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martedì 29 novembre 2011

Dopo un + 5% in due giorni il sentiment sui mercati è meno negativo


Sono bastate 48 ore per riportare un po' di speranza nei cuori degli investitori italiani ed internazionali. Nel giro di due sedute il Ftse Mib ha recuperato quasi il 5% portandosi nuovamente a quota 14627 punti mentre lo spread con il bund a 10 anni è sceso a 490 punti base. 
Come potete osservare nell'immagine sovrastante esistono delle fasi emotive  che si ripetono ogni volta che si verifica una crisi economica e finanziaria. 
Ogni volta tutti gli individui rimangono vittima della paura, del panico, della disperazione e dell'avvilimento (spesso anche gli investitori più esperti)  mentre quel 2-3% di persone ottimiste (o razionali e che non si fanno prendere dall'emotività del momento) , pazze o incredibilmente fortunate riescono a sfruttare quello che viene definito come Point of Maximum Financial Opportunity, realizzando nei mesi successivi incredibili profitti. 
Probabilmente è ancora presto per poter dire che il peggio della crisi finanziaria è alle spalle ma indubbiamente negli ultimi due giorni è successo qualcosa di importante che mi lascia indubbiamente più ottimista rispetto ai giorni scorsi sia da un punto di vista macroeconomico che da un punto di vista grafico. 


Quest'oggi il Tesoro ha emesso tre tipologie di Bond: quelli a tre anni sono stati emessi per un valore di €3,5 miliardi, mentre quelli con scadenza nel 2022 e nel 2020 rispettivamente per 2,5 miliardi e 1,5 miliardi di euroi rendimenti dei bond con scadenza nel 2022, ovvero a dieci anni, si sono attestati su un nuovo record dall'introduzione dell'euro, al 7,56%, in crescita dal 6,06% precedente l titolo a tre anni, con scadenza nel 2014, è stato venduto al tasso del 7,89%, massimo dal 1997 e in rialzo rispetto al 4,93% precedente.
Riguardo al rapporto tra domanda e offerta, il bid to cover per i bond a tre anni, ovvero con scadenza nel 2014, è stato pari a 1,5 volte, in rialzo rispetto a 1,35 dell'ultima asta, mentre il bid to cover per i titoli a scadenza nel 2022 è stato pari a 1,34, in crescita rispetto a 1,27 dell'ultima asta
In altre parole, il Tesoro italiano ha assistito a una buona domanda dei titoli di stato, fattore che ha immediatamente alimentato il recupero della borsa di Milano che durante la mattina accusava un calo superiore all'1%. 


Graficamente la situazione per l'indice di Milano appare in deciso miglioramento rispetto alla scorsa settimana e la chiusura vicino ai massimi di seduta odierna segnalano una certa forza nel nuovo trend partito dai 13600 punti di venerdì pomeriggio scorso. Tuttavia finchè l'indice non riuscirà a violare l'importante resistenza dei 14800 punti sarà difficile parlare di trend rialzista di medio-lungo periodo. Qualora il Ftse Mib dovesse riuscire a superare tale livello dovrebbe portarsi rapidamente in area 15000 punti e successivamente a 15200 punti. Al contrario qualora il listino dovesse essere respinto dalla resistenza dei 14750-14800 potrebbe tornare a scendere dapprima in area 14500 punti e successivamente in area 14300 e 14000 punti. 

Lo scenario rialzista potrebbe essere supportato anche dalla notizia di questa sera dell'Ansa: 


Via libera alla sesta tranche di aiuti alla Grecia, 8 miliardi di euro vitali per le casse dello Stato in crisi: e' quanto fa sapere il ministro belga delle Finanze, Didier Reynders, sul suo account Twitter. L'accordo sulla sesta tranche e' stato possibile dopo che il nuovo governo greco ha inviato a Bruxelles una lettera che garantisce gli impegni presi da Atene con la Ue, formata dai due maggiori partiti al governo. 

venerdì 25 novembre 2011

La crisi italiana si aggrava....o qualcuno ci salva o è finita.


Sono passati solo pochi giorni dal mio ultimo aggiornamento ma la situazione economica e finanziaria dell'Italia è drammaticamente peggiorata. 
Le aste odierne di titoli di stato italiani sono andate a dir poco male: 
Il tesoro ha collocato tutti i 10 Miliardi di euro previsti in titoli di stato con scadenze a 6 mesi e a 2 anni ma con tassi di rendimenti da Record. Il rendimento dei Bot a 6 mesi è salito al 6,504%, massimo degli ultimi 14 anni e valore quasi doppio rispetto al 3,535% dell'asta precedente.
Il rendimento dei Ctz a due anni, si è attestato al 7,95%, in netta crescita dall'asta precedente in cui si era attestato al 4,62%.

La reazione sul mercato è stata a dir poco violenta. Nel giro di pochi minuti l'indice Ftse Mib ha accusato un calo del 2% ma poi è riuscito a recuperare nel corso della seduta e a chiudere in territorio positivo, anche se di poco, +0,12%  a 13937 punti. 

Andando ad analizzare il rapporto bid to cover (il rapporto tra domanda e offerta dei titoli) per i titoli a sei mesi è stato pari a 1,47, in ribasso rispetto al rapporto di 1,57 del precedente collocamento. Il bid to cover dei Ctz a due anni è calato a 1,59, contro il 2,01 precedente.

Considerando che i rendimenti offerti sono quasi raddoppiati rispetto alle aste precedenti e che ciononostante il rapporto bid to cover è calato del 10% sui Bot e del 20% sul Ctz si può parlare di esito disastroso dell'asta odierna. 

Sul mercato secondario il rendimento dei titoli di stato a due anni dell'Italia ha raggiunto un nuovo record al 7,66% dopo aver toccato quota 7,92%. 



Contemporaneamente il rendimento dei titoli a 5 anni ha raggiunto il 7,74% ( massimo odierno al 7,85%) mentre quello dei titoli a 10 anni ha raggiunto il 7,26% (massimo odierno al 7,36%). 



In serata poi sono arrivate ulteriori notizie negative da parte delle Agenzie di Rating: 

Fonte (La stampa)


Fonte: Ansa

Standard & Poor's ha tagliato il rating del Belgio portandolo ad 'AA' da 'AA+'. L'outlook e' negativo. S&P ha motivato la decisione di abbassare il rating di un gradino con i rischi che gravano sul settore finanziario che potrebbe aver bisogno di aiuti da parte del governo. Prospettiva che crea preoccupazione sui conti pubblici. Per il 2011, l'agenzia prevede che ''il deficit del Belgio sara' intorno al 3,6% del Pil'' in considerazione di ''una crescita economica di circa il 2%''.



Il punto ultimo di non ritorno (se non è stato già oltrepassato) è fissato attorno all'8%. Quando il rendimento dei titoli di stato italiano supereranno questo valore dovremo prepararci al peggio. In poche parole dovremo puntare all'acquisto di asset concreti (Terreni, immobili di vario genere) oppure diversificando il proprio patrimonio con l'acquisto di immobili all'estero ( Germania, Svizzera, Norvegia) o aprendo legalmente dei conti correnti all'estero ed acquistando altre valute (Dollari, franchi svizzeri, etc). 


La situazione è a dir poco critica e mai nei miei 13 anni di esperienza sui mercati finanziari ho assistito a tali squilibri nei mercati azionari ed obbligazionari. Credo che entro il 10 dicembre capiremo se ci sarà ancora un Europa o meno, se ci sarà ancora una moneta unica (l'euro) o meno, e se l'Italia potrà salvarsi o meno. 


A mio avviso, date le attuali condizioni del mercato, in preda ad una tremenda crisi di fiducia, sono possibili solo due ultime manovre da parte dei politici europei e da parte della Bce:


1) Ricorso immediato agli Eurobond. Massima coesione sia politica che economica tra i vari paesi. Mostrare alla speculazione che la crisi si combatte cooperando e non con l'isolazionismo. 

2) Riduzione dei tassi di interessi da parte della Bce allo 0%. Tale politica economica sebbene produrrà un'impennata dell'inflazione (3-4%) e un'impoverimento in termini reali del potere di acquisto delle famiglie, dovrebbe riuscire a riportare la fiducia sui mercati e a impedire il collasso del sistema finanziario europeo. Si tratta di una manovra molto rischiosa ma arrivati a questo punto penso che Draghi dovrà giocarsi tutte le carte a sua disposizione per salvare l'Euro. 


martedì 22 novembre 2011

Allarme Europa! Spagna e Italia di nuovo nella bufera.


Sono bastate 48 ore per scatenare un nuovo inferno sui mercati finanziari. In due giorni l'indice Ftse Mib ha perso quasi il 6,5% riportandosi a quota 14286 punti. 

Da un punto di vista macroeconomico la situazione appare giorno dopo giorno sempre più allarmante, non solo per l'Italia ma ormai per tutta l'Europa. 
Quest'oggi è stata la Spagna a finire nel mirino della speculazione a causa dell'esito disastroso dell'asta dei titoli di stato:

Per i titoli a tre mesi il rendimento e' schizzato al 5,11% dal precedente 2,29%, mentre, sulla scadenza a sei mesi, il tasso e' salito al 5,22% dal 3,30% precedente. In totale la Spagna ha collocato titoli per un ammontare di 2,98 miliardi di euro.

Il dato è allarmante sopratutto se si considera che la Spagna ha dovuto offrire dei rendimenti, per l'asta a 3 mesi, superiori perfino a quelli della Grecia...

Lo spread tra titoli spagnoli e titoli tedeschi a 10 anni ha raggiunto il nuovo record del 469 punti base. 

Nel giro di poche ore la paura è tornata anche sui titoli italiani. A fine giornata lo Spread tra titoli Italiani e tedeschi a 10 anni è tornato a quota 490 punti base, con il rendimento del Btp decennale che è arrivato al 6,82%

Tali valori rimangono inferiori a quelli dei giorni scorsi ma quello che mi preoccupa seriamente è la netta crescita dei rendimenti dei titoli di stato a 5 e a 2 anni. 


Come si può osservare il rendimento dei titoli a 5 anni è salito al 6,92% mentre quello dei titoli a 2 anni si è riportato al 6,99%. Come era successo qualche giorno fa', i titoli a breve termine offrono dei rendimenti superiori a quelli a lungo termine: il mercato inizia seriamente a considerare l'ipotesi di un Default dell'Italia entro i prossimi 2 anni. 



A questo punto il nuovo governo Monti sarà costretto a prendere provvedimenti in fretta e furia per evitare il disastro (ormai il problema non è più solo Italiano) ma mi auguro che la Bce e gli organi internazionali come l'Fmi (Fondo Monetario Internazionale), scendano in campo per salvare l'Italia e l'Europa. 
In tal senso credo che gli Eurobond possano essere l'ultima, e forse ormai, l'ultima soluzione in mano ai vertici economici europei per evitare una crisi ben peggiore di quella del 1929.  
Se un giorno l'Italia dovesse fallire (e mi auguro che questo non succeda mai perchè credo con tutto me stesso in questo paese), tutta l'Europa farebbe default nel giro di 2-3 settimane e successivamente sarebbe la volta degli Stati Uniti con conseguenze catastrofiche non solo a livello finanziario ed economico ma anche a livello dei delicati equilibri politici internazionali mondiali (La storia ci insegna  tristemente cosa sia successo 10 anni dopo la crisi del 1929 e mi auguro che l'umanità non faccia gli stessi tremendi errori del passato) .  


domenica 20 novembre 2011

Una speranza chiamata Monti..


Sono passati alcuni giorni dal mio ultimo articolo (a causa di un'influenza che mi ha tenuto a letto qualche giorno) ma qualcosa di importante è successo. In pochi giorni la credibilità nazionale e internazionale dell'Italia è nettamente cresciuta.Numerosi sono stati i contatti con i leader europei ed americani e sembra che entro la prossima settimana ci saranno degli incontri per delineare le linee guida per uscire dalla crisi economica e finanziaria. 
Dal giorno in cui si è insediato il nuovo Premier Mario Monti ho notato dei piccoli ma significativi cambiamenti sia sui mercati finanziari sia nei cuori e nelle teste dei cittadini italiani.
I mercati finanziari si basano fondamentalmente sulla fiducia e quando questa viene a mancare si verificano delle vendite massicce che trascinano tutti i titoli in profondo rosso. Forse è presto per dirlo ma in cuor mio mi sento fiducioso nei confronti dell'Italia e dei profondi cambiamenti sociali, politici e economici che dovrà affrontare nei prossimi mesi ed anni. 


In pochi giorni lo Spread tra titoli tedeschi e titoli italiani a 10 anni è sceso dal record di 575 punti base ai 467 punti della chiusura di venerdì. Contemporaneamente il rendimento dei Btp a 10 anni è sceso al 6,64%
Qualora questa tendenza degli ultimi giorni dovesse continuare potrebbe essere interessante fare qualche acquisto non solo sul comparto azionario (in particolare sui titoli bancari che sono stati particolarmente colpiti da questa crisi) ma anche su quello obbligazionario, in particolare proprio sui titoli di stato a 5 e 10 anni che offrono dei rendimenti piuttosto interessanti. Oltretutto facendo questo tipo di acquisti (magari utilizzando un 10-15% della propria liquidità) si darebbe un bel segnale di fiducia nei confronti dell'Italia. 


Per quanto riguarda l'indice Ftse Mib lo scenario appare ancora piuttosto complicato. Sebbene il trend di lungo periodo rimanga ancora impostato al ribasso la situazione di breve periodo mostra una certa indecisione del mercato tra i 14800 e i 16100 punti. Finchè non verrà violato uno di questi due livelli sarà difficile capire dove andrà il mercato nei prossimi mesi. In tal senso sarei più propenso a prendere delle posizioni rialziste data anche la chiusura positiva di venerdì ( +0,23% a quota 15232 punti) ma con stop loss rigidi attorno ai 14790-14780 punti. 



martedì 15 novembre 2011

Non è l'Italia, è l'Europa a tremare!


Torna la paura sui mercati finanziari. Quest'oggi lo Spread tra titoli italiani e titoli tedeschi a 10 anni è tornato nuovamente a crescere a quota 4,92%, portandosi ad un soffio dalla fatidica quota dei 500 punti base.  
Contemporaneamente il rendimento dei titoli italiani a 10 anni è salito al 6,70%, quello a 5 anni al 6,63%, e quello a 2 anni al 5,99%. 

Tutti parlano in questi giorni dell'Italia ma il vero problema è a livello europeo e basta guardare questi grafici per capirlo. 

1) Grecia


Il rendimento dei titoli greci a 1 anno ha raggiunto il 248%, valore al di la di ogni statistica e di ogni senso logico. Il rendimento dei titoli a 2 anni è salito al 109,5%,quello a  5 anni è salito al nuovo record storico a quota 40,55%, quello a 10 anni al 28,55%.

2) Portogallo 



Il rendimento dei titoli a 10 anni del Portogallo ha raggiunto l'11,45%.

3) Ungheria 


Il rendimento dei titoli a 10 anni dell'Ungheria ha raggiunto l'8,64%.

4) Belgio


Negli ultimi giorni il rendimento dei titoli del Belgio ha intrapreso un sentiero di crescita piuttosto pericoloso che ha portato il rendimento dei titoli a 10 anni al 4,60%. 

5) Irlanda 

Negli ultimi mesi l'Irlanda è stato uno dei pochi paesi che ha visto i rendimenti dei propri titoli di stato a 10 anni scendere di vari punti percentuali per portarsi a quota 8,20%


6)  Spagna

Negli ultimi mesi la situazione spagnola è peggiorata nettamente e quest'oggi il rendimento dei titoli spagnoli a 10 anni ha superato il 6% portandosi al 6,10%. 


Da segnalare che lo spread tra i titoli spagnoli e i titoli tedeschi a 10 anni ha 
raggiunto il 4,32%, nuovo record degli ultimi mesi. 


7) E non dimentichiamoci della cara Francia: 

Il rendimento dei titoli francesi a 10 anni è salito negli ultimi giorni al 3,42%. 
A spaventare però è l'ultimo grafico qui in basso: 


Lo spread tra i titoli francesi e i titoli tedeschi a dieci anni ha toccato il nuovo record storico a quota 1,64%, registrando una vera impennata nell'ultimo mese. 

Al di la di quello che si può sentire in televisione o sui giornali, da questi grafici risulta evidente che l'Italia è si in difficoltà ma non è la sola. Tutta l'Europa è in crisi e l'unico paese che è in grado di risolvere questa crisi è la Germania che però in questo momento non ha mostrato alcuna intenzione di cooperare seriamente e di portare finalmente un po' di stabilità sui mercati finanziari. 

La crisi è globale ed è giorno per giorno più pericolosa. Spero che qualcosa cambi rapidamente altrimenti il futuro dell'Europa sarà tutt'altro che roseo.

sabato 12 novembre 2011

Spread e Btp in calo: una piccola speranza per l'italia


La settimana borsistica appena passata rimarrà probabilmente nella memoria degli investitori per qualche anno a causa dell'elevata volatilità che ha caratterizzato tutte le sedute. I mercati hanno vissuto attimi di panico generalizzato e di terrore quando mercoledì i rendimenti dei Btp  italiani a 10 anni avevano superato la fatidica soglia del 7%. La possibile svolta politica ( con Monti che dovrebbe prendere le redini del governo entro questo fine settimana) ha ridato un po' di speranza agli investitori italiani e internazionali e la borsa di Milano ha messo a segno un rialzo del 3,68%  a quota 15778 punti nella seduta di venerdì. 
Da un punto di vista macroeconomico va segnalato il netto calo dello spread tra titoli tedeschi e titoli italiani, che è sceso a quota 456 punti base, con un calo di quasi 120 punti base dai massimi di 575 punti base di mercoledì. (Il mercato sta scontando la fine dell'attuale governo e scommette su Monti e sulle riforme politiche ed economiche che l'Italia dovrà adottare per il proprio futuro). 


In netto calo anche il rendimento del btp a 10 anni, sceso al 6,45%;
quello dei titoli a 5 anni è sceso al 6,458% mentre quello a 2 anni al 5,69%. 


Questi valori seppur ancora estremamente elevati, sono più compatibili e sostenibili rispetto a quelli toccati qualche giorno fa' e lasciano qualche speranza sul futuro dell'Italia. 
Tuttavia, qualora non ci fosse questo cambiamento politico, credo la situazione possa tornare a farsi decisamente pericolosa nel giro di pochi giorni sia per il mercato italiano che per i mercati finanziari in genere. 



Da un punto di vista Grafico l'indice di Milano Ftse Mib si trova in una situazione piuttosto complicata. Il trend di lunghissimo periodo rimane ancora impostato al ribasso ma il recupero partito a fine settembre ( che ha portato il listino italiano da 13100 punti a quasi 17000 punti in solo un mese) lascia aperta qualche possibilità rialzista per i prossimi mesi. Al momento va segnalata la formazione di un rettangolo tra i 16000 punti e i 14800 punti. L'eventuale rottura di uno di questi due livelli dovrebbe innescare una nuova direzionalità per qualche seduta. Per lunedì, a meno di notizie particolari nel weekend, è probabile un test della resistenza a quota 16000 punti; l'eventuale rottura rialzista di questo livello, potrebbe innescare nuovi acquisti con target 16200 e 16400 punti. La notevole forza di alcuni titoli bancari nella seduta di venerdì mi lascia piuttosto fiducioso in tal senso. 
Al contrario in caso di ribassi, il ritorno al di sotto dei 14500 punti sarebbe piuttosto preoccupante e potrebbe innescare ulteriori ribassi con target a 14300 ed anche a 14100 punti. 

mercoledì 9 novembre 2011

L'Italia ha varcato il punto di non ritorno


Alla fine è successo il peggio... Quest'oggi il Btp decennale italiano ha varcato la fatidica soglia del 7% spaventando tutti i mercati internazionali. Faccio molta fatica a scrivere questa sera guardando tutti i grafici, cercando qualche segnale di fiducia, qualche speranza per il nostro paese ma tutti dicono la stessa cosa. Il punto di non ritorno è stato probabilmente varcato e se non cambierà qualcosa nel giro di una settimana credo che l'Italia farà la fine della Grecia entro i prossimi 5 anni (nella visione più ottimistica). 

A parlare sono come al solito i grafici: 
Lo spread con i titoli tedeschi a 10 anni ha chiuso a quota 552 punti base ( dopo un picco di 575 punti base nel primo pomeriggio) superando di slancio quota 500. (da sempre un limite estremamente importante)


Contemporaneamente il rendimento del Btp a 10 anni ha chiuso a quota 7,24% dopo aver toccato un picco del 7,48%. Come sappiamo la soglia critica era appunto il 7% e pultroppo è saltata nel giro di poche ore. L'ultimo appiglio è quota 8%, valore oltre il quale l'Italia non potrà più fronteggiare la crisi senza l'intervento straordinario della Bce o del Fondo Salva Stati.


La cosa più preoccupante della crescita a livelli record dei tassi di rendimenti dei nostri titoli di stato la si può osservare nel grafico sottostante: 
I titoli di stato italiani a 5 anni rendono questa sera il 7,568% , valore superiore al btp a 10 anni!!!!
Questo valore indica che le curve dei tassi di rendimento stanno assumendo una forma anomala. In altre parole il mercato inizia a scontare la concreta possibilità di un Default dell'Italia entro i prossimi cinque anni. 


Ulteriore segnale d'allarme viene anche dalla crescita record dei titoli di stato a 2 anni che hanno raggiunto il 7,2% ( mostrando una crescita più marcata rispetto alle altre scadenze). 

lunedì 7 novembre 2011

Domani l'Italia si gioca il proprio futuro economico e politico


Questa sera non ho molto tempo da dedicare al blog e mi scuso con tutti i miei appassionati lettori, ma vi lascio con due grafici emblematici. Quello di sopra rappresenta lo spread tra Btp e Bund a 10 anni che quest'oggi ha toccato il nuovo record storico al 4,88% . 
Quello sottostante invece è il grafico del rendimento del Btp decennale che è salito fino al 6,66% verso fine seduta. Il punto di non ritorno del 7% è sempre più vicino e se domani l'Italia dovesse proseguire con questo governo ho paura che possa toccarlo già entro fine settimana. 
La reazione odierna di questa mattina (da -2,4% a +2,8% per il ftse mib nel giro di poche ore) sulle indiscrezioni delle dimissioni del primo ministro italiano  mostra piuttosto nettamente la sfiducia dei mercati sull'attuale governo. Non sarei sorpreso di un violento rialzo nella giornata di domani a seguito di un cambiamento politico per l'Italia. (In tal senso dovrebbero beneficiarne sopratutto i titoli bancari). 

domenica 6 novembre 2011

Aggiornamento Cds, Spread e Rendimenti titoli di stato europei


Dopo settimane a dir poco turbolente facciamo il punto della situazione dei mercati finanziari e della situazione macroeconomica mondiale. Come tutti saprete la situazione europea rimane estremamente delicata e i Cds dei vari Piigs si mantengono sempre a livelli elevati: 

Grecia: 5603 punti 
Portogallo: 1037 punti
Irlanda: 719 punti
Italia: 492 punti
Spagna: 389 punti

Nell'occhio del ciclone c'è sempre la Grecia che in questa settimana ha visto crescere i rendimenti dei propri titoli di stato a livelli mai visti in precedenza: 
Il grafico sottostante è alquanto emblematico e rappresenta l'andamento del rendimento dei titoli di stato a 1 anno che hanno raggiunto il 235% (con un picco del 250% nella giornata di giovedì).
Contemporaneamente il rendimento dei titoli di stato a 2 anni hanno raggiunto il 97,97% ( con un picco del 105% nella giornata di venerdì) , quelli a 5 anni hanno raggiunto il 38% e quelli a 10 anni al 26,7% mentre lo spread con i titoli tedeschi a 10 anni ha raggiunto il 24,94%!!!
Ovviamente tali valori sono insostenibili e porteranno la Grecia ad un rapido peggioramento della propria situazione economica nei prossimi mesi. 

Il rendimento dei titoli di stato a 10 anni del Portogallo è salito al 11,88%

Il rendimento dei titoli di stato a 10 anni dell'Irlanda è invece sceso negli ultimi mesi dal 14% al 8,22%.

Il rendimento dei titoli di stato a 10 anni della Spagna è rimasto piuttosto costante negli ultimi mesi attestandosi al 5,58% nella seduta di venerdì.

Infine guardiamo la situazione italiana.

Il rendimento dei titoli di stato a 10 anni dell'Italia è salito negli ultimi mesi dal 4,5% al 6,37%.
Contemporaneamente lo spread tra Btp e Bund tedesco è salito dall'1,5% di luglio al 4,55% di venerdì scorso


La crisi di fiducia nei confronti della politica italiana è sempre più evidente e credo che le parole espresse dalla stampa italiana e internazionale
E se anche il ministro dell'economia Tremonti ha detto al primo ministro italiano :   "Lunedì ci sarà un disastro sui mercati se tu, Silvio, resti. A torto o a ragione, il problema per i mercati e per l'Europa sei tu".  credo che entro pochi giorni qualcosa dovrebbe cambiare. 

A mio avviso, in questo momento, l'Italia e l'Europa si trovano di fronte a sfide economiche e politiche eccezionali ma in primo luogo va ripristinata la fiducia nelle istituzioni politiche e nei mercati finanziari (anche attraverso scelte coraggiose come quella di abbassare i tassi di interesse da parte della Bce nella giornata di gioved' scorso) altrimenti qualsiasi riforma delle pensioni, qualsiasi tassa, qualsiasi patrimoniale sarà quasi totalmente inutile. 

giovedì 3 novembre 2011

La bce taglia a sorpresa i tassi d'interesse dello 0,25% e le borse volano


Questa volta la ragione e il buonsenso hanno avuto la meglio alla Bce. Il nuovo presidente della Bce Mario Draghi ha comunicato quest'oggi un taglio dei tassi di interesse della Bce dello 0,25%. I mercati sono stati sorpresi positivamente e nel giro di pochi minuti sono letteralmente volati alle stelle. 
Personalmente appoggio in pieno tale scelta in quanto l'economia reale si sta avvitando in una delle più gravi recessioni degli ultimi anni e tale azione è sicuramente più appropriata rispetto a quelle degli ultimi 2 anni effettuate dal caro ex Trichet....
Da un punto di vista macro va segnalato il netto calo dello spread tra Bund e Btp sceso a fine seduta a quota 428 punti (che nel corso della mattinata si era spinto al nuovo record storico di 462 punti). 

In leggero calo anche il rendimento del Btp a 10 anni a quota 6,19%

Da un punto di vista grafico l'inversione odierna ( apertura a -2,4% e chiusura a +3,2% a quota 15766 punti) appare estremamente significativa. Sembra infatti essersi formata un'inversione a V che dovrebbe proiettare il nostro indice dapprima sui 16000 punti e successivamente a 16200 e 16400 punti. Al contrario in caso di nuove prese di beneficio il Ftse Mib dovrebbe riportarsi sui 15500 e successivamente a 15300 punti. 


martedì 1 novembre 2011

La fine del mondo è vicina? Ftse Mib -6,8%


Difficile non usare termini catastrofici da fine del mondo dopo una giornata come quella di oggi. Seguo i mercati finanziari dal 1998 e solo in altre 4-5 sedute ho assistito a scene di panico generalizzato come è accaduto quest'oggi. A fine seduta il Ftse Mib ha accusato un calo del 6,80% a quota 14928 punti  ( un calo di oltre 1000 punti in una singola seduta). Si tratta del peggior ribasso dal 10 ottobre 2008 e probabilmente tra le peggiori dieci sedute di sempre della borsa di milano. 
Tutti i titoli dell'indice principale hanno chiuso in territorio negativo:


Fonte : Fineco


Il comparto bancario è stato quello più penalizzato con cali a doppia cifra sia per Intesa San Paolo (-15,8%) che per Unicredit (-12,4%)

La decisione del premier greco Papandreou di indire un referendum popolare sul piano di aiuti per la Grecia, deciso a Bruxelles, che prevede il taglio del 50% del valore delle obbligazioni e una riduzione del terzo del debito di Atene in cambio di nuove risorse per 130 miliardi di euro ha scatenato il panico sui mercati azionari internazionali.

"Si dà per scontato che l'esito del referendum sarebbe un "no" e questo equivarrebbe all'uscita di Atene dall'unione monteria dunque alla fine dell'euro" .

Tale decisione avrebbe ripercussioni gravissime con effetto domino per l'euro e per l'europa nonché per l'economia Mondiale. 
A risentirne maggiormente sono stati i titoli di stato italiani che hanno raggiunto rendimenti record. (Il Btp decennale ha chiuso al 6,19% dopo aver toccato il 6,34%). Contemporaneamente lo spread tra Btp e Bund è salito al nuovo record storico a quota 442 punti base ( dopo un picco a 455 punti base). 
A mio avviso la situazione si sta facendo estremamente delicata per tutta l'europa e per l'Italia in particolare che dovrebbe dare delle risposte chiare sia all'Europa che ai mercati. In tal senso non escluderei una manovra aggiuntiva con nuovi tagli o nuove tasse (ad esempio: taglio delle tredicesime ai dipendenti del settore pubblico, patrimoniale dello 0,5% su tutti i conti correnti, reintroduzione dell'Ici).
Anche la Bce dovrebbe tagliare immediatamente i tassi di interesse dell'1% per cercare di salvare il salvabile perchè l'economia europea e mondiale sono davanti alla peggiore crisi economica e finanziaria degli ultimi 80 anni. 


Da un punto di vista grafico la situazione appare in deciso peggioramento. La chiusura sui minimi di giornata indica una netta prevalenza delle vendite rispetto agli acquisti. La rottura della media mobile a 56 giorni conferma la pressione ribassista e preannuncia ulteriori ribassi per i prossimi giorni. Anche l'oscillatore macd segnala la fine del trend rialzista durato circa un mese sull'indice milanese . A questo punto credo che il mercato possa tornare nei prossimi giorni verso quota 14800 punti e successivamente a 14500 punti e in estensione anche a 14000 punti. Al contrario in caso di rimbalzi solo il superamento dei 15500 punti potrà riportare un po di serenità sui mercati. 


Allarme rosso: Spread Btp - Bund sale al nuovo record storico


Situazione sempre più allarmante da un punto di vista macroeconomico per l'Italia. Stamane lo Spread tra Btp e Bund tedesco ha raggiunto un nuovo record storico a 438 punti base.  Contemporaneamente il rendimento dei titoli a 10 anni dell'Italia ha raggiunto il 6,24%.
Le borse europee stanno crollando in maniera piuttosto omogenea con cali compresi tra il 3 e il 4%. 
A Milano il Ftse Mib dopo aver testato il supporto a 15300 punti ( -4,1%) tenta un timido recupero e accusa un calo del 3,55% a quota 15449 punti. La situazione appare molto complessa sia da un punto di vista macroeconomico che da un punto di vista grafico. Vedremo cosa accadrà nelle prossime ore, ma le indicazioni non sembrano molto positive. 
Va sottolineato che la speculazione internazionale è tornata a colpire il mercato italiano proprio nei giorni quasi festivi di ieri ed oggi, in cui, a causa della scarsa liquidità, è stato piuttosto facile affossare il nostro listino. Sospese per eccesso di ribasso numerose azioni, tra le quali Intesa San Paolo.