Anche oggi il principale listino di Piazza Affari ha chiuso in ribasso. A fine seduta il Ftse Mib ha chiuso in calo dell'1,44% a quota 20277 punti.
Da un punto di vista grafico il trend rimane impostato al ribasso e la violazione al ribasso dei 20400 punti ha innescato una serie di vendite che ha spinto il listino fin sui 20200 punti. A questo punto il listino potrebbe continuare la propria discesa verso quota 20000 punti, dove dovrebbero ritornare gli acquisti. Alternativamente, in caso di rimbalzi tecnici il listino troverebbe i primi ostacoli sulla resistenza a quota 20400 punti e successivamente a 20500 punti. Visto l'elevato livello di ipervenduto raggiunto non è esclusa una reazione piuttosto importante a questi cali nei prossimi giorni.
Da un punto di vista macroeconomico proprio in chiusura dei mercati l'agenzia di rating Fitch ha minacciato di tagliare il rating sovrano degli Usa (attualmente AAA) ad agosto, ad un livello che preveda un "limitato rischio di default". La riduzione sara' decisa nel caso in cui il governo non onori pienamente tutti i rimborsi sui titoli del debito pubblico in scadenza il 15 agosto.
Per quanto riguarda il mercato italiano la situazione appare giorno dopo giorno più grave, sopratutto per il settore bancario che negli ultimi tempi è stato letteralmente massacrato dalle vendite. I grafici sottostanti ben mostrano tale tendenza.
Banca Mps: Negli ultimi 3 mesi è passata da 0,98 a 0,75 euro ad azione.
Banco Popolare: Negli ultimi 2 anni è passato da 7 euro ad azione a 1,61 euro ad azione.
Intesa San Paolo: Negli ultimi 6 mesi è passata da 2,60 a 1,80 euro ad azione.
Mediolanum: Negli ultimi 3 mesi è passata da 4,1 a 3,43 euro ad azione.
Banca Popolare di Milano: negli ultimi 2 anni è passata da 5,5 a 1,65 euro ad azione.
Ubi Banca: negli ultimi 4 mesi è passata da 7,7 a 4,3 euro ad azione.
Unicredit : negli ultimi 4 mesi è passato da 2 a 1,50 euro ad azione.
Raggiunti questi livelli il mercato si trova ad un punto di svolta tra due possibili scenari:
1) Il mercato ripartirà al rialzo trascinato dai titoli bancari che dovranno recuperare, almeno in parte, le perdite dei mesi scorsi.
2) Crollo vertiginoso dei titoli bancari verso i livelli toccati a Marzo 2009 nel pieno della crisi finanziaria.
Personalmente spero nella prima ipotesi anche perchè un crollo simile a quello del biennio 2008-2009 potrebbe deteriorare notevolmente la tenue ripresa economica in atto in Italia ( +0,1% il Pil nell'ultimo trimestre).
"un crollo simile a quello del biennio 2008-2009 potrebbe deteriorare notevolmente la tenue ripresa economica in atto in Italia ( +0,1% il Pil nell'ultimo trimestre)".
RispondiEliminaQuesta non è una ragione per escludere oggettivamente un altro crollo ... semmai il ragionamento corretto può essere : se avvenisse un altro crollo , ciò accadrà proprio perchè vi sarà un notevole deterioramento del quadro economico !