Anche gli altri dati macro americani attesi per oggi, dopo le richieste dei sussidi di disoccupazione, sono risultati piuttosto deludenti:
Il Conference Board ha comunicato che il leading index, che fornisce una previsione sull'attivita' economica americana per i prossimi 6-12 mesi nel mese di luglio, ha registrato un rialzo dello 0.1% dopo il risultato negativo di giugno, rivisto a -0.3% da -0.2%, che aveva interrotto la serie di quattordici risulati utili consecutivi.
L’indicatore ( detto anche superindice) si e' rivelato tuttavia inferiore alle attese del mercato. Gli economisti si aspettavano infatti una variazione positiva dello 0.2%.
Altre cattive notizie arrivano dall'indice Philly Fed, che misura il livello di attivita' economica del distretto federale di Filadelfia. L'indice e' crollato a -7,7 da 5,1 di luglio, gli economisti prevedevano un valore di 7. In retromarcia anche i sottoindici dei nuovi ordinativi da -4,3 a -7,1, dell'occupazione da 4 a -2,7 e dei prezzi da -8,4% a -12,5%, quest'ultima flessione segnala una moderata pressione deflazionistica. In netto peggioramento l'indice sulle prospettive a 6 mesi sceso a 19,6 da 25 punti. I dati sono stati diffusi dalla Federal Reserve di Filadelfia.
In questo scenario macroeconomico le borse non potevano non prendere la via dei ribassi. Anche la volatilità è cresciuta alle stelle: Vix a 25,93 (+5% da ieri).
Nel finale di seduta la borsa italiana si è appesantita notevolmente e a chiuso a quota 20115 punti in calo del 2,05%.
Particolarmente colpito dalle vendite il settore bancario ed assicurativo ma nessun titolo dell'indice principale è riuscito a chiudere in territorio positivo.
La chiusura vicino ai minimi di giornata non è un bel segno e preannuncia nuovi cali anche nella giornata di domani. Vedremo se il supporto dei 20000 punti reggerà a questa nuova onda ribassista.
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