Giornata da forti emozioni quella odierna. Dopo un'avvio in netto rialzo, l'indice principale di Milano si era riportato sopra i 21000 punti attorno alle 10 di mattina trascinato al rialzo dai titoli bancari. Nel corso della mattinata le quotazioni hanno ripreso a scendere gradualmente per poi girare in negativo verso metà seduta per chiudere a quota 20668 (-0,71%) A gettare nello sconforto gli investitori sono stati i cattivi dati macroeconomici provenienti dall'America.
Pil Usa + 1,8% contro attese di +2,2%
Infatti Dopo la crescita del 3,1% nel quarto trimestre dell'anno scorso, l'incremento del Pil reale degli Stati Uniti ha subito un rallentamento evidenziando un rialzo dell'1,8% (confermando i dati preliminari) nei primi tre mesi dell'anno.I nuovi dati pubblicati questo mese hanno mostrato livelli di consumo (che rappresentano circa il 70% dell'economia Usa) meno alti del previsto. Le spese nell'investimento immobiliare non residenziale sono risultate in salita come anche delle scorte di inventario rispetto agli annunci precedenti ma contemporaneamente si è verificato un ampliamento del deficit commerciale americano.
Peggiori del previsto anche i sussidi di disoccupazione in america che sono saliti a 424 mila unità contro attese di 400 mila unità. Leggermente meglio del previsto le richieste di disoccupazione continua che si sono attestate a 3,690 milioni di unità.
Guardando questi dati macro la situazione economica americana appare ancora in netta difficoltà e credo che la fine del quantitative easing da parte della Fed il 30 giugno 2011 non aiuterà di certo la ripresa economica. Anzi...vedremo se Bernanke e soci decideranno di studiare altre soluzioni per rilanciare l'economia.
Per quanto riguarda la situazione dei Piigs ad allarmare è ora l'Irlanda:
Il Grafico sottostante mostra il rendimento dei titoli decennali irlandesi che oggi hanno raggiunto un nuovo record storico all'11,05%.
In calo invece i rendimenti a 10 anni della Grecia (16,37%), del Portogallo (9,61%), della Spagna (5,29%) , dell'Italia (4,714%).
Come riporta Reuters molto complicata rimane la situazione greca:
La Grecia rischia di non ricevere la prossima tranche di aiuti dal Fmi, con scarse possibilità che l'Europa possa coprire il buco. Lo ha detto il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker.
"Il Fmi può essere attivo solo se c'è una garanzia di rifiananziamento per 12 mesi" ha affermato, aggiungendo di non ritenere che Ue, Bce e Fmi riconosceranno che tale condizione è stata soddisfatta.
Il presidente dell'Eurogruppo ha aggiunto che se il fondo monetario internazionale non dovesse pagare la prossima tranche alla Grecia, allora ci saranno pressioni sui riluttanti paesi europei perché lo facciano loro.
Il Fmi si aspetta che gli europei intervengano al suo posto e si facciano carico della prozione di finanziamento del Fmi".
Juncker ha aggiunto: "Questo non funzionerà perché certi parlamenti ( Germania, Finlandia, Paesi bassi e anche altri ) non sono pronti a farlo.
Insomma la Grecia rischia grosso da qui alla fine di giugno e anche l'euro-dollaro che è immediatamente crollato dopo queste dichiarazioni da 1,42 a 1,4080.
Da un punto di vista tecnico la situazione appare impostata al ribasso e il recupero andato in scena nelle ultime 30 ore e poi smentito nel pomeriggio odierno rischia di essere soltanto un rimbalzo durante un trend ribassista.
Abbastanza eloquente a riguardo è l'andamento di alcuni titoli del settore bancario: ad esempio intesa san paolo è passata da 1,65 euro a 1,82 in due giorni per chiudere oggi a 1,74...
Per domani quindi sarà di fondamentale importanza la tenuta dei 20500-20550 punti per il Ftse Min altrimenti è probabile un rapido ritorno in area 20400 e successivamente a 20200 e 20000 punti. Al contrario il ritorno sopra i 20800 punti potrebbe anticipare un nuovo mini-trend rialzista con target 21020 punti dove transita a questo punto una resistenza molto importante.