Visualizzazioni totali

lunedì 28 febbraio 2011

Il rimbalzo continua ma il finale è preoccupante

Chiusura in rialzo per Piazza Affari oggi. Il Ftse Mib dopo un'apertura in deciso ribasso (-0,7%) è riuscito a riportarsi rapidamente in territorio positivo. A metà seduta l'indice è arrivato a guadagnare l'1,3% (a quota 22600 punti) ma poi nel finale di seduta sono ripartite le vendite che l'hanno riportato a quota 22466 punti (+0,52%). 
Da un punto di vista macro la giornata odierna è stata particolarmente ricca: in particolare a suscitare qualche preoccupazione è stato il dato sull'indice dei prezzi al consumo in Europa ( salito al 2,3% a gennaio). Altri dati chiave della giornata sono stati il Pil della Danimarca (-0,4% nell'ultimo trimestre), il Pil canadese (+0,5% nell'ultimo mese), il Reddito Personale degli americani ( +1%) mentre le spese personali sono cresciute dello 0,2%. 
A questo punto la situazione appare molto incerta e nelle prossime sedute potrebbe succedere davvero di tutto. Tuttavia guardando i volumi sul derivato italiano ( circa 16000 pezzi contro gli oltre 20.000 dei giorni passati) e il finale di seduta piuttosto debole, direi che il trend di breve periodo mi sembra impostato ancora al ribasso. 
Graficamente parlando qualora le quotazioni dovessero scendere anche domani i primi supporti transitano in area 22400 punti e successivamente a 22300 e 22150 punti. Eventuali ulteriori ribassi potrebbero spingere l'indice nuovamente sui 22000 punti.  In caso di rialzi invece le prime resistenze passano in area 22500 e 22630 punti e successivamente a 22700. 

domenica 27 febbraio 2011

Divampa la guerra del petrolio

La settimana appena trascorsa sui mercati finanziari è stata a dir poco turbolenta. A scatenare il panico su molte piazze finanziarie europee è stata la situazione libica che ha provocato un'impennata nei prezzi del petrolio fino a 120 dollari al barile per il Brent e fino a 104 dollari per il Crude oil newyorkese ( segui il prezzo del petrolio da  commodity).
Poche ore fa si è verificato un'attentato terroristico da parte di Al Qaeda in IranTre linee di produzione della più grande raffineria del paese, nella città di Baiji, nel nord del paese sono state distrutte in questo attentato, bloccando la produzione di oltre 150.000 barili di petrolio al giorno. A riportarlo è la tv di stato dell'Iraq.
Come riporta Wall Street Italia, l'attacco e' avvenuto alle 4:30am da parte di un gruppo di uomini addestrati che hanno colpito l'obiettivo con rapidita'. La pattuglia terrorista, secondo le prime informazioni, ha piazzato in totale 8 bombe tra l'esterno e l'interno dell'impianto dopo aver ucciso un ingegnere e alcune guardie di sicurezza, facendo saltare il principale condotto petrolifero, che ora e' bloccato. Si tratta del secondo attacco terrorista avvenuto questo mese in Iraq: all'inizio di febbraio un'altra pipeline a nord di Baghdad e' stata fatta esplodere da uomini armati, interrompendo la produzione di petrolio alla raffineraia di Dora. L'Iraq dunque e' diventato il punto piu' debole della catena produttiva di greggio dal medio oriente, in termini di inadeguata sicurezza degli impianti.  
La raffineria di Baiji, costruita nel 1982 e situata 200 chilometri a nord di Baghdad, produce 205mila barili al giorno, ossia circa il 35 per cento della capacità di raffinazione del paese che si attesta a 550mila barili al giorno, al di fuori del Kurdistan. «Questo attacco fa parte di un complotto che riguarda gli impianti petroliferi per sabotare i ricavi dell'Iraq in questo settore», ha affermato il ministro del Petrolio, Abdel Karim al-Luaybi, in un comunicato. 

Questa tabella mostra i principali produttori mondiali di petrolio. Come potete osservare l'incidenza dell'Iran è circa il doppio di quella della Libia e se gli attentati dovessero continuare credo che la prossima settimana vedremo il petrolio riprendere quota molto velocemente. 








Il grafico sottostante mostra l'andamento del Crude Oil quotato a New York. Come si può notare la rottura dei 92 dollari ha innescato un movimento rialzista molto violento che ha portato le quotazioni dapprima sui 97 dollari al barile e poi fino a 103,50. Graficamente si può notare anche il gap rialzista che si è verificato lunedì scorso e questo è un segnale piuttosto importante per le prossime sedute. Difficile fare una valutazione tecnica sul petrolio in quanto le tensioni geopolitiche di questi giorni condizioneranno di molto il futuro andamento delle quotazioni, ma sicuramente l'impostazione rimane rialzista e non sarei sorpreso se nelle prossime settimane tornasse a quota 120 dollari. 
Un rialzo del genere rallenterà la crescita economica di tutta l'europa e probabilmente spingerà nuovamente in recessione i paesi più deboli come Spagna, Grecia, Irlanda, Portogallo, Italia. L'Inghilterra invece è già tornata in recessione ( il Pil Inglese nell'ultimo trimestre è sceso dello 0,6%). Gli effetti di un rialzo del prezzo del petrolio, a mio avviso, potrebbero rallentare la crescita economica di circa lo 0,7%-1% del Pil italiano e avrebbero implicazioni negative anche sulla crescita del Pil americano e Cinese sopratutto, unico motore trainante dell'economia mondiale in questo momento.  
Le implicazioni sui mercati azionari sarebbero molto negative e a mio avviso le banche centrali si troverebbero in difficoltà a contrastare una nuova ondata inflattiva in un contesto di recessione economica. Vedremo cosa accadrà. Nel frattempo vi auguro una buona domenica. 




giovedì 24 febbraio 2011

S&P taglia il Rating a Fiat, Dow Jones sotto i 12000 per qualche momento.

Standard & Poor's ha tagliato il rating di Fiat spa da BB+ a BB. L'outlook e' negativo. Standard & Poor's ha assegnato un nuovo rating a Fiat Industrial a livello BB+, lo stesso in precedenza assegnato a Fiat spa (contemporaneamente declassata a BB). L'outlook e' negativo.
La notizia trasmessa poco fa in una nota ansa era nell'aria dopo i cali delle immatricolazioni degli ultimi mesi. Domani probabile che questa notizia possa avere effetti negativi sul titolo attorno al 2-3 %. 


Un'altra notizia degna di nota riguarda la situazione in Libia: 
"Alcuni ministri europei oggi hanno espresso chiusura totale al principio dello smistamento dei richiedenti asilo che potrebbero arrivare sulle nostre coste dopo la crisi in Libia". Lo ha detto il ministro dell'Interno Maroni al termine del Consiglio dei ministri degli Affari interni europei. I controlli sulle coste libiche contro i clandestini - ha detto Maroni - sono azzerati, le partenze non sono riprese perché non e' ripartito il meccanismo guidato dalle organizzazione criminali. 

Aggiungi didascalia
Questa dichiarazione è molto preoccupante poichè cela al suo interno una spaccatura dell'Europa del Nord con quella del Sud. Tutti i paesi evidenziati su questa cartina sono in una situazione di instabilità politica piuttosto preoccupante e si parla di almeno 200-300 mila immigrati in arrivo sulle coste italiane nelle prossime settimane. La situazione più grave in questo momento è ovviamente quella della Libia. Alcune cifre, quelle più pessimistiche, parlano anche di 1 Milione, 1 Milione e mezzo di possibili immigrati. 
A mio avviso non è importante il numero degli immigrati, ma la collaborazione dell'Europa in tal senso. L'Italia non può sopportare economicamente tutti questi nuovi ingressi e l'Europa deve assolutamente aiutarci. Qualora venissimo abbandonati in questa situazione si verrebbero a creare delle tensioni geopolitiche estremamente gravi che minerebbero la continuità e la serietà dell'Europa. E le ripercussioni da un punto di vista economico non voglio nemmeno immaginarle. Spero che alla fine si decida per una collaborazione in questo momento così delicato per tutti. 

Ultima notizia del giorno è il calo dell'indice Dow Jones che per qualche minuto si era portato sotto quota 12000 punti; al momento ha recuperato dai minimi di seduta ma sarà fondamentale aspettare la chiusura per poter fare i primi commenti. 



Una giornata di incertezza per Milano

Seduta alquanto apatica quella di oggi per Piazza Affari. A fine giornata l'indice generale è salito dello 0,09% a quota 21948 punti. Dopo i cali dei giorni scorsi questa mattina l'indice Ftse Mib aveva aperto in netto ribasso (-0,85%) spingendosi fino a quota 21727 punti. Nel giro di pochi minuti l'indice si è riportato prontamente sui valori della vigilia tentando anche un allungo sopra i 22000 punti. Nel primo pomeriggio le quotazioni sono tornate a indebolirsi a causa dei dati macro Americani in chiaroscuro. Infatti se da una parte c'è stato un netto calo della richiesta dei sussidi di disoccupazione a 391.000 unità e a quota 3,790 Milioni per le richieste di disoccupazione continua dall'altra preoccupano i dati degli ordinativi dei beni durevoli. Infatti l'ultimo rapporto parla di un calo del 3,6% degli ordini ,escludendo la componente dei trasporti. Questo dato è risultato nettamente sotto le attese è ha frenato il recupero degli indici americani. 
In rialzo ancora il prezzo del petrolio (99,3 ora) anche se nel pomeriggio sono scattate le prime prese di beneficio dopo aver toccato quota 103,5 dollari al barile a causa delle tensioni in Libia. 
Difficile fare previsioni a questo punto, anche perchè il Doji odierno è un tipico segno di indecisione del mercato, ma credo che la giornata di domani sarà fondamentale per capire il trend delle prossime settimane. Mi aspetto una giornata piuttosto nervosa e con un trend ben delineato nella seconda parte della giornata. Graficamente parlando per il nostro indice la situazione rimane immutata. In caso di rimbalzi tecnici i primi ostacoli transitano in area 22050 punti e successivamente a 22150 punti e successivamente a 21300 punti. Al contrario in caso di nuovi ribassi i primi supporti transitano in area 21850 punti e successivamente a 21730-21700 punti. In caso di ulteriori affondi si potrebbe scendere verso i 21500 punti dove dovrebbero tornare gli acquisti. 
Da segnalare l'ennesimo calo del Dax tedesco (-1% anche oggi), vedremo se domani ci sarà qualche rimbalzo .

mercoledì 23 febbraio 2011

Puzza di bruciato sulle borse....

Chiusura in ribasso anche oggi per l'indice di Milano. A fine delle contrattazioni il Ftse mib ha accusato un calo dello 0,29% a quota 21929 punti, vicino ai minimi di seduta. Nella mattinata l'indice aveva tentato un recupero dopo i cali dei giorni scorsi, ma l'avvio contrastato di Wall Street ha spento gli acquisti nella seconda parte della seduta. Quest'oggi il listino è stato sostenuto dai titoli bancari che avevano perso notevolmente nelle scorse sedute ( unicredit e intesa in particolare), deboli invece i titoli energetici come Saipem e Tenaris. 
Da segnalare il crollo della borsa tedesca ( Dax -1,7% sotto quota 7200 punti) e il calo dell'Eurostoxx 50 sotto quota 3000 (-0,9% a quota 2954 punti).
Sul fronte obbligazionario, rendimenti in rialzo per il Btp decennale italiano al 4,85% con lo spread salito a 171 punti base rispetto al bund tedesco. 

Anche da un punto di vista grafico la situazione sembra deteriorarsi velocemente per il nostro listino. 
Infatti il trend di breve periodo rimane estremamente negativo e l'eventuale rottura dei 21850 punti dovrebbe portare il Ftse Mib attorno ai 21700-21650 punti dove c'è un supporto chiave per il medio-lungo periodo. L'eventuale rottura di questo livello se accompagnata da grossi volumi sarebbe un segnale molto importante per le prossime settimane con target successivi a 21500-21300-21000 punti. 
Al contrario in caso di rimbalzi tecnici, i primi ostacoli si troverebbero a quota 22000 punti e successivamente a 22150 punti. Con quella odierna siamo già a 4 sedute in rosso per il nostro indice! 

Le tensioni in medio oriente ora iniziano a spaventare anche gli investitori americani. In particolare a destare preoccupazione è il prezzo del Petrolio che in queste ore è salito vicino ai 100 dollari al barile a New York e a oltre 111,60 ( il Brent). Il grafico sottostante mostra l'incredibile rialzo di questi giorni.

Nel giro di poche ore l'indice Dow Jones ha iniziato a scendere in maniera piuttosto preoccupante poichè il rialzo del prezzo del petrolio potrebbe continuare anche nelle prossime settimane ( target di 120 dollari al barile ) e questo darebbe il colpo di grazia alla debole ripresa economica globale. 
In questo momento l'indice americano è in calo dell'1% a quota 12090 punti ma qualche campanello d'allarme inizia a suonare anche sui monitor americani dopo i cali delle piazze europee di questi giorni, vedi Hp che crolla del 10%.   

martedì 22 febbraio 2011

Libia nel caos, Piazza Affari riapre alle 15.30 in continua

La situazione in Libia diventa di minuto in minuto più allarmante e le news che arrivano sui mercati finanziari sono tutt'altro che rassicuranti. 
Il paese appare in preda al Caos: il leader libico Muammar Gheddafi sta utilizzando carri armati, elicotteri e aerei da guerra per soffocare la rivolta che sta dilagando nel Paese.  Il vecchio leader è apparso anche in tv per smentire di avere lasciato il Paese. Fonti commerciali hanno riferito che le operazioni nei porti petroliferi libici sono state interrotte da una mancanza di comunicazioni provocata dalla rivolta in corso nel Paese. Le forniture di gas dalla Libia all'Italia non sono per il momento interrotte ma stanno subendo dei rallentamenti, ha detto oggi il sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia, ma la situazione nel Paese nordafricano è imprevedibile e l'Italia è pronta a utilizzare le sue riserve non commerciali per far fronte ad una eventuale emergenza. 
Nel 2010 la Libia ha fornito all'Italia 9,4 miliardi di mc di gas, pari a circa l'11% dei consumi nazionali.
Mentre Borsa Italiana non da alcuna comunicazione sui perchè della sospensione delle azioni e degli indici dalle 9 di questa mattina ma pochi minuti fa ha fatto fatto questo comunicato: 

Borsa Italiana comunica i nuovi orari della seduta odierna per i mercati MTA, ETF, SeDeX, MOT e IDEM:
Mercato MTA: pre-asta dalle 14:55 alle ore 15:30; negoziazione continua dalle ore 15:30 alle ore 17:25; asta di chiusura dalle 17:25 alle 17:30 (invariato).
Mercato MOT: pre-asta dalle 14:55 alle ore 15:30; negoziazione continua dalle ore 15:30 alle ore 17:30 (invariato).
Mercati ETF e SeDeX: fase di cancellazione ordini: dalle 14:55 alle 15:30; negoziazione continua dalle ore 15:30 alle ore 17:25 (invariato).
Mercato IDEM:
- per i contratti FIB e MiniFIB: intervention before opening dalle 15:10 alle ore 15:15 (consentita la sola cancellazione degli ordini), pre-asta dalle 15:15 alle ore 15:30, negoziazione continua dalle ore 15:30 alle 17:40 (invariato);
- per tutti gli altri strumenti: intervention before opening dalle 15:10 alle ore 15:30 (consentita la sola cancellazione degli ordini), negoziazione continua dalle ore 15:30 alle 17:40 (invariato).

Quindi dalle 15 e 30 la borsa sarà riaperta per una seduta che si prospetta molto nervosa.

Attenzione a Eni e a Unicredit in particolare. Non Vorrei che la sospensione di questa mattina sia stata dettata dalle vendite forzate del fondo di investimento libico che avrebbero causato un crollo epocale per l'indice Ftse Mib. 

Problemi tecnici: Piazza Affari sospesa per il momento.

In un comunicato stampa ho appena letto che Borsa Italiana è sospesa a causa di problemi tecnici...
Nell'ultimo anno ho perso il conto di quante volte sia successo, e casualmente in quei giorni è successo sempre qualcosa di strano .
Al momento il resto d'europa è in netto calo : Spagna -1,5%, Londra -1,2%, Eurostox -1,2%, Germania -0,63%.
Unico strumento che gira a piazza affari è il future sull'indice principale che al momento è in calo dell'1,3% a quota 21950. A questi livelli in base ai miei calcoli, verrebbe rotto il supporto dei 22000 punti. Vedremo quando verranno risolti i problemi tecnici cosa accadrà.

Aggiornamento delle 9 e 58:
Dopo un calo violento fino a 21775 punti (-2,2%) il future sul Ftse Mib è risalito a 21925 in questo istante. La volatilità rimane estremamente alta mentre gli scambi sono ancora sospesi a Piazza Affari.
Da segnalare l'allargamento degli spread tra Btp decennale e Bund tedesco a quota 169 punti base, otto più di ieri. In rialzo anche lo Spread tra titoli tedeschi e spagnoli a quota 213 punti base dai 205 di ieri.

Aggiornamento ore 13 e 58:
Borsa italiana comunica che tutti i mercati sono sospesi. Le operazioni di ripristino stanno per essere concluse. Seguiranno comunicazioni a breve.
La consob chiede spiegazioni....
A mio avviso oggi sta succedendo qualcosa di strano perchè dopo 5 ore è ancora tutto bloccato. Vedremo nel corso della giornata, ma Borsa Italiana dovrebbe dare molte spiegazioni ai risparmiatori italiani....

lunedì 21 febbraio 2011

La Libia spaventa: Piazza Affari e Unicredit crollano!

Appena ieri scrivevo nell'articolo  e se un giorno arrivasse un cigno nero sui mercati ?  testuali parole: 
"A mio avviso si stanno creando delle situazioni molto particolari che potrebbero far pensare all'arrivo di un nuovo cigno nero". 
Oggi non c'è stato un cigno nero ma per Piazza Affari è stata una giornata molto pesante. A fine seduta il Ftse Mib ha accusato un calo del 3,59% a quota 22230 punti, registrando la peggiore seduta degli ultimi mesi. 
A scatenare le vendite sono state le preoccupazioni sulla situazione in Libia. Migliaia di persone si stanno radunando a Tripoli mentre il Ministro della Giustizia libico si è dimesso in segno di protesta per la ferocia e per la violenza utilizzata per reprimere le manifestazioni. Si parla di oltre 200 morti, mentre le violenze si stanno espandendo anche ad altri paesi vicini. Difficile capire quale sarà l'evoluzione da un punto di vista geopolitico nelle prossime settimane e questo preoccupa notevolmente gli investitori italiani esposti sulla Libia. Particolarmente penalizzati nel listino i titoli legati a questa vicenda: Unicredit (-5,8%) , il fondo di investimento libico è il primo azionista di riferimento con il 7,2% del capitale. Per Eni (-5%) la Libia è un paese chiave: i giacimenti libici rappresentano il 14% della produzione di Gas e Petrolio. Altri titoli legati ad investimenti libici violentemente colpiti dalle vendite sono stati Impregilo ( -6%), Ansaldo Sts (-4,7%) e Prysmian e Finmeccanica (-2,5%).
Da sottolineare che oggi la borsa americana è chiusa e questo calo deve far riflettere molto tutti gli investitori che hanno posizioni di lungo corso. Infatti il listino Milanese è stato il peggiore d'Europa ( Spagna -2,2%, Francia e Germania -1,4%, Svizzera -0,6%, Eurostoxx -1,8%). 
Tensioni anche sul fronte obbligazionario. Lo spread con il bund tedesco è salito a 160 punti base dai 153 di venerdì portando il rendimento del btp decennale al 4,80%.
Da segnalare anche il balzo del petrolio a causa delle tensioni in Libia:
Il Brent inglese è scambiato a 105 dollari al barile, mentre sul mercato di New York è scambiato a 90,2 dollari al barile. ( +4,5% da venerdì). 


Da un punto di vista grafico la situazione ora appare piuttosto allarmante. Durante tutta la seduta l'indice è sceso in maniera costante senza provare in alcun modo un rimbalzo tecnico. Questo appare come un segnale di notevole forza del trend ribassista in atto ( nel breve termine) e la rottura di alcune medie mobili ha appesantito il nostro listino. La chiusura sui minimi di seduta è un ulteriore conferma del trend ribassista e lascia pochi spiragli anche per la giornata di domani. Infatti qualora le quotazioni dovessero tornare a scendere i primissimi supporti transitano in area 22200 punti, al di sotto dei quali avremo una accelerazione ribassista con target 22000 punti e successivamente anche 21800. Molta attenzione al supporto dinamico dei 21700 punti ma per questo livello credo dovremo aspettare qualche giorno.
Al contrario in caso di rimbalzi è probabile un ritorno in area 22300 punti in un primo momento e successivamente a quota 22400 punti. 

Molti saranno sorpresi del calo odierno, sopratutto con la borsa americana chiusa. Nella mia esperienza sui mercati posso dirvi che nulla accade per caso sui mercati finanziari , e se da domani anche gli indici americani iniziassero a scendere violentemente credo che dovremo abituarci a vedere il colore rosso sui nostri monitor per qualche settimana. Vedremo, allacciate le cinture da domani si balla, non so se al rialzo o al ribasso ma si balla.

domenica 20 febbraio 2011

E se un giorno arrivasse un cigno nero sui mercati?

Che cos'è un cigno nero? E' un evento altamente improbabile con tre caratteristiche fondamentali. 
1: è isolato e imprevedibile
2: ha un impatto enorme
3: la nostra natura ci spinge ad architettare a posteriori giustificazioni della sua comparsa, per renderlo meno casuale di quanto non sia in realtà.
L'11 settembre 2001, il successo di google, il crollo di Wall Street del 29 o del 2008 sono dei cigni neri. 
Essendo i cigni neri prevedibili solo a posteriori, perchè ci ostiniamo a pianificare il futuro in base alla nostra conoscenza quando le nostre vite vengono sempre modificate dall'ignoto?
Questo è il prologo del libro "Il cigno nero" di Nassim Nicholas Taleb che ci aiuta a riflettere su questi eventi rari e imprevedibili che a volte colpiscono le nostre vite. 
In questi giorni i mercati azionari continuano a salire senza sosta mentre la situazione dell'economia reale è sempre più allo sbando. A mio avviso si stanno creando delle situazioni molto particolari che potrebbero far pensare all'arrivo di un nuovo cigno nero. Come detto è impossibile prevedere un cigno nero ma alcuni grafici e alcune situazioni macroeconomiche sembrano suggerire molta prudenza nelle prossime settimane.
Ho selezionato alcuni grafici da prestigiosi blog italiani e americani che voglio mostrarvi.

Come si può osservare facilmente l'indice SP-500 ha guadagnato il 100% dai minimi toccati a marzo 2009. Il recupero dai minimi di 666 punti è stato a dir poco prodigioso e venerdì l'indice Americano ha chiuso a quota 1343 punti in rialzo dello 0,19%, sui massimi degli ultimi 2 anni e mezzo. 
A partire dall'inizio della serie storica rialzi così corposi del listino azionario americano ( in 102 settimane) si sono verificati solo altre 2 volte, cioè nel 1934 e nel 1937. Inutile sottolineare cosa è successo dopo...un bel cambiamento di trend con relativo crollo delle quotazioni. 
Questo secondo grafico invece mostra il recupero del Dow Jones da Marzo 2009. Quello che sorprende di questo recupero è la mancanza di qualsiasi correzione del listino a partire da settembre 2010. Inoltre nelle ultime settimane c'è stata una ulteriore accelerazione delle quotazioni e lo stocastico ha raggiunto un valore record di 99,68 a livello settimanale. Cambiando l'intervallo temporale l'ipercomprato rimane estremamente marcato: 97,53 a livello giornaliero, 96,49 considerando un time frame di 4 ore, 96,37 considerando un time frame di un'ora.
Insomma siamo di fronte ad un mercato che è salito violentemente senza pause ed è lecito aspettarsi qualche presa di profitto nelle prossime sedute. Sono sicuro che quando verranno violate alcune medie mobili, vedremo gli orsi tornare a Wall Street con una certa violenza per scaricare tutto questo ipercomprato. Ovviamente rimane difficile capire quando questo avverrà. 
Fin qui abbiamo parlato di grafici, di analisi tecnica e di serie storiche passate. Ora vediamo la situazione macroeconomica. 

Nel post precedente ho riportato numerosi dati macro che mostrano quanto debole sia la ripresa sopratutto in alcuni paesi come i Piigs. In realtà a destare preoccupazione è ancora il sistema bancario e il grafico sottostante (di  intermarketandmore.finanza.com ) è emblematico.
Venerdì 18 febbraio la Bce ha effettuato una operazione di rifinanziamento marginale di 15,8 Miliardi di Euro. 
Il giorno successivo la Bce ha effettuato una seconda operazione per un ammontare pari a 16,09 Miliardi di Euro.
Da notare come queste operazioni vengano svolte quotidianamente dalla Bce ma per importi, in media,vicini al Miliardo di Euro. Questa volta invece è successo qualcosa di grave e anche la Bce ha ammesso che non si è trattato di un errore di qualche operatore ma di qualcosa di serio. 
Dopo varie ipotesi a riguardo si è capito che le due operazioni sono state effettuate all' 1,75% ( il doppio del tasso di finanziamento in asta) per salvare 2 banche Irlandesi, ancora in piena crisi: Anglo Irish Bank and Irish Nationwide Building Society.



Vedremo lunedì se questa  notizia avrà effetti sui Mercati Finanziari. E occhio anche agli altri Piigs, in particolare Portogallo, Grecia e Spagna, che potrebbero avere bisogno di qualche aiuto anche loro. 

giovedì 17 febbraio 2011

Inflazione e disoccupazione questa è la vera ripresa Usa, ma Wall Street festeggia

Titolo provocatorio quello di oggi, ma gli ultimi dati americani dicono proprio questo. Le richieste di sussidi di disoccupazione americana sono salite questa settimana a 410.000 unità contro le 385.000 della scorsa settimana. Peggio delle attese anche le richieste di disoccupazione continua, salite a quota 3,911 milioni.
A destare ulteriori preoccupazioni sono però i dati relativi ai prezzi al consumo in america. Nel mese di gennaio i prezzi sono saliti dello 0,4% ( contro attese di +0,3%) e a dicembre erano saliti dello 0,5%. Insomma l'inflazione sta tornando a correre velocemente in America e la Fed credo che entro i prossimi 6-9 mesi dovrà alzare nettamente i tassi di interessi per evitare un surriscaldamento dell'economia.  
Negativo anche il dato del Superindice che ha gennaio ha registrato un debole +0,1% dopo un +0,8% di dicembre. 
Unica notizia positiva della giornata macroeconomia americana deriva dall'indice di Produzione della Fed di Philadelphia che a Febbraio è balzata a 35,9 da 19,3 di Gennaio. 
I dati macro parlano da soli e nei prossimi mesi vedremo gli effetti inflattivi anche sulla nostra pelle. Ma già in questi giorni è possibile notare i rialzi dei prezzi dei carburanti (diesel oltre 1,4 euro al litro e benzina oltre 1,5 euro al litro). In alcune città inoltre sono aumentati anche i biglietti dei bus ( es. a Bologna sono saliti da 1 euro a 1,20 euro ). Spero di sbagliarmi ma prevedo una ondata inflattiva piuttosto seria nei prossimi mesi per l'Italia ( 3,5% o 4%). 
Vorrei segnalare la debolezza dell'asta dei titoli di stato spagnoli , notizia passata come al solito inosservata sulle piazze europee quest'oggi: 

Stamattina il Tesoro spagnolo ha collocato un totale di circa 3,5 miliardi di euro di titoli con scadenza 2020 (2,5 miliardi) e 2037 (1 miliardo), a metà strada del range previsto di 3-4 miliardi di euro.
Il rendimento medio del decennale è stato del 5,2% dal 5,446% dell'asta scorsa di dicembre.
Il rendimento medio del trentennale è stato del 5,957% dal 5,488% dell'asta di novembre.
Le richieste per il decennale sono state pari a 1,54 volte l'offerta, in calo da 1,67 precedente. 
Lo spread con il Bund tedesco si è allargato a 215 punti da 210 di ieri. 


In questo contesto macroeconomico le piazze europee si sono prese una giornata di pausa dopo i recenti guadagni ma hanno dimostrato qualche difficoltà nel superare i massimi precedenti, soprattutto il Dax tedesco. 
A fine seduta il Ftse Mib è riuscito a recuperare le lievi perdite del primo pomeriggio grazie all'allungo di Wall street ( Dow Jones di nuovo a 12300 punti) , e ha chiuso a quota 23178 in rialzo dello 0,05%.

Graficamente parlando il trend rialzista rimane solido, e il recupero dai minimi di oggi è sicuramente un segnale di forza del nostro listino. Tuttavia il rapido calo a cui abbiamo assistito verso le 14 e 30 con alti volumi lascia intravedere qualche possibilità di correzione nella seduta di domani.
I livelli da monitorare in caso di nuovi rialzi saranno i 23200-23220 punti e successivamente quota 23300 e 23400.Al contrario in caso di ribassi al di sotto dei 23150 punti è probabile una accelerazione ribassista con target 23050 ed anche 23000. Allerta sotto i 22950 punti con target ribassisti a 22800 punti.  

martedì 15 febbraio 2011

Una giornata ricca di news spinge Milano su nuovi massimi.

La giornata odierna è stata a dir poco travolgente per il numero di notizie e dati macro che sono apparsi sui monitor dei vari operatori. 
Ieri sera è stato approvato un Fondo anticrisi  dell'Unione Europea permanente dotato di 500 Miliardi di euroleggi la news su wall street italia) e che partirà dal 2013. 
In apertura ha scatenare gli acquisti sui titoli bancari è stato il nuovo report di Societè Generale su Unicredit  che ha innalzato a Buy il consiglio operativo ( da sell)  e ha alzato  il target price  della nostra banca a 2,2 euro ad azione dai precedenti 1,70. 
Tra le motivazioni dell'upgrade citate dagli analisti vi sono la crescente visibilita' della qualita' dell'attivo, la minor pressione sul costo del funding tra le banche italiane, il calo degli accantonamenti su prestiti, la diversificazione geografica e la valutazione bassa del titolo. 
Ovviamente la reazione in borsa del titolo Unicredit è stata molto positiva ( +3% a quota 1,90 con quasi 500 milioni di pezzi scambiati !!) .
Da un punto di vista economico-politico non ha destato molti scossoni in borsa l'incriminazione di Berlusconi per la vicenda Ruby che ora sarà dovrà difendersi in tribunale il 6 aprile.

Molto significativi invece i dati macro giornalieri:
Il Pil Italiano è cresciuto nell'ultimo trimestre dello 0,1%. In tutto il 2010 è salito dell'1,1% dopo il -5,1% del 2009 e il -1,3% del 2008
Il Pil Tedesco invece è salito dello 0,4% nell'ultimo trimestre, mentre il tutto il 2010 è salito del 4%
Il Pil francese è salito dello 0,3% nell'ultimo trimestre.
A livello annuale invece il  Pil austriaco è salito del 2,4%, quello ungherese del 1,80%, quello dei paesi bassi del 2,4%
Insomma peggio dell'Italia sta solo la Grecia che ha visto il proprio Pil scendere del 6,6% lo scorso anno.






In questo contesto di dati quasi è passato sotto voce il rialzo dei tassi d'interessi in Svezia ( portati ora all'1,5% dall'1,25% precedente). Ma anche in europa l'inflazione inizia a essere preoccupante: Indice dei prezzi al consumo in ungheria +4%, Indice dei prezzi al consumo in Spagna +3,3%, Indice dei prezzi al consumo in Inghilterra a +4% e addirittura +5,1% per l'indice dei prezzi al dettaglio Inglesi. 








Nel primo pomeriggio sono arrivati anche gli ultimi dati delle vendite al dettaglio in America ( +0,3% contro attese di +0,5%). Rivisto al ribasso anche il dato di dicembre da +0,6% a +0,5%.


Nonostante i dati macro piuttosto deludenti della giornata, il Ftse Mib ha archiviato l'ennesima seduta in territorio positivo chiudendo a quota 22823 punti in rialzo dello 0,83%.     


Da un punto di vista grafico l'indice di Milano mostra una notevole forza rispetto al resto d'Europa e il trend rimane saldamente impostato al rialzo. Tuttavia gli ostacoli posti attorno a quota 22900-23000 punti iniziano a diventare molto significativi e non escludo qualche correzione nei prossimi giorni. In caso di ribassi i primi target sarebbero nuovamente  22700 e 22620 punti e successivamente 22500 e 22400 punti. Al contrario in caso di nuovi allunghi sopra i 22900 punti potremmo assistere ad un nuovo rally azionario verso i 23000-23050 punti. 

lunedì 14 febbraio 2011

Niente S.Valentino per Piazza Affari

Cupido questa volta ha scagliato le proprie frecce d'amore sugli short. Infatti dopo un'avvio piuttosto esaltante (+0,6%), Piazza Affari ha bruscamente invertito rotta portandosi in territorio negativo a causa della debolezza del settore bancario.  Le news macroeconomiche hanno indebolito ulteriormente il listino spingendolo per qualche istante al di sotto del supporto dei 22600 punti. 
In particolare a destare preoccupazione è stato il bollettino (di guerra) sul  Debito Pubblico Italiano salito a dicembre 2010 a quota 1843,2 Miliardi di euro, in crescita del 4,5% dai 1763,9 Miliardi di dicembre 2009.
Piuttosto deludenti anche gli altri dati macro esteri:
Pil Portoghese +1,2% nel 2010 ( dato peggiore delle attese di +1,4%).
Pil della Repubblica Ceca nell'ultimo trimestre è cresciuto dell'1% ( dato anche questo peggiore delle attese di +1,1%). 
Infine anche il dato sulla produzione industriale dell'area euro è risultato negativo. Nell'ultimo mese la produzione industriale è diminuita dello 0,1%. 
L'avvio contrastato di Wall Street ha indebolito le piazze europee e il Ftse Mib di Milano ha concluso le contrattazioni in calo dello 0,25%  a quota 22637 punti, anche se in recupero dai minimi odierni. 

Graficamente parlando la situazione di lungo periodo rimane immutata, ma il mancato superamento deella resistenza a 22900-23000 punti potrebbe rappresentare un ostacolo molto importante per le prossime sedute. 
Per domani sarà fondamentale la tenuta del supporto chiave dei 22600-22580 punti per poter sperare in un nuovo rally verso i 22800-22900 punti. Al contrario qualora venisse bucato il supporto dei 22580 è probabile un accelerazione ribassista con target primario a 22500 e  successivamente a quota 22400-22300 punti. 

domenica 13 febbraio 2011

La crisi bancaria americana...una storia senza fine!

Sono passati quasi due mesi dal mio ultimo aggiornamento sulla situazione bancaria americana ma il quadro generale rimane ancora allarmante. Non prendetemi per catastrofista ma sono semplicemente realista e gli ultimi dati del FDIC (Fondo di garanzia dei depositi americani) sono tutt'altro che confortanti. L'ultimo bollettino infatti parla di ben 944 istituzioni finanziarie a rischio con asset totali pari a 413 Miliardi di dollari ( in crescita dal report precedente).
Da inizio 2011 sono fallite ben 18 banche e credo che nei prossimi mesi questo numero sarà destinato a salire, e di molto. 
Per capire la gravità della situazione basta vedere i numeri degli anni precedenti:

2007:      3 banche fallite
2008:    25 banche fallite
2009:  140 banche fallite
2010:  157 banche fallite 
2011:    18 banche fallite (fino ad oggi) 

Per chi fosse interessato ecco il link con l'intera lista delle banche fallite nel 2011 e nel 2010 :


Da un punto di vista macroeconomico, l'economia americana sta dando i primi segnali di ripresa ( calo dei sussidi di disoccupazione e lieve ripresa del settore immobiliare) ma le incognite per il futuro rimangono molto elevate, in primis la questione del debito pubblico americano che molti tendono a sottovalutare in questo periodo di boom borsistico. 
Quando gli stimoli economici della Fed finiranno vedremo quale sarà la reazione dell'economia e sopratutto dei mercati azionari e delle banche americane.

venerdì 11 febbraio 2011

Dopo 3 ribassi, Milano riparte, Ftse Mib +0,44%

Chiusura in rialzo per la borsa italiana quest'oggi. Il Ftse Mib ha chiuso la seduta in rialzo dello 0,44% a quota 22695 punti. Il clima è  tornato sereno a piazza affari soltanto nell'ultima ora grazie all'allungo decisivo di Wall Street che si è riportato nuovamente sui massimi dell'anno. In mattinata tuttavia la tensione era tornata a manifestarsi un pò in tutta europa trascinando al ribasso quasi tutti i listini e in particolare quello milanese era arrivato a perdere l'1% toccando i 22350 punti. Nel pomeriggio sono scattati nuovamente gli acquisti sul settore bancario che hanno permesso all'indice dapprima di recuperare tutte le perdite e infine di allungare verso i 22800 punti. 
Graficamente parlando l'inversione odierna sembra piuttosto significativa e potrebbe preannunciare ulteriori guadagni anche nella prossima settimana. 



Ho aggiornato anche le pagine relative al Ftse Mib e al Dow Jones, con i grafici in tempo reale, a cui potete accedere dal menù in alto o tramite questi due link
Ftse Mib
Dow Jones

Per la prossima seduta sarà molto importante la resistenza posta a 22800 punti. L'eventuale rottura di questo livello riporterebbe rapidamente l'indice verso quota 22900 e successivamente a 23000 punti. 
Al contrario eventuali prese di beneficio potrebbero spingere il Ftse Mib nuovamente sui 22600 punti e anche a 22500 dove si è creato un supporto piuttosto significativo. Eventuali ulteriori ribassi potrebbero spingere l'indice a 22350-22300 punti, ma dopo il recupero odierno tale scenario mi sembra meno probabile. 

giovedì 10 febbraio 2011

Prima il crollo, poi il recupero...Milano limita i danni!

Giornata dalle forti emozioni per i risparmiatori italiani oggi. Questa mattina l'indice Ftse Mib dopo una apertura in lieve ribasso si era spinto fino a 22300 punti (-1,65%), ma poi nel corso del pomeriggio, complice il recupero di Wall Street, è riuscito a limitare i danni, chiudendo a quota 22596 punti in calo dello 0,38%. Si tratta del terzo ribasso consecutivo per Milano e la seduta di domani sarà molto importante da un punto di vista grafico poichè potremmo assistere a due scenari. Il primo, una netta inversione di tendenza di breve-medio periodo con una chiusura al di sotto dei 22300 punti e successivi target ribassisti a 22100-22000 punti. Il secondo scenario invece è un nuovo rally azionario con target intermedio di 22800 punti e successivamente 23000 punti. 
Graficamente parlando è eloquente il supporto chiave dei 22300 punti, doppio minimo odierno dal quale le quotazioni sono ripartite con vigore nell'ultima ora di contrattazioni. Vedremo se gli acquisti continueranno anche nella giornata di domani.
Da un punto di vista macro, quest'oggi i dati sono stati alquanto altalenanti. Da una parte la produzione industriale italiana è salita solo dello 0,3% nell'ultimo mese ( il dato precedente era stato +1,5%) mentre dati positivi sono arrivati dagli Stati Uniti. Le richieste dei sussidi di disoccupazione sono calate a 383 mila unità ( meglio delle attese di 413 mila unità) e soprattutto le richieste di disoccupazione continua sono calate a 3.888 mila unità ( dato anche questo migliore delle attese). 
Nessuna sorpresa sul fronte dei tassi Inglesi, lasciati anche oggi allo 0,50% nonostante l'inflazione a dicembre sia risultata piuttosto elevata (+3,7%). 

martedì 8 febbraio 2011

La cina alza i tassi ma Wall street continua la sua corsa.

Questa mattina molti operatori non si sono svegliati con il sorriso quando hanno appreso che nella nella notte le autorità cinesi di politica monetaria hanno deciso per una stretta monetaria. Spaventata da un' inflazione ai massimi degli ultimi 30 mesi, la banca centrale cinese ha innalzato il costo del denaro di un altro 0,25% portandolo al 6,06%. Si tratta del 3° rialzo consecutivo dei tassi cinesi a partire da ottobre scorso e segnala una certa preoccupazione negli animi delle autorità cinesi. In crescita anche il tasso di deposito a un anno che sale così dal 2,75% al 3%. 
Le borse europee hanno accusato il colpo nei primi scambi ma poi hanno ripreso vigore nel corso degli scambi. Nemmeno il dato preoccupante sulla produzione industriale tedesca ( -1,5% nel mese scorso) ha dato scossoni ai listini azionari. 
Nel finale di seduta complice l'avvio positivo di Wall Street ( Dow Jones a quota 12205 punti +0,4%)  il Ftse Mib ha limitato le perdite chiudendo a quota 22734 punti in ribasso marginale dello 0,26%. 
Da un punto di vista grafico non cambia nulla rispetto a ieri. Persiste la resistenza a 22800 punti e il supporto a quota 22600 punti. L'eventuale rottura di uno di questi due livelli darà una certa direzionalità al trend di brevissimo periodo. Eventuali ulteriori rialzi potrebbero portare l'indice a quota 23000 punti. Tuttavia data la debolezza odierna dei bancari potremmo assistere anche ad un ritorno sui 22600 punti ed eventualmente anche a 22500 punti. 

lunedì 7 febbraio 2011

Wall street continua la sua corsa come un treno! Dow Jones a 12180 punti

Continua inarrestabile la corsa degli indici azionari americani. A circa metà seduta l'indice Dow Jones sale dello 0,7% a quota 12180 punti mentre l'SP500 segna i nuovi massimi degli ultimi 29 mesi  a quota 1321 punti. Non ci sono dati macro particolari per i rialzi odierni ma gli acquisti sono tornati piuttosto intensi in tutta europa con rialzi compresi tra lo 0,5 % e l'1% per quasi tutte le piazze azionarie. La borsa di milano ha chiuso in rialzo dello 0,77%  a quota 22793 punti. 




Graficamente parlando il trend sul listino azionario di milano rimane impostato al rialzo sia nel breve che nel lungo periodo. La situazione di ipercomprato rimane piuttosto critica ma finchè non ci sarà una inversione di tendenza piuttosto violenta sarà meglio evitare posizioni rischiose contrarie al trend principale. 
Per domani qualora gli acquisti dovessero proseguire le prime resistenze passano intorno ai 22900 punti e successivamente a 23000 punti. Al contrario in caso di ribassi i primi supporti si incontrerebbero sui 22650-22680 punti e successivamente a 22500 punti. 

giovedì 3 febbraio 2011

Scattano i realizzi a piazza affari: Ftse Mib -0,93%

Forse è ancora troppo presto per dirlo ma un piccolo orsetto oggi si è visto in giro a piazza affari. Nel giro di un'ora l'indice italiano è sceso nettamente di oltre un punto percentuale a seguito dell'apertura incerta di Wall Street. Nel finale di seduta l'indice si è riportato sopra i minimi intraday per chiudere in calo dello 0,93% a quota  22443 punti. 
A preoccupare i mercati oggi è stata la situazione in Egitto e delle voci di possibili downgrade di alcuni Piigs nei prossimi giorni. In particolare è l'Irlanda a spaventare   tutti i risparmiatori. Nel mese di dicembre sono stati ritirati dai conti correnti irlandesi ben 40 Miliardi di euro ( +50% del mese precedente). Gran parte di questi miliardi di euro sono stati prelevati e spostati in conti correnti all'estero per un ammontare complessivo vicino ai  35 miliardi di euro. A mio avviso questo deflusso di capitale dovrebbe allarmare in primis il governo Irlandese e il settore bancario irlandese, già in profonda crisi dal 2008.  In secondo luogo tutta l'area euro e la BCE dovrebbe monitorare molto da vicino la situazione per evitare un contagio sistemico del sistema bancario europeo. 
Da un punto di vista macroeconomico la giornata è stata caratterizzata dai vari dati americani. 
Richieste di disoccupazione a 415 mila unità ( dato migliore delle attese di 425 mila)
Richieste di disoccupazione continua a 3925 mila unità ( come nelle attese)
Variazione occupazionale non agricola ( +2,6% nell'ultimo trimestre)
Indice Ism non manifatturiero  a 59,4 ( contro attese di 57,0).

Da un punto di vista grafico si può notare una secca inversione di tendenza di brevissimo periodo per il nostro indice. La mancata rottura dei 22800 punti ha innescato una serie di prese di beneficio che ha portato l'indice fino a 22300 punti da dove è rimbalzato nel finale di seduta. 
Per domani sarà molto importante la tenuta del supporto dei 22300 punti altrimenti vedremo una rapida discesa verso i 22200-22100 e infine 22000 punti dove dovrebbero tornare gli acquisti. 
Al contrario in caso di recuperi i primi ostacoli rialzisti si trovano in area 22500 punti e successivamente a 22650-22800 punti. Vedremo se il calo di oggi è stato un evento ribassista passeggero o l'inizio di un nuovo trend. 

mercoledì 2 febbraio 2011

Che rally a milano da inizio 2011....

Continua senza  alcuna sosta il rally azionario che sta vedendo  Piazza Affari protagonista in questo 2011. Con la chiusura odierna a quota 22653 punti (+0,57%) il Ftse Mib aggiorna la performance da inizio anno a +12,3%, risultato degno di nota se si considera che siamo solo a inizio febbraio! I listini hanno snobbato il taglio del Rating Irlandese di questa mattina ( Standard & Poor's ha abbassato di un livello i rating dell'Irlanda portandoli a 'A-' da 'A' sul lungo termine e ad 'A-2' da 'A-1' sul breve. Le valutazioni restano sotto esame con implicazioni negative. I rating sono stati abbassati - spiega l'agenzia - per le incertezze sull'entità di capitali che saranno ancora necessari per sostenere il settore bancario, ormai ampiamente controllato dallo Stato). 
Sul fronte macroeconomico invece è da sottolineare il dato positivo della variazione occupazionale non agricola (Adp) americana a quota 187.000 unità ( attese di 150.000). 


Da un punto di vista grafico il Ftse Mib continua ad essere impostato positivamente e la tenuta del supporto dei 22500 punti ha permesso un ultimo strappo rialzista nel finale di seduta. I prossimi ostacoli transitano in area 22700 punti e successivamente a 22800 e 23000 punti dove mi aspetto un ritorno delle vendite piuttosto importante. 
Al contrario in caso di ribassi i primi supporti da monitorare saranno i 22500 punti, successivamente i 22400 e poi i 22200 punti.