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martedì 17 luglio 2012

La crisi italiana si aggrava! Debito e Spread alle stelle


Sono passati alcuni giorni dal mio ultimo articolo ma la situazione macroeconomica italiana ed internazionale sembra tutt'altro che migliorata.
Il debito pubblico italiano negli ultimi mesi ha continuato a crescere a livelli drammaticamente elevati raggiungendo quota 1966 Miliardi di euro a maggio 2012 (l'equivalente di 32771 euro per ogni italiano). Domanda polemica: ma il governo Monti non doveva tagliare le spese e ridurre il debito pubblico?? 
Come potete osservare nella tabella sottostante da inizio 2012 il debito pubblico italiano è cresciuto di ben 68,3 miliardi di euro ( cioè una variazione del +3,6% rispetto a dicembre 2011). 


Debito Publico Italiano
2012 Variazione mensile
Gennaio 1.935.829 37.883
Febbraio 1.928.200 -7.629
Marzo 1.946.083 17.883
Aprile 1.949.243 3.160
Maggio 1.966.303 17.060
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Novembre
Dicembre
Variazione 2012 3,60% 68.357


Quest'oggi il Fondo Monetario Internazionale ha diffuso le nuove proiezioni di crescita in questa tabella, mettendo in risalto un netto rallentamento della Crescita economica a livello mondiale. Come si può osservare l'Area euro chiuderà il 2012 con un calo dello 0,3% del Pil. In particolare saranno l'Italia e la Spagna a subire maggiormente la crisi economica e la recessione, rispettivamente con un -1,5% di Pil per la Spagna e -1,9% di Pil per l'Italia.  



Ipotizzando una caduta (ottimistica) del Pil italiano a fine 2012 del 2% ( in linea con le attuali stime del FMI) ci troveremmo a fine 2012 ( in base ai miei calcoli) con un rapporto debito/Pil del 127% ben superiore a quanto stimato dal rapporto del FMI (125,8% per il 2012 e 126,4% per il 2013). 

Provando a fare delle valutazioni leggermente più pessimistiche, nell'ordine di un calo del Pil a fine 2012 del 3% e dell'1% a fine 2013 (a mio avviso del tutto compatibile con l'attuale crollo dei consumi degli italiani e della fiducia delle famiglie italiane) ci troveremmo con un rapporto debito/Pil del 128,3% a fine 2012 e del 129,6% a fine 2013. 
Tali valori esprimono la reale situazione economica italiana e spiegano perchè i mercati internazionali stiano colpendo i titoli di stato italiani e spagnoli negli ultimi mesi. 
Quest'oggi il rendimento dei titoli decennali italiani è tornato al 6,045% valore lontano dai massimi toccati a novembre scorso ma pur sempre troppo elevato per essere sostenibile nel lungo periodo.




Contemporaneamente lo spread tra titoli italiani e titoli tedeschi a 10 anni è invece tornato su valori estremamente elevati. Dopo aver toccato i 550 punti nell'autunno scorso adesso siamo tornati in area 480/490 punti, valori tutt'altro che rassicuranti. 



Quello che però è a mio avviso la situazione più preoccupante/ paradossale , a seconda dei punti di vista è l'andamento dei rendimenti dei titoli dei paesi "core" a breve termine. In particolare nel grafico sottostante si può osservare che ai livelli attuali i titoli tedeschi a 2 anni offrono dei tassi di interesse nominali negativi, pari a -0,047%. Si avete capito bene, interessi negativi, chi compra titoli tedeschi a 2 anni oggi sa che a scadenza riceverà meno del capitale investito (a meno di situazioni anomale). 
Una situazione analoga vale per i titoli di stato finlandesi, austriaci, francesi e  belgi (con rendimenti che sfiorano lo 0%). I rendimenti dei titoli di stato italiani, spagnoli, portoghesi etc etc con le stesse scadenze sono invece ben superiori al 3%.....



Va sottolineato che stiamo parlando di tassi di interessi nominali e non reali, perchè in quel caso dovremmo sottrarre il tasso di inflazione a questi rendimenti. In quel caso avremmo un rendimento reale dei titoli tedeschi a 2 anni attorno al -2% annualizzato).

Cercando di analizzare questi valori possiamo darne una doppia interpretazione: 
1) il mercato è impazzito e gli investitori preferiscono investire i propri capitali in paesi core a rendimenti negativi piuttosto che investire in paesi periferici ( con rendimenti alti ma rischiosi). In questo caso tutti gli investimenti in titoli di stato francesi, tedeschi, austriaci e finlandesi sarebbero una sorta di grande bolla speculativa destinata a scoppiare a breve e contemporaneamente tutti i titoli dei paesi periferici potrebbero essere una buona opportunità di investimento. 
2) il secondo scenario è invece diametralmente opposto: il mercato ha capito che l'eurozona e l'euro non hanno più di due anni di vita e che i titoli dei paesi core si rivaluteranno quando torneranno in valuta locale e questo compenserebbe i tassi di interessi negativi. 
Ad esempio ipotizzando uno smembramento dell'area euro ed un ritorno alle valute nazionali i titoli tedeschi subirebbero una rivalutazione ( dell'ordine del 10-15%) data dall'apprezzamento del nuovo marco tedesco rispetto all'euro. 
Solo in questo contesto è spiegabile un tasso di rendimento negativo sui vari titoli governativi dei paesi dell'europa centrale. 

Vedremo cosa accadrà ma una cosa è certa: negli ultimi mesi la recessione  sta colpendo sia in italia che negli altri paesi periferici e credo che sia indispensabile per i vari governi effettuare delle scelte politiche volte alla crescita e alla riduzione della disoccupazione (in particolare della disoccupazione giovanile). A mio avviso anche la BCE nelle prossime settimane potrebbe decidere di abbassare ulteriormente il tasso di interesse ufficiale (ad ora allo 0,75%) e/o adottare delle nuove politiche di intervento sul mercato primario/secondario per i titoli di stato dei paesi periferici. Alternativamente la BCE potrebbe anche decidere di varare un nuovo LTRO magari a 5 anni per il sostegno del sistema bancario europeo ( ad oggi in netta difficoltà nonostante i vari interventi del passato) ma credo che sia fondamentale far tornare la fiducia negli investitori internazionali e nelle famiglie che vedono il loro futuro molto incerto. 

In questo contesto piuttosto caldo credo che i prossimi 20 giorni di contrattazione saranno piuttosto turbolenti per i mercati finanziari. 




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