Difficile commentare quello che sta accadendo sui mercati finanziari in questi giorni senza farsi trasportare dall'emotività ma proviamo ad analizzare la situazione attuale in modo imparziale.
Da un punto di vista macroeconomico la situazione europea appare in deciso peggioramento e l'andamento degli indici Pmi odierni di Francia (43.1) e Germania (44.1) confermano ancora una volta il rallentamento dell'economia europea. La recessione che sta colpendo duramente la Grecia (Samaras ha parlato di un -7% per il Pil di Atene per il 2012) non è un evento isolato (anche la Spagna e l'Italia subiranno un violento calo del Pil quest'anno) e con molta probabilità interesserà anche gli Stati Uniti d'America, il Giappone e gran parte delle economie avanzate. Al contrario i paesi emergenti (Bric) dovrebbero continuare ad osservare ritmi di cresciuta piuttosto importanti (dal 3% al 7%) ma inferiori rispetto a quanto previsto qualche mese fa.
Sul fronte internazionale la situazione è tesissima e le istituzioni politiche ed economiche sembrano gettare benzina sul fuoco con le loro dichiarazioni di questi giorni......
La Spagna è al centro del ciclone con i rendimenti dei titoli spagnoli che ormai sono fuori controllo. Lo spread tra titoli di stato spagnoli e titoli di stato tedeschi ha raggiunto i 640 punti base. In particolare va segnalato che la curva dei rendimenti dei titoli di stato spagnoli risulta quest'oggi quasi invertita. I titoli a 5 anni infatti rendono il 7,59% mentre i titoli a 10 anni rendono il 7,62%.
Contemporaneamente i titoli a 2 anni rendono il 6,64%... Poche settimane fa questi titoli rendevano attorno al 4%.
Questi rendimenti esprimono un concreto rischio di default sul debito iberico nei prossimi anni se non verrà effettuata qualche operazione straordinaria di salvataggio da parte dell'Europa.
Quest'oggi è infatti emerso che dopo le comunità autonome di Valencia e Murcia anche la Catalogna si trova in difficoltà finanziarie (c'è un buco di 42 miliardi di euro che nessuna banca può finanziare). Qui sotto (Fonte Sole 24 ore) potrete notare i debiti pubblici delle varie regioni spagnole (complessivamente si parla di quasi 120 miliardi di euro).
A risentire della Crisi Spagnola è stata quest'oggi sopratutto l'Italia che vanta uno dei debiti pubblici più alti al mondo e un rapporto debito/pil assolutamente preoccupante (oltre il 123% in base agli ultimi dati ufficiali ma vicino al 128% in base ai miei calcoli) .
A fine giornata lo spread tra Btp e Bund tedeschi è salito sopra i 530 punti base ( valori che sono molto vicini a quelli toccati a novembre 2011, quando si insediò il governo Monti) con il rendimento dei titoli italiani a 10 anni che è salito al 6,59%.
A questo punto credo che nei prossimi giorni la BCE dovrebbe intervenire a sostegno dei titoli governativi italiani e spagnoli, almeno sulla parte di medio- breve (titoli fino al 2015-2016) per evitare il disastro. Vedremo quali mosse saranno messe in campo (acquisto diretto dei titoli sul mercato secondario, scudo anti-spread, nuovo ltro, taglio dei tassi) ma una cosa è sicura: è tempo di agire altrimenti il mercato potrebbe collassare e superare il punto di non ritorno (se già non è stato superato per il caso spagnolo) prima di settembre.
Per quanto riguarda l'indice Ftse Mib della borsa di Milano va segnalato che quest'oggi sono stati segnati dei nuovi minimi intraday assoluti a quota 12276 punti prima di un leggero recupero nella fase finale della seduta. L'indice milanese ha infatti raggiunto e superato i minimi toccati nel lontano marzo 2009 quando tutti i mercati erano in una situazione di panico. Osservando il grafico sottostante si può osservare che la rottura della trendline rialzista di breve periodo tre giorni fa ha innescato un violento sell-off che ha fatto perdere quasi il 10% al listino italiano in sole 3 sedute. A questo punto data l'elevata volatilità è difficile fare delle previsioni anche perchè sotto i livelli attuali non c'è più alcun supporto ne' statico ne' dinamico.
Provando ad ipotizzare dei possibili livelli tecnici di supporto credo che i prossimi target ribassisti potrebbero essere in area 12000 punti ed eventualmente a 11500-11600 punti per le prossime sedute.
Tuttavia data l'elevato livello di ipervenduto raggiunto non escluderei delle possibili rapide ricoperture con target rialzisti fino a 12800 punti.
In tal senso proverei con molta cautela e con stop loss vicini, qualche acquisto in tarda mattinata su qualche titolo bancario (tipo Unicredit o Intesa) particolarmente colpiti dalle vendite negli ultimi giorni.