Sono passati alcuni giorni dal mio ultimo articolo ma la situazione macroeconomica italiana ed internazionale sembra tutt'altro che migliorata.
Il debito pubblico italiano negli ultimi mesi ha continuato a crescere a livelli drammaticamente elevati raggiungendo quota 1966 Miliardi di euro a maggio 2012 (l'equivalente di 32771 euro per ogni italiano). Domanda polemica: ma il governo Monti non doveva tagliare le spese e ridurre il debito pubblico??
Come potete osservare nella tabella sottostante da inizio 2012 il debito pubblico italiano è cresciuto di ben 68,3 miliardi di euro ( cioè una variazione del +3,6% rispetto a dicembre 2011).
Debito Publico Italiano | ||
2012 | Variazione mensile | |
Gennaio | 1.935.829 | 37.883 |
Febbraio | 1.928.200 | -7.629 |
Marzo | 1.946.083 | 17.883 |
Aprile | 1.949.243 | 3.160 |
Maggio | 1.966.303 | 17.060 |
Giugno | ||
Luglio | ||
Agosto | ||
Settembre | ||
Ottobre | ||
Novembre | ||
Dicembre | ||
Variazione 2012 | 3,60% | 68.357 |
Quest'oggi il Fondo Monetario Internazionale ha diffuso le nuove proiezioni di crescita in questa tabella, mettendo in risalto un netto rallentamento della Crescita economica a livello mondiale. Come si può osservare l'Area euro chiuderà il 2012 con un calo dello 0,3% del Pil. In particolare saranno l'Italia e la Spagna a subire maggiormente la crisi economica e la recessione, rispettivamente con un -1,5% di Pil per la Spagna e -1,9% di Pil per l'Italia.
Ipotizzando una caduta (ottimistica) del Pil italiano a fine 2012 del 2% ( in linea con le attuali stime del FMI) ci troveremmo a fine 2012 ( in base ai miei calcoli) con un rapporto debito/Pil del 127% ben superiore a quanto stimato dal rapporto del FMI (125,8% per il 2012 e 126,4% per il 2013).
Provando a fare delle valutazioni leggermente più pessimistiche, nell'ordine di un calo del Pil a fine 2012 del 3% e dell'1% a fine 2013 (a mio avviso del tutto compatibile con l'attuale crollo dei consumi degli italiani e della fiducia delle famiglie italiane) ci troveremmo con un rapporto debito/Pil del 128,3% a fine 2012 e del 129,6% a fine 2013.
Tali valori esprimono la reale situazione economica italiana e spiegano perchè i mercati internazionali stiano colpendo i titoli di stato italiani e spagnoli negli ultimi mesi.
Quest'oggi il rendimento dei titoli decennali italiani è tornato al 6,045% valore lontano dai massimi toccati a novembre scorso ma pur sempre troppo elevato per essere sostenibile nel lungo periodo.
Contemporaneamente lo spread tra titoli italiani e titoli tedeschi a 10 anni è invece tornato su valori estremamente elevati. Dopo aver toccato i 550 punti nell'autunno scorso adesso siamo tornati in area 480/490 punti, valori tutt'altro che rassicuranti.
Quello che però è a mio avviso la situazione più preoccupante/ paradossale , a seconda dei punti di vista è l'andamento dei rendimenti dei titoli dei paesi "core" a breve termine. In particolare nel grafico sottostante si può osservare che ai livelli attuali i titoli tedeschi a 2 anni offrono dei tassi di interesse nominali negativi, pari a -0,047%. Si avete capito bene, interessi negativi, chi compra titoli tedeschi a 2 anni oggi sa che a scadenza riceverà meno del capitale investito (a meno di situazioni anomale).
Una situazione analoga vale per i titoli di stato finlandesi, austriaci, francesi e belgi (con rendimenti che sfiorano lo 0%). I rendimenti dei titoli di stato italiani, spagnoli, portoghesi etc etc con le stesse scadenze sono invece ben superiori al 3%.....
Va sottolineato che stiamo parlando di tassi di interessi nominali e non reali, perchè in quel caso dovremmo sottrarre il tasso di inflazione a questi rendimenti. In quel caso avremmo un rendimento reale dei titoli tedeschi a 2 anni attorno al -2% annualizzato).
Cercando di analizzare questi valori possiamo darne una doppia interpretazione:
1) il mercato è impazzito e gli investitori preferiscono investire i propri capitali in paesi core a rendimenti negativi piuttosto che investire in paesi periferici ( con rendimenti alti ma rischiosi). In questo caso tutti gli investimenti in titoli di stato francesi, tedeschi, austriaci e finlandesi sarebbero una sorta di grande bolla speculativa destinata a scoppiare a breve e contemporaneamente tutti i titoli dei paesi periferici potrebbero essere una buona opportunità di investimento.
2) il secondo scenario è invece diametralmente opposto: il mercato ha capito che l'eurozona e l'euro non hanno più di due anni di vita e che i titoli dei paesi core si rivaluteranno quando torneranno in valuta locale e questo compenserebbe i tassi di interessi negativi.
Ad esempio ipotizzando uno smembramento dell'area euro ed un ritorno alle valute nazionali i titoli tedeschi subirebbero una rivalutazione ( dell'ordine del 10-15%) data dall'apprezzamento del nuovo marco tedesco rispetto all'euro.
Solo in questo contesto è spiegabile un tasso di rendimento negativo sui vari titoli governativi dei paesi dell'europa centrale.
Vedremo cosa accadrà ma una cosa è certa: negli ultimi mesi la recessione sta colpendo sia in italia che negli altri paesi periferici e credo che sia indispensabile per i vari governi effettuare delle scelte politiche volte alla crescita e alla riduzione della disoccupazione (in particolare della disoccupazione giovanile). A mio avviso anche la BCE nelle prossime settimane potrebbe decidere di abbassare ulteriormente il tasso di interesse ufficiale (ad ora allo 0,75%) e/o adottare delle nuove politiche di intervento sul mercato primario/secondario per i titoli di stato dei paesi periferici. Alternativamente la BCE potrebbe anche decidere di varare un nuovo LTRO magari a 5 anni per il sostegno del sistema bancario europeo ( ad oggi in netta difficoltà nonostante i vari interventi del passato) ma credo che sia fondamentale far tornare la fiducia negli investitori internazionali e nelle famiglie che vedono il loro futuro molto incerto.
In questo contesto piuttosto caldo credo che i prossimi 20 giorni di contrattazione saranno piuttosto turbolenti per i mercati finanziari.
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