Il Ministero dell'Economia ha collocato 7,935 miliardi di euro in quattro titoli a medio-lungo con un ammontare totale nella parte più alta della forchetta di offerta, compresa tra 5,25 e 8,5 e miliardi.
I rendimenti sono risultati in deciso rialzo e in particolare quello del Btp decennale è salito oltre la soglia chiave del 6%, segnando il massimo storico dall'introduzione dell'euro.
Del Btp luglio 2014 sono stati assegnati 3,084 miliardi, contro un range di 2,25-3,25, al rendimento di 4,93% - massimo da novembre 2000 - da 4,68% di fine settembre. Passa a 1,324 da 1,365 il rapporto tra domanda e offerta.
La quinta tranche del decennale marzo 2022 è stata collocata per 2,98 miliardi (tra 2 e 3 la forchetta) al tasso di 6,06% (da 5,86% messo a segno a fine settembre). Il 'bid-to-cover' di 1,27 da 1,374.
Il CCTeu 15 ottobre 2017 è stato aggiudicato a un tasso di 5,59% per un importo di un miliardo milioni su un'offerta fra 500 milioni e 1 miliardo.
Del Btp settembre 2019, infine, sono stati collocati 871 milioni (0,5-1,25 miliardi l'offerta) a un rendimento 5,81%.
Complessivamente l'esito dell'asta è piuttosto deludente in quanto i rendimenti sono saliti a livelli mai visti in precedenza e allo stesso tempo il rapporto tra domanda e offerta è sensibilmente calato in particolare sui Btp decennali.
L'indice Ftse Mib che aveva aperto in territorio positivo sopra i 17000 punti è rapidamente sceso a seguito dell'esito dell'asta dei titoli di stato e adesso accusa un calo vicino all'1,3%. Vedremo se ci sarà un recupero da qui a fine seduta.
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