Sono bastate poche ore per riportare il panico sui mercati finanziari. Ore lunghe, lunghissime in cui gli indici europei sono tornati a scendere violentemente dopo le nuove preoccupazioni provenienti dalla Grecia e la situazione giorno dopo giorno appare in deciso peggioramento. A fine seduta il Ftse Mib ha accusato un calo del 2,37% a quota 13936 punti tornando, dopo il recupero di ieri, sotto la soglia psicologica dei 14000 punti.
Da un punto di vista grafico il trend ribassista sia di breve che di lungo periodo prosegue con tutta la sua violenza e la permanenza al di sotto della media mobile a 25 periodi conferma in pieno la dinamica ribassista dei prezzi. Il rimbalzo di ieri si è arrestato proprio sotto la resistenza precedente passante in area 14330 punti e nella seduta odierna i prezzi hanno accusato nuovi cali dovuti ad un netto aumento della volatilità azionaria. A questo punto l'eventuale cedimento del supporto dei 13800 punti dovrebbe riportare rapidamente il listino italiano sui 13610 punti dove transita l'ultimo importantissimo supporto di lungo periodo. Al di sotto di tale livello la volatilità salirà a dismisura e potrebbe innescare nuovi cali con target a 13300 punti e successivamente anche a 13100 punti ( minimi toccati a settembre 2011). Sotto tali valori si ritrovano dei valori toccati solo a marzo 2009 al culmine del panico sui mercati finanziari internazionali. In tal senso i target ribassisti potrebbero trovarsi in area 12900 punti, 12600 e 12332 punti (minimo assoluto toccato il 9 marzo 2009).
Al contrario in caso di recupero il listino italiano dovrebbe riportarsi dapprima sui 14000 punti ed eventualmente a 14100 punti. Tuttavia soltanto il superamento dei 14330 punti aiuterebbe il Ftse Mib a riprendere una tendenza più neutrale dopo i recenti crolli.
Per quanto riguarda lo spread tra titoli italiani e titoli tedeschi a 10 anni la situazione appare nuovamente preoccupante. Quest'oggi lo spread è salito in chiusura a 391 punti dopo aver toccato nel corso della seduta i 375 punti. Osservando il grafico sottostante sembra che la tendenza degli ultimi mesi sia alquanto rialzista e l'eventuale superamento dei 415 punti base dovrebbe essere interpretato come un segnale decisamente preoccupante.
Per quanto riguarda gli altri listini internazionali le cose non vanno molto meglio, in particolare per la grecia (tormentata da crolli spaventosi negli ultimi giorni) che è tornata sui minimi degli ultimi 20 anni.
( Fonte : intermarket and more)
Ma il grafico più preoccupante è quello sottostante relativo all'indice Dow Jones:
Come si può osservare nei giorni scorsi i prezzi si son scontrati contro la resistenza posta in area 13300 punti e nel giro di poche sedute son tornati rapidamente a scendere rompendo la trendline rialzista in corso. Gli oscillatori sottostanti ( Stocastico e Macd) all'andamento del grafico dei prezzi mostrano dei chiari segnali ribassisti su candele giornaliere che lasciano intuire futuri ribassi con primi target in area 12750 punti. Qualora venisse violata la soglia dei 12700 punti il listino americano potrebbe accusare un flash crash come quello di maggio 2010 tornato rapidamente in area 12300 punti dove dovrebbero tornare almeno per il momento gli acquisti.
Ancor più pericoloso è il grafico settimanale relativo all'indice S&P 500.
Come potete osservare ho tracciato delle trendline rialziste usando lo strumento (Fibonacci Fan) sull'indice americano. Nelle ultime settimane il mercato azionario dopo aver toccato dei massimi in area 1420 punti ha innescato una serie di ribassi alquanto preoccupanti che hanno cambiato la dinamica da rialzista a neutrale. Nella scorsa settimana sembra essersi prodotto un pull-back da manuale sulla precedente trend-line rialzista che lascia intuire un bear market per i prossimi mesi. Inoltre il taglio ribassista verificatosi sull'oscillatore macd rafforza questa ipotesi e l'eventuale abbandono del supporto dei 1340 punti dovrebbe innescare nuovi cali con successivi target a 1300 punti e successivamente a 1240 e 1200 punti. Se tale scenario venisse confermato non è da escludere un possibile ritorno anche a 1160-1150 punti dove transita l'importantissima media mobile a 200 periodi.
Qualora questo scenario si dovesse verificare il listino americano potrebbe accusare quindi una perdita di circa il 20% nei prossimi 5-6 mesi. Se dovesse succedere questo, i listini europei potrebbero perdere dal 25% al 40% e non sarei sorpreso di trovare il listino italiano Ftse Mib attorno ai 10.000 punti a fine dicembre 2012. Mi auguro che ciò non si verifichi altrimenti sarà il disastro per l'economia italiana e per noi italiani e che la BCE decida finalmente di intervenire ( abbassando i tassi di interesse allo 0%) per salvare l'euro, l'europa e sopratutto i cittadini europei (sopratutto di Grecia, Spagna,Irlanda, Portogallo e Italia) dalla fame.
molto bella la tua analisi.. complimenti..
RispondiEliminaSaluti
Castellazzi Massimiliano