di stato della Grecia a 2 anni: 26,51%( nuovo record storico) 
Rendimento titoli di stato della Grecia a 5 anni: 19,24% (nuovo record storico)
Rendimento titoli di stato della Grecia a 10 anni: 17,55% (nuovo record storico)


Lo spread tra titoli a 10 anni tedeschi e titoli a 10 anni della Grecia ha raggiunto il 14,55% (nuovo record storico). 

In affanno anche l'Irlanda e il Portogallo

Rendimento titoli di stato dell'Irlanda a 10 anni: 11,41%
Rendimento titoli di stato del Portogallo a 10 anni: 10,68%.

Vedremo come andrà a finire....


martedì 14 giugno 2011

Il debito pubblico italiano sale a 1891 Miliardi di euro



Nuovo record per lo stock del debito pubblico italiano che ad aprile è salito a quota 1890,6 miliardi di euro. E' quanto emerge dai dati elaborati dalla Banca d'Italia e contenuti nel supplemento Finanza Pubblica al Bollettino Statistico dell'Istituto. Rispetto a marzo 2011 , quando il debito aveva segnato un calo a 1868,2 miliardi, c'è stato una crescita di oltre 22 miliardi di euro. In base ai miei calcoli il rapporto debito/pil dovrebbe cosi salire al 120,5%
Il precedente top era stato toccato a gennaio 2011 a quota 1.879,992 miliardi. 
Nel primo quadrimestre del 2011 si e' dunque registrato un incremento del 2,58%, mentre l'aumento negli ultimi dodici mesi e' pari al 4,14%.
Buono, invece, l'andamento delle entrate fiscali nei primi quattro mesi dell'anno, con un gettito, al netto dei fondi speciali della riscossione, a 111.056 milioni di euro, rispetto ai 104.794 milioni dello spesso periodo del 2010, con un incremento che sfiora il 6%.
Nel solo mese di aprile gli incassi sono stati pari a 27,465 miliardi, in aumento del 9,32% rispetto ai 25,122 miliardi dello stesso mese dell'anno scorso.
In peggioramento invece il debito pubblico degli enti locali salito a quota 114 miliardi di euro , che sfiora cosi' il record assoluto di 114,040 miliardi toccato lo scorso maggio.

Meglio del previsto invece la produzione industriale italiana: 
Ad aprile si è registrata una crescita pari al 1% rispetto al mese scorso e del 3,7% su base annua. Lo rileva l'Istat aggiungendo che si tratta del terzo rialzo congiunturale consecutivo. 

lunedì 13 giugno 2011

Allarme rosso: S&P taglia di 3 livelli il rating della Grecia

La notizia è di pochi minuti fa: 
Standard & Poor’s ha annunciato di aver tagliato il rating sovrano a lungo termine della Grecia di tre scalini, portandolo da B a CCC, appena 4 scalini sopra il default come potete vedere da questa tabella : 

clicca sull'immagine per ingrandirla

Il rating sovrano a breve è stato confermato a livello "C" e tutti i rating sono stati tolti dal "creditwatch".
L’outlook sul rating a lungo termine resta negativo, a indicare che un altro taglio è probabile nel giro dei prossimi 12-18 mesi. Nella nota, S&P parla della probabilità, sempre più verosimile, di una ristrutturazione del debito sovrano con modalità tali da essere considerata un default per le agenzie di rating. Secondo alcune agenzie l'agenzia ha affermato che "ora c'e' una probabilita' significativamente maggiore" di uno o piu' default.

Immediata la reazione dei rendimenti dei titoli di stato della Grecia: 
Rendimento a 10 anni è salito al 16,97%
Rendimento a 5 anni è salito al 18,53% ( nuovo record storico)
Rendimento a 2 anni è salito al 26,14%

Il default della Grecia è ormai imminente ma anche Portogallo e Irlanda iniziano a preoccupare notevolmente: 
Rendimento a 10 anni dei titoli di stato del Portogallo è salito al 10,67% (nuovo record storico )

Rendimento a 10 anni dei titoli di stato irlandesi è salito al 11,35% ( nuovo record storico) 

La situazione generale, a mio avviso, sta diventando piuttosto preoccupante ma dalla Bce continuano a rassicurare.... 

venerdì 10 giugno 2011

Profondo rosso per i listini europei


Chiusura settimanale in deciso ribasso per le borse europee; a fine seduta il Ftse Mib ha accusato un calo del 1,33% a quota 20117 punti. Il Dax tedesco è sceso del 1,28% mentre il Cac 40 francese ha chiuso con un calo del 1,90%. In deciso ribasso anche l' Ibex 35 spagnolo in calo dell'1,55%.

Il listino francese ha accusato un calo maggiore rispetto agli altri indici a causa delle dichiarazioni dell'agenzia di rating S&P: "La Francia potrebbe perdere la tripla A entro il 2020 in assenza di riforme. S&P si è spinta addirittura a ipotizzare che il debito della Francia potrebbe diventare "spazzatura" entro il 2040 se non ci saranno interventi radicali sulla spesa pubblica."
Sembra che nell'ultimo periodo le varie agenzie di rating non abbiano davvero più peli sulla lingua.... (mi sembrano tutt'altro che dichiarazioni prudenti). 

A livello settimanale l'indice italiano Ftse Mib ha accusato un calo del 3,8% , la peggiore settimana da novembre, a conferma del trend ribassista in atto. 
A penalizzare il listino come al solito ci ha pensato il settore bancario che ha accusato gravi perdite sia nella seduta odierna che durante tutta la settimana.  
Sotto i riflettori degli analisti ancora la drammatica situazione greca e portoghese: 
Il Pil greco ha accusato un calo dell 8,1% rispetto ad un anno fa, contro una previsione degli analisti del -5,1%.
Peggio del previsto anche il Pil del Portogallo calato dello 0,6% negli ultimi 12 mesi ( le previsioni erano per un calo dello 0,4%). 
Stabile invece il Pil Italiano (+0,1%).

Da segnalare che i rendimenti dei titoli di stato dei vari Piigs hanno registrato dei significativi aumenti in questa settimana: 
Rendimento dei titoli di stato della Grecia a 10 anni: 16,73%
Rendimento dei titoli di stato dell'Irlanda a 10 anni: 11,25% ( nuovo record storico)
Rendimento dei titoli di stato del Portogallo a 10 anni: 10,44%  (nuovo record storico)
Rendimento dei titoli di stato della Spagna a 10 anni: 5,48% 
Rendimento dei titoli di stato dell'Italia a 10 anni4,79%

Ancora alta la tensione sui rendimenti a breve termine della Grecia: 
Rendimento dei titoli di stato della Grecia a 2 anni: 25,96%
Rendimento dei titoli di stato della Grecia a 5 anni: 18,29% ( nuovo record storico) 
Piigs a parte, anche il rendimento dei titoli di stato a 10 anni dell'Ungheria è piuttosto preoccupante: 7,04%


In questo momento il Dow Jones ha rotto l'importante soglia psicologica dei 12000 punti e l'indice Sp500 ha rotto il supporto statico a 1275 punti...

Da un punto di vista tecnico la situazione grafica appare molto negativa, forse fin troppo, ma assumere delle posizioni rialziste in questo momento è davvero rischioso. 
Per il nostro listino assume particolare importanza il supporto posto a 20000 punti al di sotto del quale è lecito aspettarsi nuove raffiche di vendite fino a 19800-19500 e infine fino a 19000 punti. Al contrario in caso di rialzi le prime resistenze transitano in area 20200 e successivamente a 20400 punti. Tuttavia solo al di sopra dei 20500 punti ci sarebbe qualche segnale di rafforzamento dell'indice. 


mercoledì 8 giugno 2011

Il sistema bancario italiano è a rischio?

Anche oggi il principale listino di Piazza Affari ha chiuso in ribasso. A fine seduta il Ftse Mib ha chiuso in calo dell'1,44% a quota 20277 punti. 

Da un punto di vista grafico il trend rimane impostato al ribasso e la violazione al ribasso dei 20400 punti ha innescato una serie di vendite che ha spinto il listino fin sui 20200 punti. A questo punto il listino potrebbe continuare la propria discesa verso quota 20000 punti, dove dovrebbero ritornare gli acquisti. Alternativamente, in caso di rimbalzi tecnici il listino troverebbe i primi ostacoli sulla resistenza a quota 20400 punti e successivamente a 20500 punti. Visto l'elevato livello di ipervenduto raggiunto non è esclusa una reazione piuttosto importante a questi cali nei prossimi giorni. 

Da un punto di vista macroeconomico proprio in chiusura dei mercati l'agenzia di rating Fitch ha minacciato di tagliare il rating sovrano degli Usa (attualmente AAA) ad agosto, ad un livello che preveda un "limitato rischio di default". La riduzione sara' decisa nel caso in cui il governo non onori pienamente tutti i rimborsi sui titoli del debito pubblico in scadenza il 15 agosto.

Per quanto riguarda il mercato italiano la situazione appare giorno dopo giorno più grave, sopratutto per il settore bancario che negli ultimi tempi è stato letteralmente massacrato dalle vendite. I grafici sottostanti ben mostrano tale tendenza. 

Banca Mps: Negli ultimi 3 mesi è passata da 0,98 a 0,75 euro ad azione.



Banco Popolare: Negli ultimi 2 anni è passato da 7 euro ad azione a 1,61 euro ad azione.



Intesa San Paolo: Negli ultimi 6 mesi è passata da 2,60 a 1,80 euro ad azione.



Mediolanum: Negli ultimi 3 mesi è passata da 4,1 a 3,43 euro ad azione. 



Banca Popolare di Milano: negli ultimi 2 anni è passata da 5,5 a 1,65 euro ad azione. 


Ubi Banca: negli ultimi 4 mesi è passata da 7,7 a 4,3 euro ad azione. 


Unicredit : negli ultimi 4 mesi è passato da 2 a 1,50 euro ad azione. 


Raggiunti questi livelli il mercato si trova ad un punto di svolta tra due possibili scenari: 
1) Il mercato ripartirà al rialzo trascinato dai titoli bancari che dovranno recuperare, almeno in parte, le perdite dei mesi scorsi. 
2) Crollo vertiginoso dei titoli bancari verso i livelli toccati a Marzo 2009 nel pieno della crisi finanziaria. 
Personalmente spero nella prima ipotesi anche perchè un crollo simile a quello del biennio 2008-2009 potrebbe deteriorare notevolmente la tenue ripresa economica in atto in Italia ( +0,1% il Pil nell'ultimo trimestre).