Il futuro della Grecia è sempre più cupo. Ieri l'agenzia di Rating Moody's ha ridotto di ben tre gradini il merito di credito della Repubblica Ellenica portandolo da Ba1 a B1 ben al di sotto del livello di investment grade. Tale downgrade ha collocato Atene sullo stesso livello di Bielorussia e Bolivia, ritenendo che sono aumentate le probabilità di default del Paese. Immediata la reazione del governo di Atene secondo cui il taglio del rating deciso da Moody's è completamente ingiustificato perché non riflette un'obiettiva e bilanciata valutazione delle condizioni a cui il Paese sta facendo fronte. A mio parere la situazione in Grecia è estremamente grave e ritengo appropriato questo nuovo livello di rischio. Basta guardare i rendimenti dei titoli di stato Greci per capire quanto rischiosa e complicata sia diventata la situazione per la Grecia.
I bond decennali ellenici rendono il 12,82% , il massimo storico, mentre i Cds a 5 anni hanno toccato quota 1035 punti. In soldoni significa che il rischio di default della Grecia non è mai stato cosi alto fino ad oggi.
Segnali preoccupanti in tal senso arrivano anche dai valori dei Cds dell'Irlanda (593) e del Portogallo (489). Strano che i mercati finanziari non notino che l'indice greco è in calo del 2% e che l'effetto di un possibile contagio tra i vari Piigs possa diventare qualcosa di molto vicino e pericoloso.
In questo contesto, con il Petrolio che continua a viaggiare costantemente sopra i 105 dollari al barile a New York e a 114 dollari ( il brent, vedi quotazioni) l'indice di Milano è riuscito a chiudere in rialzo dello 0,94% a quota 22353 punti grazie al buon avvio di Wall Street, ora in progresso dell'1%.
In questi ultimi due giorni la volatilità intraday è stata molto elevata e i cambi di direzione sono stati violenti e fuorvianti. Tuttavia la chiusura odierna sembra voler ridar slancio al trend rialzista che in questi ultimi giorni è stato più volte sotto pressione.
Per domani qualora il rialzo dovesse continuare sarà possibile un ritorno verso quota 22400 ed anche 22500. L'eventuale rottura dei 22500 punti potrebbe proiettare l'indice nuovamente sui 22700 punti. Al contrario in caso di nuovi ribassi ci sarebbe un ritorno in area 22250 punti e successivamente anche a 22200 e 22120 punti.
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