Giornata negativa quest'oggi per Piazza Affari. Dopo un'avvio scoppiettante in cui l'indice Ftse Mib metteva a segno un rialzo vicino al 2% a quota 16630 punti sono scattate nuovamente le vendite a causa delle dichiarazioni del ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, secondo cui il 23 ottobre non si arriverà a una decisione finale sul programma di salvataggio dell'Eurozona.
Infatti, il prossimo week end potrebbe assumere un'importanza cruciale per le sorti dell'Eurozona. Venerdì 21 ottobre è prevista una riunione straordinaria dei ministri economici dell'Eurozona. Sabato 22 è in programma un consiglio allargato a tutta l'Unone europea. Infine, domenica 23 bisognerà comunicare il nuovo pacchetto anti-crisi. La grecia ormai sembra vicino al collasso e i rendimenti dei titoli di stato a 1 anno hanno raggiunto un nuovo incredibile record a quota 172%.
Nel giro di poche ore la tensione è tornata a salire sia sul comparto azionario, con i titoli bancari tornati sotto pressione (Intesa San paolo e Unicredit ancora una volta sospese), che sul comparto obbligazionario dove lo spread tra Btp e Bund Tedesco è tornato a salire a quota 370 punti base.
A fine seduta l'indice Milanese ha accusato un calo del 2,30%, chiudendo a quota 15914 punti .
Graficamente la situazione appare ora molto più complessa rispetto ai giorni scorsi in quanto sembra essersi delineato un doppio massimo attorno ai 16600 punti che ha dato avvio ad una nuova fase ribassista sul nostro listino, appesantito in particolar modo dal comparto bancario. L'eventuale rottura dei 15800 punti potrebbe innescare nuovi cali verso quota 15500 e successivamente a 15300 punti. Al contrario in caso di nuovi rialzi le prime resistenze transitano in area 16080 punti e successivamente a 16200 punti.
Da un punto di vista macroeconomico vanno segnalati i dati americani sulla produzione industriale cresciuta nel mese scorso dello 0,2% e quello sull'indice dell'industria manifatturiera elaborato dalla Federal Reserve di New York. che ad ottobre si è attestato a -8,5 dal precedente -8,8 mentre gli economisti si aspettavano -4.
Da segnalare anche le ottime trimestrali riportate da due delle principali banche americane Citigroup e Wells Fargo:
Gli utili di Citigroup sono saliti del 74% da 2,2 a 3,8 miliardi dollari nel terzo trimestre (1,23 dollari ad azione), grazie al taglio delle riserve per coprire i prestiti a rischio. Gli analisti si aspettavano utili per 82 cent ad azione. I ricavi sono stati pari a 20,8 miliardi di dollari. Le perdite sui crediti scendono del 41% rispetto a un anno fa a 4,5 miliardi di dollari. Il Core Tier 1 si attesta al 13,5%.
Ancora migliori i risultati di Wells Fargo che ha riportato degli utili record: nel terzo trimestre 2011 la banca statunitense ha archiviato una crescita dei profitti del 22% a 4,06 miliardi di dollari (72 cent per azione) dai 3,34 miliardi (60 cent per azione) dello stesso periodo dell'anno prima.