Dopo 48 ore di scioperi, di proteste e di numerosi feriti all'esterno del palazzo Syntagma, il parlamento Greco ha approvato il nuovo cruciale piano di misure di austerity, aprendo la strada agli aiuti di Ue e Fmi, fondamentali per tenere in vita il paese. I prestiti delle autorità internazionali eviteranno al debito sovrano di Atene di cadere in default il mese prossimo. Il piano da 28 miliardi di euro in cinque anni, che prevede tagli alla spesa pubblica ed un incremento delle tasse, e' stato appoggiato dalla maggioranza dei 300 membri con un seggio in Parlamento (155 voti favorevoli, 138 contrari).Nei prossimi giorni il parlamento greco dovrà approvare altre importanti misure economiche, al fine di ripristinare la fiducia degli investitori sulla tenuta dei conti pubblici.
Le borse europee hanno ovviamente festeggiato questa notizia con rialzi vicini al 2% per quasi tutte le piazze finanziarie d'europa.
A Milano il Ftse Mib ha concluso la terza seduta consecutiva in territorio positivo a quota 19864 punti ( +2,11%).
Graficamente la situazione appare in deciso miglioramento rispetto ai giorni scorsi, con le quotazioni che sono letteralmente rimbalzate dal supporto passante a quota 19050-19100 punti. Come scrivevo due giorni fa, la rottura dei 19400 punti ha innescato un nuovo impulso rialzista per il nostro indice che quest'oggi si è scontrato con l'importante resistenza dei 20050 punti. L'eventuale rottura di questo livello dovrebbe proiettare il Ftse Mib in area 20200 punti e successivamente a 20400 punti. Al contrario in caso di ribassi i primi supporti transitano in area 19730 punti e successivamente a 19580 punti.
Da un punto di vista macro c'è da segnalare la nuova bozza sulla manovra finanziaria sui conti pubblici italiani che domani sarà varata dall'esecutivo durante il Consiglio dei Ministri. Secondo le prime indiscrezioni, il trading speculativo delle banche sarà tassato al 35%.
Tale tassazione sarà separata dal risultato complessivo della gestione delle attività finanziarie detenute per la negoziazione per le banche e saranno esclusi i titoli di debito e gli Oicr (Organismi d'investimento collettivo di risparmio).
Ma è il mondo della finanza italiana (Piazza Affari nel complesso) a rischiare conseguenze gravissime se venisse approvato il bollo sulle transazioni finanziarie dello 0,15% per ogni operazione. In pratica, su ogni operazione si pagherebbe uno 0,30% in più, a cui andrebbero aggiunti, ovviamente, i costi di transazione (in genere pari allo 0,19% per acquisto e 0,19% per vendita) e l'imposta sostitutiva.
Facciamo un esempio pratico:
Acquisto di 10000 Unicredit a 1,40 euro ad azione per un controvalore di 14000 euro .
Vendita 10000 Unicredit a 1,45 euro ad azione per un controvalore di 14500 euro.
Plusvalenza lorda: 500 euro
- Bollo sulle transazioni finanziarie: 42,75 euro
- Commissioni di negoziazione: 54,15 euro
- Imposta sostitutiva del 12,5% : 50,4 euro
Plusvalenza netta: 352,7 euro
In altre parole se il bollo sulle transazioni finanziarie venisse applicato a tutte le contrattazioni di piazza affari, il nostro mercato tornerebbe indietro di 20 anni, i volumi crollerebbero e non ci sarebbe più alcun interesse da parte degli operatori specializzati ad operare a Piazza Affari e sarebbe la morte del Trading On Line. Vedremo cosa accadrà....
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